Anna Caruso – L’orizzonte degli eventi
Il titolo svela la relazione che intercorre fra le specifiche stilistiche del lavoro dell’autrice – lo spazio vuoto, l’assenza, le deformazioni anamorfiche delle figure e il concetto di memoria – e i principi dello spazio nella fisica e nella relatività, dove, appunto, L’orizzonte degli eventi, è termine che definisce la superficie limite, una regione dello spazio-tempo oltre la quale è impossibile osservare alcun fenomeno.
Comunicato stampa
INTERNO18 arte contemporanea ospiterà, dal 6 novembre al 7 dicembre, L’orizzonte degli eventi, mostra personale di Anna Caruso.
Il titolo svela la relazione che intercorre fra le specifiche stilistiche del lavoro dell’autrice – lo spazio vuoto, l’assenza, le deformazioni anamorfiche delle figure e il concetto di memoria – e i principi dello spazio nella fisica e nella relatività, dove, appunto, L’orizzonte degli eventi, è termine che definisce la superficie limite, una regione dello spazio-tempo oltre la quale è impossibile osservare alcun fenomeno.
Le opere in mostra, che fanno parte della produzione più recente della Caruso, sviluppano il concetto di spazio, inteso con una duplice valenza: luogo fisico e fenomenico.
Le architetture, nonostante risultino spesso strutturalmente improbabili, rimandano a spazi reali, vittime del tempo e dell’incuria. Immagini che sono il riflesso dell’insicurezza che l’uomo ha nel momento in cui si pone alla ricerca di risposte sul senso della propria vita e delle proprie azioni.
Non è il luogo specifico ad essere rilevante, né le figure a definirne l’importanza: ciò che pervade la rappresentazione è l’enigma dell’inadeguatezza umana, il timore e la bramosia di appartenere ad un substrato comune, identificabile in elementi strutturali che l’osservatore riconosce come luoghi di una città.
Interni ed esterni, anche se ritagliati e privati di una collocazione reale, consentono di mantenere un sapore urbano che colloca l’uomo nel tempo, sia che egli sia presente nella scena sia che ne sia totalmente assente. La tela bianca assume lo stesso valore comunicativo e visivo della parte dipinta, e, spesso, risulta essere protagonista.
L’autrice usa trasparenze e sovrapposizioni con l’intento di creare una visione di simultaneità, che allontana parzialmente l’osservatore dalla realtà, da ciò che viene mostrato, riconducendolo ad uno spazio immaginato e interiore.
Direzione, spazio, attesa: questi sono i punti focali della composizione, all’interno della quale l’uomo ricerca una propria identità e un proprio senso. Il risultato della ricerca non è necessariamente una risposta né un’immagine confortante.
Anche la scelta di una gamma cromatica ristretta è funzionale al desiderio di instaurare un dialogo con l’osservatore, che è spinto a continuare l’immagine dove è mancante e a riempire il bianco della tela con parti del proprio essere.
Anna Caruso è nata a Cernusco sul Naviglio (Mi) nel 1981. Vive e lavora a Milano.
Nel 2014 vince il premio speciale al Talent Prize ed è finalista al Premio Lissone, al Premio Arte Laguna e al Premio Terna 06; nel 2013 è finalista al Premio Arte Mondadori, al Premio Combat, e al Premio Bonatto Minella. Tra le personali più recenti ricordiamo Tetris presso lo Studio d’Arte Cannaviello (Milano) nel 2014. Tra le numerose esposizioni, si segnalano la collettiva del Premio Arte al Museo della Permanente di Milano e il ciclo di Nuova Pittura Italiana 2013-2014 (Milano, Cremona, Roma, Torino, Lisbona, Belgrado); Last Young a cura di Arianna Baldoni, Rossella Farinotti, Lorenzo Respi presso Villa Brivio, Nova Milanese, nel 2013. Tra le collettive del 2012 si evidenzia Coexist. Eight different kind of fantastic art presso E-Lite Studiogallery (Lecce), a cura di Ivan Quaroni.