Annamaria Targher – Gentle Spring
Motivo ricorrente dei nuovi lavori è il ritorno ad una matrice astratto – decorativa di origine pittorica coniugata ad un uso massiccio e mimetico del collage che sortisce un’evocativa, quanto significativa mancanza di soluzione di continuità tra i due registri espressivi.
Comunicato stampa
A ridosso della ricorrenza cattolica della Festa delle Palme che coincide, per l’anno in corso, con l’Equinozio, debutto della Primavera, si apre nella residenza nobiliare cinquecentesca della Casa dei Gentili a Sanzeno l’ultimissima personale di Annamaria Targher.
Motivo ricorrente dei nuovi lavori è il ritorno ad una matrice astratto – decorativa di origine pittorica coniugata ad un uso massiccio e mimetico del collage che sortisce un’evocativa, quanto significativa mancanza di soluzione di continuità tra i due registri espressivi. Processo contenzioso (dove l’uno di genesi personalistica e l’altro dedotto dalle riviste patinate quale simulacro della realtà circostante, si fronteggiano) che si appiana sulla superficie del lavoro quando le pennellate si sfrangiano alla maniera espressionista - informale e trovano riscontro in accenni di vegetazione ritagliati con puntigliosa maniacalità dai giornali. Tentativo di riduzione alla similarità (altrimenti non naturale) di due linguaggi, estremamente perseguito attraverso una pratica estenuante di fiancheggiamento e costretta armonizzazione, le tele fissano sulla superficie, confermandoli, pittura e collage in un impasto cadenzato, ritmato, soppesato.
Sviluppatesi dapprima in verticale (secondo un movimento iterato, non convulso, ma lirico ed estatico) e fatte di superficie lucide in cui l’aleatorietà della colata è sovrastata da delle svelte concrezioni fatte di pennellate spesse e corpose, le ultime tele trovano realizzazione in appunti che si svolgono in orizzontale, come a citazione delle prime prove.
Nate come un’estrapolazione delle prime, la ridotta dimensione ha favorito (nell’esito e non nella intenzionalità) un ritorno alla sola pittura su una superficie che si fa piena, sovrastata, ingolfata: come se la pittura non potesse bastare a se stessa e si annullasse tramite il proprio parossismo.
Di fondo, rimane la tematica: anzi, da vegetale si fa prettamente floreale. Nelle ultime tele, non più citata con ritagli puntuali, ma supposta con pennellate sfuggevoli: ad evocare ancora fogliame, ma anche rami e soprattutto germogli.