Ann Beate Tempelhaug – Should I have not used blue?

Prima mostra in Italia dedicata ad Ann Beate Tempelhaug. Artista norvegese impegnata in una ricerca intima e sistematica sul paesaggio, Tempelhaug ridefinisce il rapporto tra ceramica e pittura attraverso un linguaggio astratto.
Comunicato stampa
Dal 19 marzo al 31 maggio 2025, Fondazione Officine Saffi presenta I should have not used blue?, la prima mostra in Italia dedicata ad Ann Beate Tempelhaug. Artista norvegese impegnata in una ricerca intima e sistematica sul paesaggio, Tempelhaug ridefinisce il rapporto tra ceramica e pittura attraverso un linguaggio astratto.
Per la maggior parte commissionate in occasione del progetto espositivo, le opere in mostra invitano alla contemplazione di paesaggi che oscillano tra dimensione naturale ed emotiva. In questa concezione della natura come specchio delle emozioni interiori, Tempelhaug si inserisce nella tradizione romantica norvegese inaugurata nell’Ottocento da Johan Christian Dahl e sviluppata da Edvard Munch, di protagonisti della pittura che hanno saputo tradurre nelle loro opere la tensione tra individuo e natura. Per gli artisti nordici, il paesaggio è una presenza costante, maestosa e austera, che risuona profondamente nella coscienza individuale. Nei suoi lavori, Tempelhaug trasforma questa eredità in campiture cromatiche stratificate, in cui la ceramica diviene il campo di una esperienza sensoriale pura.
Tempelhaug ha studiato all'Università di Bergen negli anni ‘70, partecipando alla rivoluzione didattica avviata da un gruppo di studenti tra cui Torbjørn Kvasbø. Durante questo periodo di autogestione, la scuola ha ospitato artisti internazionali come Takeshi Yasuda, figura chiave nella ridefinizione delle possibilità e dei linguaggi della ceramica contemporanea del XX secolo. Da questa stagione di sperimentazione radicale si è sviluppata una scena norvegese libera da gerarchie disciplinari e che ha portato la ceramica al centro della ricerca artistica.
Da oltre trent’anni, Ann Beate Tempelhaug sfida i confini della materia, sovvertendone le regole e spingendola nell’ambito della pittura. Eleganti e poetiche, le sue opere si presentano allo stesso tempo come un gesto di rottura nei confronti delle etichette e delle aspettative tradizionali. La ceramica di Tempelhaug non si limita a essere un supporto per il colore, ma reclama autonomia e dignità pittorica. In questo senso, la sua pratica può considerarsi un'affermazione di libertà espressiva che, con gentile fermezza, ribadisce l’importanza del rischio e dell’incertezza nel processo creativo: il titolo della mostra - I Should Have Not Used Blue? - riflette proprio questa tensione tra controllo e imprevedibilità. Le superfici delle sue opere nascono attraverso una stratificazione di porcellane liquide colorate con pigmenti, applicate in un processo quasi performativo, in cui il risultato finale non è mai del tutto prevedibile.
Nella quotidianità dello studio dell’artista, il tempo della creazione è scandito dalla musica e dalla collaborazione con il suo adorato compagno, Eirik Gjedrem. Artista anche lui, Eirik è presente sul retro di ogni opera, sotto forma di un ritratto accompagnato da una dedica. Oltre a ritrovarsi in questo gesto intimo e poetico, partecipa attivamente alla modellazione delle grandi superfici di argilla cruda e alle diverse fasi della lavorazione, trasformando il processo in un dialogo a quattro mani.
Vibranti di un’energia profonda e viscerale, le opere di I should have not used Blue? si offrono con una fragilità intensa, umana e al contempo inafferrabile; rivolgendo ai visitatori un invito a immergersi in paesaggi invisibili.
Presentata con il patrocinio del Comune di Milano e dell’Ambasciata di Norvegia in Italia, la mostra è realizzata con il supporto di Norwegian Crafts e in collaborazione con Spazio Nobile.
La fondazione ringrazia il Consorzio Consorzio Tutala Lugana D.O.C. per il prezioso supporto offerto all’iniziativa in occasione dell’evento di private opening su invito della mostra, martedì 18 marzo alle 18.30.
In occasione del primo sabato di apertura della mostra, il 22 marzo 2025, il laboratorio Academy della fondazione ospiterà un workshop di ceramica condotto da Ann Beate Tempelhaug insieme a Eirik Gjedrem per approfondire i temi della mostra attraverso due sessioni di sperimentazione pratica, modellazione e pittura. Prenotazione obbligatoria sul sito della fondazione.
Ann Beate Tempelhaug è nata a Mosjøen, nel nord della Norvegia nel 1954. Si è laureata alla Bergen School of Art and Crafts e, dagli anni '80, ha intrapreso una carriera come artista riconosciuta sia in Norvegia che all'estero. Le sue opere sono presenti in collezioni pubbliche come il Museo Nazionale di Oslo, KODE Bergen, Kunstsilo Kristiansand e il Museo d'Arte Nordenfjeldske di Trondheim, nonché in collezioni private e istituzionali, tra cui quelle dei comuni di Bergen, Kristiansand, Mosjøen, Stavanger, la residenza reale di Stiftsgården a Trondheim e la collezione temporanea presso la residenza del Primo Ministro norvegese. Le sue mostre recenti includono la mostra collettiva con la galleria FORMAT, che l'ha anche presentata a Collective New York e Collect alla Saatchi Gallery di Londra, oltre alle mostre personali presso la galleria KRAFT di Bergen, Bomuldsfabriken ad Arendal, Kunstpunkt Lista, TID Gallery a Mandal, l'Agder Art Center e la galleria Arteriet a Kristiansand. Dal 2020 il lavoro di Ann Beate Tempelhaug è rappresentato dalla galleria Spazio Nobile.
Fondazione Officine Saffi, nata nel 2011 da un’idea di Laura Borghi, è una fondazione no-profit che si occupa di ceramica contemporanea a livello internazionale. Con un approccio a 360 gradi, la fondazione promuove nuove ricerche e sperimentazioni nel settore, tenendo conto della storia e del passato e favorendo il dialogo tra arte, artigianato e design. Attraverso un programma dinamico e interdisciplinare di mostre, attività didattiche e pubblicazioni, partecipa attivamente alla conversazione sulla ceramica rivolgendosi ad un pubblico eterogeneo. Tutte le attività della fondazione sono guidate dalla convinzione che la ceramica sia un vettore di trasformazione artistica, culturale e sociale. Con un atteggiamento aperto che favorisce un clima partecipativo, la Fondazione Officine Saffi incoraggia gli artisti e il pubblico a interrogarsi su cosa significhi vivere nel mondo di oggi, a relazionarsi con l'Altro e con la vita materiale, e a creare valore sociale e culturale attraverso il coinvolgimento in un programma multidisciplinare che tiene conto della varietà delle interpretazioni e costruisce slancio intorno alla ceramica nel ventunesimo secolo. La fondazione sostiene artisti, designer e artigiani nelle diverse fasi della produzione, fino alla promozione e riconoscimento del loro lavoro, costituendo una piattaforma per i creativi emergenti, nonché per progetti e narrazioni che fioriscono al di fuori dei sistemi di mercato consolidati. L'impegno della Fondazione nell'esplorare la cultura italiana si accompagna alla sua identità interculturale e al desiderio di creare un dialogo più ampio che risuoni su scala globale insieme a una rete ibrida di talenti, istituzioni e organizzazioni internazionali.