Annibale Oste – More craft more design
“More craft, more design” non è soltanto una personale dedicata ad Annibale Oste, una delle figure più rappresentative del design napoletano, ad un anno circa dalla sua scomparsa, ma è un “progetto”.
Comunicato stampa
IN MOSTRA AL RAVELLO FESTIVAL IL DESIGN CHE SI RICONCILIA CON L’ARTIGIANATO
SI INAUGURA, GIOVEDÌ 25 AGOSTO (ORE 11,30) IL TERZO VIAGGIO NELLE ARTI VISIVE
DEDICATO ALL’ARTDESIGNER NAPOLETANO ANNIBALE OSTE
Si intitola “…More craft, more design” il terzo viaggio nelle arti visive dedicato a una delle figure più rappresentative del design napoletano: Annibale Oste le cui creazioni, accompagnate da un percorso multimediale saranno esposte a Ravello a partire da giovedì 25 agosto (ore 11,30), presso il chiostro inferiore di Villa Rufolo. Il progetto, più che una mostra, si propone di focalizzare l’attenzione su un design che ascoltando le mille voci del Sud del mondo si riconcilia con l’artigianato, così come dimostrano i mobili e gli oggetti generati nel laboratorio di Oste.
La mostra, fruibile fino al 25 settembre prossimo, sarà introdotta da una serie di straordinari “video d’impressione” prodotti da Studio Azzurro. Si tratta, di una raccolta di riprese che parlano del rapporto tra uomo - materia - ritratto in un lungo viaggio nel Mediterraneo e che costituiscono il vero nucleo di un archivio antropologico.
Curata da Claudio Gambardella (direttore del dipartimento di Cultura del Progetto presso la Facoltà di Architettura dell’Università Federico II di Napoli che si è anche occupato della redazione del catalogo) in collaborazione con Mariasole e Vincenzo Oste, la mostra di design del Ravello Festival 2011, allestita anche quest’anno nel chiostro inferiore di Villa Rufolo, sarà inoltre arricchita dal video dell’opera immaginifica per sedici artigiani di Giorgio Battistelli, Experimentum Mundi, e da una presentazione multimediale dedicata alla figura di Annibale Oste.
Annibale Oste (Napoli 1942–2010), ha sin dall’inizio svolto la sua attività di ricerca e sperimentazione nel Rione Sanità, suo quartiere nativo, dove ancora oggi si trova il suo studio affidato ai figli, Mariasole e Vincenzo. Sempre a Napoli frequenta il Liceo Artistico e l'Accademia di Belle Arti, presso la quale è allievo degli scultori Emilio Greco ed Augusto Perez. Inizialmente influenzato da quest’ultimo, se ne distacca successivamente, per intraprendere una ricerca autonoma che lo induce a sperimentare materiali quali il gesso, il legno, la cartapesta, il bronzo, l'alluminio. Nel 1967, insieme a Riccini e Russo, tiene, presso la Saletta di Cassino, la sua prima mostra. Subito dopo dà inizio al ciclo “della vita e della morte”.
Quello praticato da Oste non può comunque considerarsi design tout court. Ed è anche per questo che gli storici del design hanno coniato il termine “art design”. Dalla fine degli anni ‘80, alla sua produzione consueta cominciano infatti ad affiancarsi installazioni ad ampia scala collocate in spazi pubblici. Così avviene in vari siti di Sansepolcro. Ma le esperienze più significative in tal senso sono da considerarsi probabilmente quelle condotte in Giappone: da “Le pont du ciel” (Osaka, 1987) fino ad “Acqua e Fuoco” (Wakayama, 1997). Testimonianza, infine, di una costante e instancabile attività di ricerca e sperimentazione, sono le varie mostre collettive e personali, di cui l’ultima, “Uccellini Uccellacci”, si è svolta nel complesso monumentale di Santa Maria La Nova, a Napoli, nell’aprile del 2010.
La mostra dedicata all’opera di Oste è l’ultima di tre grandi “viaggi” nel design, nell’arte contemporanea e nel patrimonio paesaggistico e culturale della Campania.