Anja Tognola – Gli Irresistibili
Mostra dal titolo “Gli Irresistibili” dell’artista ticinese Anja Tognola. Si potranno ammirare dipinti cosi come sculture realizzate negli anni da Anja.
Comunicato stampa
Dal 5 marzo fino al 13 aprile 2017 presso gli spazi della 9m2 gallery di Morcote si potrà visitare l’esposizione dal titolo “Gli Irresistibili” dell’artista ticinese Anja Tognola. Si potranno ammirare dipinti cosi come sculture realizzate negli anni da Anja.
Vernissage: domenica 12 marzo dalle ore 10 alle ore 12 alla presenza dell’artista.
Catalogo esposizione disponibile in galleria.
Entrata libera. Mostra visitabile su appuntamento.
Uteriori informazioni sul sito della galleria: www.9m2.gallery
Bio Anja:
Anja Tognola è nata il 19 settembre 1972 a Lugano, con il cuore dipinto di blu. Da sempre de-scrive l’implosione della vita nell’essere e dal 1993 ne dipinge le emozioni. Dal 1997 al 1998 è a Londra, dove frequenta la City and Guilds of London Art School. Si trasferisce quindi a Strasburgo per riprendere gli studi universitari iniziati a Neuchâtel e in seguito in Israele dove scrive la tesi. Nel 2000 si laurea in Etnologia presso l’Università delle Scienze Umane di Strasburgo. Si concede poi alla Grande Madre India che la accoglie per nove mesi. Ritorna quindi in Ticino e si dedica alla scrittura, alla pittura e dal 2008 anche alla scultura. Nel 2007 viene pubblicato il suo primo libro di poesie QuandoNonFuoriMaDentroPiove (Edizioni Ulivo, Balerna), la cui presentazione ha luogo nel 2008 a Milano. Nello stesso anno partecipa a Poestate, primo festival di poesia e laboratorio culturale del Cantone Ticino. Sua è la copertina del marzo 2008 de La Città, Periodico della Città di Lugano. Nel 2010 esce la sua seconda raccolta di poesie intitolata Shir HaShamaim - Il Canto dei Cieli (Edizioni del Torchio, Locarno) anch’essa presentata a Milano. Ha inoltre luogo la sua prima mostra personale presso la Galleria Ars Mundi di Monforte d’Alba (Piemonte). Nel 2011 espone presso le vetrine dell’Ufficio di Intervento Sociale di Lugano, e tra il 2011 e il 2012 le viene dedicata una personale allo Spazio ExpoRSI della RSI a Comano. Nel 2014 partecipa a diverse mostre collettive organizzate dalla galleria MAEC Art Expo di Milano e da Satura Art Gallery di Genova; quest’ultima nel 2015 presenta le sue Creature in una personale che le permetterà di farsi conoscere anche in Italia.
Presentazione lavoro:
Le creature di Anja Tognola non sono “selvagge” ma piuttosto provenienti da un mondo di sogni diafani, da quella terra di confine che genera l’inquietudine nei racconti per bambini. Sono illustrazioni, semplici, gatti che discendono direttamente da quelli che Marc Chagall faceva affacciare sui tetti di Parigi. È la declinazione del naif più vicina al Pop Surrealism e alla sua genesi fiamminga. Si ritrova così il mondo stilizzato e deformato di David Basement anche se, come cantavano gli Afterhours “Orchi e streghe sono soli”, e dunque qui l’irriverenza sovraffollata del Super-flat si annulla fino a diventare essenza, o un contrappunto di presenze e di assenze che ha la sua similitudine più prossima negli sfondi desolati delle immagini di Paul Barnes. S’intuisce sempre l’accordo tra schizzo infantile e uso pieno del colore come cifra fondamentale della forma; tra elemento umano ed elemento animale antropomorfo. Le scelte sono prevalentemente sfumate, tendenti al monocromo per favorire l’irruzione visiva di un complementare forte che focalizzi la narrazione sull’inaspettato fino a cancellare il consueto allo sguardo. E quindi, secondo questa logica e seguendo certe scuole di disegno, l’artista è una mascotte che entra in prima persona nelle proprie opere rappresentandosi come pupazzo tra i pupazzi, o facendo in modo che i personaggi nascano gli uni dagli altri, emergendo da scenari neutri di astrazione e mostrando così il lato interiore dell’Ego. Pur partendo da tutti questi punti di riferimento e richiamandone ancora altri (la tenerezza del coniglietto di “Usagi Drop” che diventa coccinella e poi fiocco solo per incontrare un altro solitario coniglio), l’autrice giunge a una sintesi nuova, a un bestiario personale che fonde il conosciuto plasmando il fantastico, grazie al principio per cui ogni invenzione è in realtà frutto dell’assemblaggio di parti derivate da qualcosa di noto. A cura di Elena Colombo