Animals

Informazioni Evento

Luogo
MURATCENTOVENTIDUE ARTE CONTEMPORANEA
Via Gioacchino Murat 122b, Bari, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al

Lunedì, martedì e mercoledì solo su appuntamento
Dal giovedì al sabato, dalle 17.30 alle 20.30

Vernissage
29/05/2021

ore 19.30

Generi
arte contemporanea, collettiva

Gli artisti in mostra riflettono attraverso linguaggi diversi su un tema spesso affrontato nella storia dell’arte: gli animali.

Comunicato stampa

Muratcentoventidue Artecontemporanea
Animals
Lello Gelao Demelza Kooij Jonathan Monaghan Muriel Montini Ursula Palla

Gli artisti in mostra riflettono attraverso linguaggi diversi su un tema spesso affrontato nella storia dell’arte: gli animali.
Gli animali, selvaggi o mansueti, reali o fantastici, sono soggetti ricorrenti nell'arte di ogni tempo e cultura.
E gli animali sono diventati il fulcro di molta arte recente, ispirando numerosi lavori e progetti presentati in importanti mostre tra cui dOCUMENTA (13) (2012), la 10a Biennale di Shanghai (2014) e la 56a Biennale di Venezia (2015).
La natura animale è al centro dei dibattiti sull'era dell'Antropocene e sulle questioni ambientali, e l’emergenza pandemica ci spinge più che mai a riflettere sui rapporti fra le specie viventi che popolano il nostro fragile pianeta. Di fronte a un uomo che ha dimenticato l’interdipendenza ci chiediamo come possiamo tornare a ricordare che siamo parte del tutto.
Chi nasce oggi in una grande città - o anche in campagna - non ha molte occasioni per vedere animali, se non gli antichi testimoni della vita domestica: cani e gatti. Ma gli animali continuano a visitarci, per lo meno nei sogni. E ci ricordano un’altra vita - ormai remota - in cui gli uomini erano stati una specie mescolata a molte altre. L'idea dell'Antropocene ci costringe a ripensare il nostro rapporto con la natura e con gli animali, e a riflettere criticamente sul nostro ruolo e posto nel mondo.
Gli artisti che affrontano questo tema sono Lello Gelao, Demelza Kooij , Muriel Montini, Jonathan Monaghan, Ursula Palla.
Lello Gelao vive e lavora a Bari dove ha studiato pittura presso l’Accademia di Belle Arti. La ricerca di questo artista insiste da qualche anno sul tema del ritratto attraverso una figurazione essenziale, grazie anche alla sua attenzione ai mass media e alla fotografia.
Nei suoi quadri solitamente l’artista inserisce un unico personaggio, come nell’opera proposta in questa mostra, solo e distaccato fisicamente e psicologicamente, riuscendo a cogliere un momento particolare, quasi il preciso secondo in cui il tempo si ferma e tutto appare immobile, silenzioso. Il suo lavoro parla di solitudine, di malinconia e di tempo sospeso. In “Il Fiore e l’Elefante”, disegno a matita su carta, ritrae un ragazzo e un elefante riuscendo a cogliere una dimensione di sottile inquietudine e mistero. Il lavoro ci ricorda che per secoli l’uomo ha vissuto in armonia con animali e piante creando una rete circolare della vita che collegava tutti i viventi sullo stesso livello.
Demelza Kooij (Paesi Bassi / Regno Unito) è un'artista / regista con sede a Liverpool e docente universitaria. Il suo lavoro è stato presentato in tutto il mondo in musei, festival cinematografici, mostre d'arte e conferenze. I suoi interessi artistici e di ricerca riguardano la raffigurazione di altri mondi: territori inesplorati vicini e lontani; l’umano e il non umano, indeterminatezza dei confini, la fantascienza, gli altri animali, l’ecologia del mare, la terra, il cielo e gli scambi intermedi.
Wolves From Above è una meditazione su un branco di lupi ripreso dall'alto. Gli animali, sfuggenti, abitano uno spazio tranquillo dove suoni di un ringhiare giocoso, annusare e leccare si sentono stranamente vicini. Molte interazioni avvengono nel video: è evidente che i lupi stanno comunicando, ma noi spettatori umani non siamo sicuri di cosa stia succedendo. Il film attrae e affascina lo spettatore e gli consente di scoprire un lupo diverso.
