Angiolo d’Andrea – 1880-1942
Ricostruita la figura dell’artista friulano ingiustamente dimenticato, attivo nella Milano dei primi decenni del Novecento. Giunge a Pordenone, promossa dalla Fondazione Bracco in collaborazione con il Comune di Pordenone,
la grande mostra curata da Luciano Caramel che, con oltre 120 lavori, rende omaggio alla pittura di sentimento di Angiolo d’Andrea. Importati aggiornamenti e dodici nuove opere rispetto all’esposizione milanese.
Comunicato stampa
Ricostruita la figura dell’artista friulano ingiustamente dimenticato, attivo nella Milano dei primi decenni del Novecento.
Giunge a Pordenone, promossa dalla Fondazione Bracco in collaborazione con il Comune di Pordenone,
la grande mostra curata da Luciano Caramel che, con oltre 120 lavori, rende omaggio alla pittura di sentimento di Angiolo d’Andrea.
Importati aggiornamenti e dodici nuove opere rispetto all’esposizione milanese.
Grande evento espositivo a Pordenone, dal 10 aprile al 21 settembre 2014,
per ridare luce all’opera e alla figura di Angiolo d’Andrea (1880 – 1942) pittore originario di Rauscedo - un piccolo paese agricolo nel Comune di San Giorgio della Richinvelda,
ai margini della strada che congiunge Pordenone a Spilimbergo - schivo e introverso protagonista della stagione artistica
dei primi decenni del XX secolo tra Simbolismo e Novecento.
Attivo soprattutto in Lombardia e a Milano (ove si trasferì definitivamente nel 1906) e sensibile alla integrazione tra le arti, fu forse proprio questa sua indifferenza alle luci della ribalta, insieme alla lunga malattia che nell’ultimo decennio lo costrinse a ritirasi dalla scena, farlo scordare a gran parte della critica dopo la sua morte.
Ad evitare la dispersione dell’opera di Angiolo intervenne Elio Bracco, fondatore dell’omonima azienda farmaceutica che,
poco prima della scomparsa dell’artista già gravemente malato, decise di acquistare in blocco l’intero fondo di dipinti esistenti nello studio milanese dell’artista,
preservandolo dallo smembramento.
Seguendo un vecchio desiderio di Elio, che probabilmente aveva conosciuto ed era legato a d’Andrea
- “è mio vivo desiderio che rifulga l’opera di questo maestro” scriverà successivamente a uno degli eredi - la Fondazione Bracco, e in particolare la sua Presidente Diana Bracco, ha ora deciso di riportare l’attenzione sulla produzione e sull’avventura artistica del pittore friulano, promuovendo, nel 2012 a Milano
e ora nelle sua terra d’origine, la prima grande esposizione a lui dedicata, affidata alla cura di Luciano Caramel e con un catalogo edito da Skira ricco di contributi storico-critici.
Circa 120 opere dunque, tra dipinti e disegni (una novantina di proprietà della famiglia e della Fondazione Bracco, altre rivenute presso gli eredi D’Andrea o in collezioni pubbliche e private), saranno esposte a Pordenone, in collaborazione con il Comune di Pordenone,
presso la Galleria d’arte Moderna e Contemporanea “Armando Pizzinato”.
Qui dodici opere nuove rispetto alla mostra milanese, che già esponeva lavori per la maggior parte inediti,
daranno conto di ulteriori sviluppi negli studi e nella conoscenza dell’artista: un eccellente colorista che sviluppò
una complessa e diramata ricerca stilistica nei decenni in cui ebbe modo di lavorare, influenzato inevitabilmente anche dall’evolversi del contesto italiano e mitteleuropeo non solo culturale, ma in cui sempre appare presente un sentimento di forte spiritualità,
sia che egli affronti il tema della natura e del paesaggio, la religiosità e il sacro, il dramma della Guerra o l’eros femminile e la maternità.
La mostra segue il percorso compiuto dall’artista con un incedere cronologico,
a partire dalla sua collaborazione con la rivista “Arte italiana decorativa e industriale” diretta da Camillo Boito,
lasciando spazio però ad approfondimenti sulle tematiche che più hanno interessato e impegnato Angiolo d’Andrea,
portandolo a una pittura evocativa, sentimentale, ricca di poesia e di simbolismi che, a dispetto dell’oblio postumo, era molto apprezzata dai contemporanei.
Furono numerose infatti - accanto alle commissioni per le decorazioni d’importanti architetture milanesi - le partecipazioni dell’artista friulano alle principali esposizioni del tempo:
dall’ “Esposizione di Primavera” della Permanente del 1907, che segna il suo esordio, alle Esposizioni Nazionali di Brera, fino alla Biennale di Venezia del 1922, ove espone la grande tela Gratia plena, o alla Quadriennale di Torino che presenta, nell’anno successivo, il dipinto (di d’Andrea) Paese di mare.
E’ questo uno dei suoi suggestivi dipinti di paesaggio, spesso pervasi da una forte spiritualità immanente nel naturale o attenti a cogliere con partecipazione il dato naturale tra ambienti lacustri, campagna romana, vedute siciliane, monti e catene alpine: come Ombre di nubi del 1920 c.,
con il quale Angiolo vinse il Premio Chiesa all’esposizione presso la Galleria Pesaro del 1926,
o Neve a Rauscedo, in cui il pittore immortala il paese natio, luogo ove egli aveva maturato i primi interessi all’arte, nel quale era solito tornare nel periodo estivo
e ove si ritirerà nell’ultimo anno di vita.
Aggiornato e integrato da nuovi testi e dalle opere inedite in mostra a Pordenone, il catalogo edito da Skira.
L'allestimento, progettato da Luca Rolla e Alberto Bertini, accompagna il visitatore alla riscoperta delle opere dell’artista. La mostra è posta sotto l’Alto Patronato del
Presidente della Repubblica italiana, con il patrocinio del Ministero dei Beni, delle Attività Culturali e del Turismo e della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia.