Angelo Zedda – Myclouds
Galleria Macca è lieta di presentare Myclouds, seconda mostra personale di Angelo Zedda, a cura di Efisio Carbone.
Comunicato stampa
TESTO CRITICO
Myclouds
...e si mettono lì tra noi e il cielo
per lasciarci soltanto una voglia di pioggia
Fabrizio De André
Le nuvole sono ora. Accolgono ogni attimo, prendono forme, le più disparate, assecondando fantasie di chi trova il tempo di sollevare la testa verso il cielo, per riscoprire un cuore di fanciullo che ancora si emoziona. Ciò accade anche alla tavolozza di Angelo Zedda che ha deciso di rincorrere le nuvole come delfini in corsa tra i colori, in questi nuovi landscapes attraversati da vapori errabondi intrisi di luce e bagliori solari.
Le tele e le tavole, compiute in diversi formati, sono versi poetici che si autodefiniscono per indagare il tema in composizioni luminose e serene, via via sempre più stürmisch. Solitudine, assenza, distacco, riassumibile in un romantico senso del passato, è ciò che - secondo Goethe - rende un paesaggio sublime; corde che se pizzicate, ancora vibrano dentro l'uomo contemporaneo vestito di freddezza digitale, eppure pronto a sciogliersi di fronte al rosso di un tramonto che ritarda la notte accolto dalle nubi: un piacere difficile da spegnere, un respiro trattenuto per un attimo infinito che tutto avvolge e rende struggente.
È in noi che il paesaggio ha paesaggio, diceva Pessoa, dentro i piccoli paesaggi di Angelo Zedda, oggi più maturi e complici di queste umane voglie, la pittura è pittura che genera una musica scritta per orchestre interiori. Sono personali memorie collettive a noi sempre appartenute, oltre quelle nuvole che sorvolano isole e continenti ignorando confini, generose e feconde trasportatrici di vita e di sogni.
[Efisio Carbone]