Anomalia Exstinta
Teschi di animali in bronzo e argento, resine di insetti giganti, blow-up di animali ad incerti stati di decomposizione, crust di vitellone come antichi cartigli e poi profumi mistici, suoni sciamanici, gli elementi che contraddistinguono l’atmosfera evocativa di Anomalia Exstinta.
Comunicato stampa
Teschi di animali in bronzo e argento, resine di insetti giganti, blow-up di animali ad incerti stati di decomposizione, crust di vitellone come antichi cartigli e poi profumi mistici, suoni sciamanici, gli elementi che contraddistinguono l'atmosfera evocativa di Anomalia Exstinta.
Originalmente ispirato ai metodi di classificazione di Georgie Cuvier e Juan Valverde de Amusco , il nome della mostra trae la propria linfa immaginifica dalla memoria di certe pratiche artigianali, in contrapposizione al luogo di apertura delle diverse realtà di cui la Specola è contenitrice.
Ecco dunque lo scintillante sorgere di teschi metallici di Fabio Anfossi, se non di candide libellule giganti di Lorenzo Possenti, anomalie materiche che tendono non solo a stravolgere il soggetto, ma anche a violentarlo nei suoi parametri anatomici, in relazione a specifiche pratiche alchemiche di conservazione e consolidamento dell'organico. E poi ancora una pelle di vitellone grezzo inciso da punte metalliche e colore da Alessandro Di Grande, nel quale l'esagerato supporto in relazione al medium impiegato diventa vettore di terzi messaggi.
Analisi e osservazione di un mondo che nella fotografia di Giovanni Presutti certo non manca di elevare a potenza il soggetto animale, che sceglie però di rappresentare trasversalmente attraverso una serie di gigantografie. Ad avvolgere l'intera visione è l' intervento sonoro di Darshan.
Ponendosi con distacco rispetto a quello spirito di scienza e classificazione che ne cataloga ogni specie di razza animale, l'ambiente proposto in situ dagli artisti ne raccoglie le spoglie, fungendo quasi da reliquiario di una natura che smarrisce i propri connotati.
Anomalia exstinta vuole essere un non luogo, una dimensione in parallelo al museo, che dirotta il percorso zoologico in un'atmosfera evocativa innaturale,artificiosa, tipica dell'egoistica invadenza dell'uomo sulla natura.