Anneliese Müller Nisi / Aischa Gianna Müller – Che sei nei cieli
Donne di straordinaria forza e tempra, unite da un legame di sangue inscindibile. Una nonna e una nipote che si incontrano nella terra, nei campi e il cui confronto si realizza attraverso l’opera d’arte. Differenti i media prediletti: pittura e scultura la prima, fotografia e video la seconda.
Comunicato stampa
Domenica 9 giugno, alle ore 12:00, si apre una nuova mostra della stagione di Casa Sponge: UNA GOCCIA DI SPLENDORE. Scorrendo testualmente le parole del brano di Fabrizio De Andrè “Smisurata preghiera”, traccia dell'intera stagione espositiva, si scovano gli elementi che compongono questo toccante progetto: di umanità, di verità. È dallo sguardo delle due autrici, Anneliese Müller Nisi e Aischa Gianna Müller, verso l'alto che prende il titolo il progetto: CHE SEI NEI CIELI. Donne di straordinaria forza e tempra, unite da un legame di sangue inscindibile. Una nonna e una nipote che si incontrano nella terra, nei campi e il cui confronto si realizza attraverso l'opera d'arte. Differenti i media prediletti: pittura e scultura la prima, fotografia e video la seconda.
In conversazione, alla domanda “Quale è il tuo rapporto con la terra?” entrambe ci danno la medesima risposta, con lo stesso accenno di sorriso malinconico: “ Più ci spingiamo ‘in alto’ e ci allontaniamo con l’immaginario, più dovremmo diventare consapevoli della nostra relazione di dipendenza”. È proprio guardando in su e tentando di andare lontano che si avvia il percorso pensato per Casa Sponge, tra opere esterne ed interne si palesano nuvole cucite a quattro mani, greggi di pecore in movimento costante a rappresentare la vita.
Che significato ha per voi la frase CHE SEI NEI CIELI?
Anneliese: è la consapevolezza dell’essere che determina la relazione umana nei confronti della terra e dell’universo in senso lato. Le diverse culture attingono tutte da una energia che proviene dalla terra, dalla natura, lasciando sospeso nell’etere il mistero. Motivo per cui sono venuta a stare in Maremma: fu una mia inconsapevole attrazione verso le terre in cui sono vissuti popoli come gli etruschi. Dal gran tour è diventata subito casa e all’epoca, nei poderi già in abbandono, affioravano centinaia di reperti recenti, tutto materiale in ferro corroso dalla terra, tracce ultime di qualcosa che stava cambiando. Era come lavorare con dei reperti veri e propri.
Aischa: non è incredibile da quanti millenni fissiamo il cielo? A volte ho la sensazione che l’umanità sia comparsa proprio guardando in alto. La prima associazione che mi evoca la frase è rivolta a ciò che non riusciamo a cogliere, ciò che sta altrove e proprio per questo tanto ci affascina, mettendo in moto il desiderio umano di conoscenza, di superamento di un limite e spesso anche di ricerca interiore. I luoghi in cui sono cresciuta sono connotati da uno stretto legame con le pratiche rivolte alla terra e tutt’ora si percepiscono rimandi al mistero e al misticismo. Questo interesse non è una forma di nostalgia ma rispetto per questi aspetti. È lo stesso motivo per cui penso sia particolarmente importante sapersi mettere in ‘ascolto’ rispetto ad un luogo ancora inesplorato. Spesso, infatti, ’nei cieli’ di luoghi diversi si colgono storie e valori simili.
CHE SEI NEI CIELI, a cura di Stefano Verri, con l'intervento critico di Alice Zannoni, è visitabile su appuntamento fino al 1 settembre 2019. L'intera programmazione è un omaggio a Fabrizio De Andrè per la ricorrenza del ventennale dalla sua scomparsa.
Info: www.spongeartecontemporanea.net
Biografie:
Anneliese Müller Nisi è nata in Germania nel 1928, figlia del pittore Wilhelm Nisi è cresciuta in campagna e vive da molti anni in Maremma, a Scansano. Matura le sue esperienze in Germania e all'estero, dopo aver frequentato l'Accademia di belle Arti di Salisburgo sotto la direzione di Oskar Kokoschka, la classe di scultura di Giacomo Manzù e i corsi dei maestri Kubler e Lehmann. Le prime esperienze sono rivolte alla ricerca di nuovi mezzi espressivi portandola a sperimentare nuove tecniche, tra le quali l"alucromia", particolarmente adatta a grandi opere parietali, ricevendo per questo molte commissioni di lavori da enti pubblici tedeschi. Negli anni successivi produce anche sculture in marmo, bronzo e alluminio, fusioni di figure in cera persa in oro, bronzo e argento, tornando ad un ancestrale rapporto con il paesaggio negli anni dopo il trasferimento in maremma.
Aischa Gianna Müller è nata in Germania nel 1984 ma è cresciuta nel sud della Toscana, dove lavora, spesso in relazione diretta con la natura. Ha conseguito un BFA in Scenografia e un MFA in Fotografia e come studentessa ha lavorato negli studi cinematografici immersa in un mondo fittizio. La sua ricerca artistica comincia nel 2016. Punti focali della sua ricerca sono la crescente disconnessione dagli elementi naturali, il fallimento dell’attitudine antropocentrica e il significato di una pratica artistica all’interno del concetto di paesaggio. Aischa crea lavori minimalisti e concettuali sfruttando i limiti della rappresentazione e coinvolgendo elementi naturali in disturbanti interventi.