Angelo Candiano – Light in room for a very long time…
La mostra, che presenta alcune opere realizzate dall’artista negli ultimi vent’anni e un’installazione concepita per l’occasione, è un ulteriore passo nel racconto della cultura immateriale, a cui la galleria ha dedicato l’intera stagione espositiva 2017.
Comunicato stampa
Giovedi 21 settembre 2017, a partire dalle 19.00, presso Guido Costa Projects di Via Mazzini 24, a Torino, si inaugura, come capitolo finale dell’esperimento teorico-fotografico di Angelo Candiano, Light in room for a very long time… La mostra, che presenta alcune opere realizzate dall’artista negli ultimi vent’anni e un’installazione concepita per l’occasione, è un ulteriore passo nel racconto della cultura immateriale, a cui la galleria ha dedicato l’intera stagione espositiva 2017.
A conclusione della mostra, come sorta di prolungamento ideale delle forze e delle energie attivate dalle “opere madre”, e come sedimentazione finale della luce, verrà presentata al pubblico un’opera inedita, realizzata nel corso di più di vent’anni di esposizione della carta fotosensibile ai raggi luminosi presenti nell’ambiente. Una sorta di filiazione ideale, capace di trasferire la forza del concetto nella pura materialità della luce, catturata sulla carta; e, al tempo stesso, l’affermazione della positività del moltiplicarsi, del dare alla luce.
Insomma, ancora una volta un omaggio al ruolo attivo e vivificante della luce, fenomeno a cui Angelo Candiano, ormai da decenni, dedica la sua intera attenzione d’artista e di ricercatore. Il suo lavoro, più vicino ad un’analisi delle grammatiche della percezione e dei paradigmi della visione, che alla produzione di oggetti, si è articolato nel tempo come un vero e proprio sistema, declinato più in senso teoretico, che oggettuale. La nascita di questa sua nuova “mutante” cristallizza momentaneamente il processo generativo della luce, facendo dell’intera installazione una sorta di macchina vivente, capace di figliare idee, ma anche materia. Un caso, questo, pressochè unico di installazione viva, capace di articolarsi indefinitamente nel tempo.
Le opere, così generate, sono in un certo qual modo assolutamente necessarie come chiare ed inevitabili testimonianze di un processo “macchinico” compiuto. Sono avvenimenti unici e irripetibili, ma al tempo stesso gravidi di futuro. Ciò lo si deve alla natura stessa della luce da cui prendono forma, capace di unire in se stessa tempo e movimento.
Raro caso di fotografo senza macchina fotografica, Angelo Candiano opera sul sottile limite che separa la luce dall’immagine, utilizzando il comune armamentario della fotografia - dalle lenti, alle carte sensibili -, in un senso del tutto traslato e squisitamente concettuale.
La Fotosofia, come Candiano ha definito la sua intera ricerca, analizza esattamente questa dialettica di visibile e invisibile, consapevole di dialogare con un territorio del tutto dinamico, in cui ogni risultato raggiunto, sia esso oggettuale, che ideale, è assolutamente transitorio e destinato a trasformarsi in qualcosa d’altro. Destino questo, condiviso dalle sue stesse opere che, come materiale in se stesso vivente, ne generano continuamente altre in una sorta di moto perpetuo governato dalla luce.
Light in room for a very long time…, esponendo una serie di opere seminali della ricerca dell’artista, accanto a lavori più recenti, e al disvelamento di quanto negli anni si è andato via via a sedimentare sulla carta fotosensibile, si propone perciò come una sorta di postfazione non soltanto alla prima parte della mostra, ma alla Fotosofia nel suo insieme e all’universo poetico e rarefatto dell’artista. E’ una rara occasione per confrontarsi con una delle ricerche più sofisticate e radicali del panorama fotografico attuale.
La mostra di Angelo Candiano resterà aperta al pubblico, in questa sua versione finale, in orario di galleria, fino a sabato 7 ottobre 2017.
Angelo Candiano (Modica, 1962), lavora dalla seconda metà degli anni ’80 al suo “sistema della fotosofia”, una ricerca estetica e teorica di ambito postconcettuale, che utilizza la luce e gli strumenti della filosofia per sperimentare una nuova dimensione della fotografia. Realizza macchine e opere fotografiche tridimensionali a struttura complessa che, attraverso la loro proliferazione involontaria, riportano la pratica fotografica all’idea pura e alla luce, mettendone in discussione l’autorialità. Ha esposto in gallerie private e istituzioni pubbliche, in Italia e all’estero, fin dal 1985. La sua ultima retrospettiva “Complessità”, è del 2005, al MLAC di Roma dell’Università La Sapienza. E’ docente di Storia della fotografia presso IED-Istituto Europeo di Design a Torino. Vive e lavora a Torino.