Jonathan Monaghan è un artista newyorchese che lavora su una vasta gamma di media, tra cui foto, sculture e video animati al computer, per produrre oggetti sovrannaturali e narrazioni irreali. Attingendo a fonti di ampio respiro, come opere d'arte storiche e di fantascienza, i suoi pezzi fantastici svelano le ansie inconsce associate alla tecnologia e al consumismo. Le mostre passate includono il Sundance Film Festival, il Museo Hermitage di San Pietroburgo e il Palais de Tokyo a Parigi.
"Escape Pod" si basa sulle mitologie della caccia delle tradizioni greca e nordica. Cattura il viaggio di un cervo dorato che vaga in ambienti architettonici che alludono ad una deriva autoritaria e ad un eccesso materiale. Si incontrano lussuose camere da letto di design ultra lussuoso, negozi duty-free, checkpoint aeroportuali e una lussuosa boutique di attrezzature antisommossa, mentre lo scenario si svolge dalla prospettiva di un punto di vista fluttuante che è inquadrato come una ripresa continua.
Ripetuto senza soluzione di continuità in un ciclo di venti minuti, "Escape Pod" suggerisce un futuro apocalittico decadente, militarizzato, totalitario e permeato di stravaganza, un mondo distopico consumato dal desiderio materiale e dalla ricchezza.
Muriel Montini vive e lavora a Parigi. Ha studiato cinema e dal 2000, ha realizzato diversi film proiettati in importanti istituzioni internazionali e festival. (Musée du Jeu de Paume, Anthology FilmArchives New York )
Il suo lavoro oscilla tra fiction, documentario e cinema sperimentale. L’artista considera tutti i suoi film come finzione, anche se non s’inseriscono in una linearità narrativa. Come un musicista, lavora sulla ripetizione, le variazioni. Nella finzione, mette lo spettatore il più possibile in uno stato di acume sensoriale e riflessivo: i suoi video presentano una struttura narrativa aperta all'interpretazione dello spettatore che proiettato in questa imperfetta ricomposizione del mondo, deve intervenire per ricostruire l’universo che gli viene proposto. L’artista presenta un video del 2011 Constellation in cui vediamo un orso in uno zoo, un orso fuori dal mondo.
Ursula Palla che vive e lavora a Zurigo, ha partecipato a numerose mostre e festival video in Svizzera e all'estero. Lavora prevalentemente con i video attraverso la realizzazione di grandi installazioni e oggetti. Il suo lavoro ruota spesso intorno al rapporto tra uomo e natura, tra tempo e spazio. Combina continuamente oggetti fisicamente presenti (bar, piccole sculture) con effimere immagini video. Mostra così la contraddizione tra il mondo così com'è nella realtà e l’immagine che noi abbiamo di esso, che determina anche il nostro sguardo.
L'ispirazione per l’installazione “The Horse “nasce da un aneddoto su Nietzsche. A Torino vide un giorno un cocchiere colpire con la frusta il suo cavallo perché non voleva avanzare. Nietzsche fu inorridito da quanto stava accadendo. Si avvicinò al cavallo che era collassato, lo abbracciò e poi iniziò a piangere.
La video installazione mostra un cavallo che cammina su un tapis roulant e si deve adattare al mutare del ritmo i della macchina. L’ inutile sforzo del cavallo, che non si muove in avanti nonostante il suo movimento, e la proiezione in bianco e nero - che ricorda lo studio del movimento di Muybridge, simboleggia come il cavallo, guidato dalla tecnologia, rimanga intrappolato all'interno dei confini creati dall’uomo. Questo confronto esprime l'ambivalente rapporto tra uomo e cavallo, la cui esistenza è strettamente legata alla civiltà umana.

Muratcentoventidue Artecontemporanea ringrazia bitforms Gallery ( New York) per la collaborazione.