Angelo Maisto – Giochi onirici
Personale Giochi onirici dedicata all’artista napoletano Angelo Maisto; terza mostra ideata per la rassegna “Immaginare la città”, progettata da Massimo Bignardi e Claudio Bartiromo, con la quale i curatori Marcella Ferro e Pasquale Ruocco continuano a interrogarsi sul divenire della metropoli.
Comunicato stampa
Sabato 21 gennaio 2012, alle ore 18,00, presso gli spazi del Punto Einaudi di Salerno sarà inaugurata la personale Giochi onirici dedicata all’artista napoletano Angelo Maisto; terza mostra ideata per la rassegna “Immaginare la città”, progettata da Massimo Bignardi e Claudio Bartiromo, con la quale i curatori Marcella Ferro e Pasquale Ruocco continuano a interrogarsi sul divenire della metropoli.
La rassegna mira a innescare un dibattito riguardo al rapporto simbiotico fra uomo e realtà urbana ancor di più in un’area, come quella salernitana, attualmente fra le più dinamiche nel panorama italiano ed europeo. Le opere, che di volta in volta saranno esposte, appartengono a un gruppo di artisti attivi sul territorio campano e offrono suggestioni e suggerimenti sulla condizione tanto dell'arte quanto della città.
Per l’occasione Angelo Maisto (Napoli, 1977) presenta alcuni lavori progettati negli ultimi anni tramite cui manifesta un particolare interesse per l’assemblaggio di oggetti recuperati, intuendone il potenziale plastico nonché allegorico.
‹‹L’opera di Maisto - evidenzia Marcella Ferro - superando la mera progettualità spaziale, si colloca in una più ampia e approfondita riflessione filosofica. Al nichilismo esistenziale di questa nostra realtà contemporanea, il giovane artista campano risponde immaginando, forse sognando, nuovi luoghi che egli stesso ricostruisce senza tralasciare alcun dettaglio e con tale dovizia di particolari che le stesse bacheche, già presentate nella personale CODEX MAISTIANUS ospitata nel 2010 dalla Galleria la Roggia di Pordenone, pare catturino irrimediabilmente lo sguardo.
Tuttavia, anche nelle opere più recenti, modulando spazi architettonici animati e surreali stravolge l’idea che noi stessi abbiamo di ciò che ci circonda e attribuendo loro nuove funzioni, annienta la deteriorabilità della realtà frettolosamente consumata in favore dell’eternità consacrata nella trasformazione dell’oggetto in opera artistica››.