Angelo Muriotto – La voce dell’aria

Informazioni Evento

Luogo
ORATORIO BEATA VERGINE DEL ROSARIO
Via Roma 44, Limena, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al

16.00 - 19.00 tutti i giorni escluso il lunedì

Vernissage
06/04/2013

ore 18

Artisti
Angelo Muriotto
Generi
arte contemporanea, personale

In questa nuova esposizione, pensata espressamente da Muriotto per l’Oratorio della Beata Vergine del Rosario di Limena, l’articolazione degli elementi che contraddistinguono le opere del maestro – il cotisso di vetro, il plexiglas, l’acciaio – trova un respiro nuovo, di profonda poesia e bellezza. Il silenzio e la voce, l’aria-vuoto e la materia-pieno disegnano rare armonie di spiritualità e riflessione sul pensiero.

Comunicato stampa

“Una mostra molto suggestiva che trova negli spazi allestitivi dell'Oratorio di Limena una degna cornice per far proseguire quel fruttuoso dialogo, da me sempre auspicato e sostenuto, tra l'arte contemporanea e i luoghi della classicità: un connubio culturale vincente, all'insegna della continuità della bellezza”. Assessore alla Cultura del Comune di Limena, Stefano Toubaì.

Così spiega la sua mostra l'artista Angelo Muriotto: “Propongo quattro racconti che chiamo fili. Questi fili, annodati a quelli precedentemente tessuti, formano la mia matassa, un continuo divenire creativo. Il primo filo ( racconto) è rappresentato da alcuni pannelli di plexiglas trasparente sui quali ho incollato, con raggi UV, figure astratte realizzate con cocci e canne di cristallo, modificati con la tecnica della vetrofusione. Il mio proposito, con questi pannelli, è di disegnare l'aria con forme che galleggiano nello spazio. Uno dei pannelli si rifà a un quadro di René Magritte che ho visto alla Guggenheim di Venezia, titolato: “La voce dell'aria”. In questo quadro Magritte raffigura tre enormi sonagli, la voce, sospesi nell'aria.

Il secondo filo (racconto) consiste principalmente nel riutilizzo di caratteri tipografici mobili di lega di piombo dismessi perché sostituiti dalla stampa digitale. Con le figure rappresentate in questi pannelli critico però i ragionamenti prolissi – e quindi la mancanza di sintesi – normalmente utilizzati dalla stampa per esprimere concetti semplici. Questi pannelli sono composti da numerose righe su alcune delle quali vengono inseriti i caratteri mobili che rappresentano la sostanza del ragionamento. Le altre rimangono vuote e rappresentano il superfluo dell'argomentazione. Con la stessa tecnica dei caratteri mobili ho realizzato anche pannelli sui quali vengono sintetizzati eventi o idee particolarmente significativi: la crisobolla ( cfr precedente opera del Maestro Muriotto), il futurismo, il suprematismo, il dadaismo e l'arte povera.

Il terzo filo o racconto viene concretizzato con l'utilizzo di lamiere stirate utilizzate nell'industria. Di queste lamiere mi ha emozionato la loro forma ondulata e le fessure che si interpongono tra le ondulazioni stesse. Con queste lamiere cromate, smaltate o colorate, realizzo figure di diverso formato che blocco con bulloni su pannelli per lo più di acciaio inox con superficie specchiante o dipinta. Particolarmente significative sono lacune forme irregolari iscritte in un quadrato.

Per il quarto filo o racconto uso due tipi di lamiera industriale diversi dalla precedente: una lamiera antisdrucciolo a losanghe come pannello di fondo con sovrapposta una lamiera forata. Sulla lamiera forata vengono realizzati fori quadrati di cinque centimetri di lato. Sul pannello di fondo, in lamiera bugnata, vengono incollate scaglie di vetro di Murano colorate. Ogni foro nella lamiera è un pertugio che attraversa la nostra memoria, riconducendoci ad avvenimenti passati”.
Barbara Codogno, critica d'arte e organizzatrice della mostra: “In questa sua personale dall'evocativo titolo "La voce dell'aria" Angelo Muriotto, partendo da un omaggio al grande René Magritte, ci conduce in una dimensione quanto mai rarefatta, luminosa e musicale. Il rilievo accordato alla componente ritmica è da sempre una cifra caratteristica dell'opera di Muriotto, che non deve mai essere trascurata nell'approcciarsi al suo lavoro. Ma in questa nuova esposizione, pensata espressamente da Muriotto per l'Oratorio della Beata Vergine del Rosario di Limena, l'articolazione degli elementi che contraddistinguono le opere del maestro - il cotisso di vetro, il plexiglas, l'acciaio - trova un respiro nuovo, di profonda poesia e bellezza. Il silenzio e la voce, l'aria-vuoto e la materia-pieno disegnano rare armonie di spiritualità e riflessione sul pensiero”.

Scrive dell’artista il critico d’arte Gaetano Salerno : “ … muovendo inizialmente da testi narrativi indubitabili e certi, oggettivi e materici, le cui esistenze sembrano essere vincolate e testimoniate dalla gravità dell’oggetto stesso che si inserisce nello spazio ricercando con esso fitti dialoghi e trame, Angelo Muriotto alleggerisce poi, inaspettatamente, gli elementi, strutturando con essi racconti avvincenti, ora minimali e introspettivi, ora lirici ed assoluti, mischiando attraverso essi autobiografismi e storiografie, verso una liberazione dell’oggetto stesso dalla sua pesantezza oggettuale, dal suo rimando immediato, dalla sua limitatezza. Codificando l’opera solo all’esterno della sua persistenza, al di fuori dell’immediatezza seducente delle superfici scintillanti, parallelamente alle innovazioni creative che ne caratterizzano l’azione creativa, Angelo Muriotto, attraverso operazione di riscrittura dei materiali e di letterature combinate, lascia emergere la loro naturale forza espressiva intrinseca, accentuata dai processi binari dei linguaggi, dal loro miscelamento e disgiungimento, dalla loro sovrapposizione, dal loro consapevole abbandono dei mondi reali per divenire fulcro dell’intero processo comunicativo. Ridiscussi così i significati consueti degli oggetti, pur ancorati alla riconoscibilità delle loro forme, ogni passaggio di questi costrutti allude a concetti più ampi, a pensieri impalpabili e liberi, ad universi armonici che costituiscono da sempre la metafora del percorso esistenziale dell’artista; nella semplicità si celano i principi di verità e bellezza nei quali l’artista, come riflesso da una delle sue lamiere specchianti, sembra ricercare e ritrovare sé stesso”.