Annamaria Gelmi – Geometria nello spazio
Questa mostra permette di ripercorrere alcune delle tappe fondamentali del lavoro di quest’artista partendo, nella prima sala, dalle opere che hanno caratterizzato i suoi cruciali anni Settanta.
Comunicato stampa
La Galleria Valmore di Vicenza è lieta di ospitare dal 29 settembre al 30 ottobre 2017 la mostra “Geometria nello spazio” dell’artista Annamaria Gelmi.
Annamaria Gelmi è una donna dell’arte che ha saputo sempre rinnovarsi grazie ad un’innata propensione per la sperimentazione con diversi materiali pur rimanendo fedele a una solida matrice di fondo che permette di riconoscere continuità e coerenza all’interno di un così ampio ventaglio di scelte espressive adottate. Oltre quarant’anni di attività le hanno concesso di raggiungere un equilibrio tra la sua parte razionale, rigorosa e di carattere fortemente progettuale, e la sua vena più romantica e sensibile derivante da un profondo lavoro di ricerca metafisico e trascendentale, nel segno di un costante dialogo con l’architettura.
Questa mostra permette di ripercorrere alcune delle tappe fondamentali del lavoro di quest’artista partendo, nella prima sala, dalle opere che hanno caratterizzato i suoi cruciali anni Settanta. Questo decennio vede Annamaria Gelmi lavorare ai suoi famosi ed evocativi lavori su acetato: le rigorose sequenze geometriche che, grazie alle peculiari caratteristiche del materiale di supporto, acquistano ulteriori significati nel dialogo imprescindibile con l’ambiente circostante.
Nella seconda sala viene proposta un opera recentissima e di grande forza intitolata “Oltre il sacro”. Questa installazione, in plexiglas specchiato e led, è stata scelta da una giuria internazionale come protagonista della XXV edizione della rassegna “Kunstraum Kirche”, la quale ogni anno promuove il dialogo tra tradizione e modernità nello spazio sacro del Duomo di Innsbruck attraverso l’installazione di opere d’arte contemporanea durante il periodo della Quaresima. L’opera è stata quindi collocata nel 2016 esattamente all’intersezione fra transetto e navata centrale del Duomo di San Giacomo con uno straordinario effetto di riflessi.
Nell’attuale collocazione l’opera, liberata dall’ingombrante dialogo con l’architettura barocca della basilica austriaca, riesce a coinvolgere l’ambiente circostante in un gioco di geometrie rigorose poste nello spazio.
Nel giardino, infine, l’installazione in acciaio corten “Doppio fiore”, un lavoro del 2012 che ben rappresenta un importante filone della produzione di Annamaria Gelmi. L’artista fin dagli anni Ottanta si è misurata con spazi aperti sempre più grandi e impegnativi collocandovi lavori caratterizzati dall’utilizzo dell’acciaio e dalla predilezione per soggetti che nel rigore geometrico portano un ricordo della natura, la narrazione di un Eden immaginario e perfetto, la ricerca, tutta laica, della sintesi della Creazione.
Biografia
Annamaria Gelmi, artista internazionale, originaria di Trento, si è formata nelle Accademie di Milano e di Venezia degli anni Sessanta. Sin dai suoi inizi artistici, fortemente caratterizzati da un impegno civile e da un’adesione alle ideologie femministe, ha cercato di elaborare l’espressione di un nuovo sentimento vitale, di una nuova idea dell’essere, determinata a comunicare al mondo il proprio pensiero.
Nelle varie fasi della sua rigorosa ricerca espressiva s’intrecciano personaggi e contesti suggestivi che hanno caratterizzato il panorama nazionale e internazionale dell’arte, a partire dagli anni delle grandi contestazioni giovanili.
Di grande significato le mostre personali del 1974 a Roma presso lo Studio d’arte moderna SM13, dove la Gelmi entra in contatto con artisti del calibro di Carla Accardi, madrina dell’astrattismo italiano, e quella di Milano organizzata dallo Studio D’Ars, con la presentazione del teorico e critico Umbro Apollonio. L’anno successivo, il 1975, vede invece la partecipazione di Annamaria alla mostra internazionale “Luce e Materia. Il Metacrilato nell’arte” curata da Giulio Carlo Argan.
Il tutto nel raccordo di sperimentazioni di forme e nuovi materiali come il plexiglas, eseguiti a partire dal 1973 sullo sfondo di alcune tra le più significative amicizie dell’artista. In particolare, quelle gravitanti intorno alla rivista D’Ars – con Oscar Signorini, Grazia Chiesa e Vanna Nicolotti–, che incontra a Calice Ligure, località diventata famosa nell’ambiente culturale internazionale per la presenza di Emilio Scanavino, uno dei massimi esponenti dell’arte informale. Grazie a questa presenza nasce una comunità artistica impegnata nella ricerca e nella sperimentazione d’avanguardia di cui la Gelmi fa parte, insieme a Paolo Icaro, lo stesso Scanavino, De Filippi, Brusamolino, Bonalumi e Nangeroni.
Seguono gli anni dell’incontro con l’arte rinascimentale, che vedono la Gelmi suscitare l’interesse, soprattutto nel 1987, di alcune riviste d’informazione economico-finanziaria a tiratura nazionale, ad esempio “Gente Money” dov’è eletta una delle “regina del colore”, e “Gentleman” dove viene indicata da Marina Mojana come una tra le cinque artiste rappresentanti “la punta di diamante della scultura contemporanea in Italia”.
Gli anni Novanta si aprono nel segno della scultura, con i lavori di grandi dimensioni in acciaio, spesso impreziositi da inserti in pietra, bronzo o rame: anni in cui l’artista fonda con cinque colleghi il gruppo di ricerca artistica Argentario ’95.
Il nuovo secolo è inaugurato invece con un grande mostra al Castello di Pergine (Trento), che segna una tappa importante per l’artista, che è chiamata a realizzare alcune grandi opere per il giardino e gli ambienti del maniero medievale.
Gli anni più recenti sono segnati da novità e felici ritorni, ma anche da prestigiose partecipazioni a numerosi eventi internazionali – come l’invito della Shanto-Mariam University of Creative Technology di Dacca e l’installazione “Oltre il sacro” nel 2016 per la XXV Edizione di “Kunstraum Kirche” nel Duomo di Innsbruck.