Anna Valeria Borsari – Qui e altrove
«Qui e altrove», che non vuol essere una retrospettiva, cosa che comporterebbe un’esplorazione molto più articolata del lavoro dell’artista, ma raccoglie opere, o testimonianze di opere, soprattutto di quest’ultimo decennio, ove il rapporto con il reale si è fatto sempre più stretto, e le ricongiunge all’indietro con i suoi primi lavori, della fine degli anni Settanta, ove questo ingresso «nell’altro» ha avuto inizio, oltre la rottura dello specchio di Narciso.
Comunicato stampa
La Fondazione Mudima è lieta di presentare la mostra personale dell’artista Anna Valeria Borsari. In questi giorni si può vedere in più punti, per le strade di Milano, un grande manifesto con un mare d'inverno e la sola scritta, tratta dall'Apocalisse di S. Giovanni, che annuncia la fine delle arti in un mondo governato dai suoi «mercanti»: «. In te non si udranno più le armonie degli arpisti né dei musicisti né dei flautisti né dei sonatori di tromba; né sarà più trovato in te artefice di qualunque arte, e non si udrà più in te rumore di macina. In te non brillerà più luce di lampada, e non si udrà più in te voce di sposo e di sposa; perché i tuoi mercanti erano i principi della terra e perché tutte le nazioni sono state sedotte dalle tue magie. Giovanni, Apocalisse, 18». Il tema, biblico, è di grande attualità: la critica al consumismo, l'utopia di un mondo diverso, ora affascinano gli «Occupy Wall Street»; e tra il pensiero dei filosofi che portano avanti questo discorso, si colloca anche il «pensiero visivo» di un'artista, Anna Valeria Borsari, che dalla fine degli anni Settanta, con un percorso coerente, ha svolto nelle proprie opere questa tematica. I manifesti, peraltro anonimi, che in futuro saranno affissi in altre metropoli del mondo, anticipano ed accompagnano la mostra «Qui e altrove», che non vuol essere una retrospettiva, cosa che comporterebbe un'esplorazione molto più articolata del lavoro dell'artista, ma raccoglie opere, o testimonianze di opere, soprattutto di quest'ultimo decennio, ove il rapporto con il reale si è fatto sempre più stretto, e le ricongiunge all'indietro con i suoi primi lavori, della fine degli anni Settanta, ove questo ingresso «nell'altro» ha avuto inizio, oltre la rottura dello specchio di Narciso. E questo passaggio ha portato Borsari, già dal '77, da modalità operative di tipo strettamente concettuale, tipiche dei suoi esordi e della sua formazione, a specifici interventi su territorio, in luoghi abbandonati o fatiscenti, carichi di una loro storia, ove l'opera finiva per inserirsi «condividendone il destino» (A.V.B.).
«Nelle operazioni recenti di Anna Valeria Borsari possiamo individuare un'invadenza del reale che sembra non lasciare scampo», scrive Francesco Tedeschi all'inizio del testo introduttivo al catalogo, « Un reale che ci giunge dai mezzi di comunicazione (...), un reale che riflette i 'grandi discorsi' , i temi dell'attualità come le interrogazioni sul senso delle cose, ma che si ritrova anche negli incontri fortuiti, nei momenti della quotidianità: il reale in cui 'si inciampa'».
Il catalogo (ed. Mudima 2012) raccoglie inoltre testi originali di: Roberto Daolio, Emanuela De Cecco, Paolo Fabbri, Elio Grazioli, Giorgio Zanchetti.