Anselmo Francesconi (1921–2004) – Ipotesi di forma

Informazioni Evento

Luogo
FONDAZIONE E MUSEO UMBERTO MASTROIANNI
Piazza Caduti dell'aria, snc. 03033 , Arpino, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al

martedì - venerdì 9,30 - 12,30
sabato - domenica 9,30 - 12,30 16,00 – 18,00

Vernissage
11/09/2015

ore 18

Biglietti

ingresso libero

Artisti
Anselmo Francesconi
Curatori
Martina Corgnati
Generi
arte contemporanea, personale

La mostra, a cura di Martina Corgnati, ricostruisce attraverso una selezione significativa di opere – sculture in bronzo e pietra, dipinti e disegni – le tappe della feconda carriera di un artista di grande interesse, per vitalità e complessità di ricerca.

Comunicato stampa

Venerdì 11 settembre 2015 alle ore 18,00 presso la Fondazione Umberto Mastroianni di Arpino (Fr) apre al pubblico la retrospettiva Anselmo Francesconi (1921 – 2004): ipotesi di forma. La mostra, a cura di Martina Corgnati, ricostruisce attraverso una selezione significativa di opere - sculture in bronzo e pietra, dipinti e disegni - le tappe della feconda carriera di un artista di grande interesse, per vitalità e complessità di ricerca.
Il percorso espositivo, ospitato nella sala delle mostre temporanee negli antichi spazi del Castello di Ladislao, si articola intorno a circa quaranta lavori, per delineare le fasi differenti dell’attività di Francesconi: da una composta armonia di matrice classica al passaggio verso una sintesi di matrice postcubista sempre più accentuata, fino alla conquista di una articolazione formale dirompente che scardina la sintassi plastica per aprirsi a un rapporto dialettico con lo spazio.
La mostra, visitabile fino al 25 ottobre, si pone come punto fermo per una ricostruzione critica della figura di Anselmo Francesconi, artista slegato da qualsiasi schema e stile, che ha trovato nella scultura la sua espressione più congeniale.
Le sue opere, che come cartina di tornasole permettono di leggere il raggiungimento di punti fermi, il rovello di riflessioni teoriche e l'influenza dell’ambiente culturale, sono state esposte in importanti sedi museali pubbliche e private, in Italia e all’estero come a New York, Londra, Parigi, Losanna, Ginevra e Teheran.

Cenni biografici
Anselmo Francesconi (Lugo di Romagna, 1921 – Milano 2004) ha studiato scultura e pittura all’Accademia di Belle Arti di Brera sotto la guida di Aldo Carpi e di Marino Marini. Dopo uno stage in Spagna negli anni Cinquanta, nel corso del quale “scopre” l’arte iberica, si trasferisce a Parigi, dove rimane per qualche anno. Ha vissuto poi a Londra, Milano e Panarea, luogo di speciale importanza per la sua arte e fonte di costante ispirazione.
Nei primi anni, entro il 1955, la sua scultura in bronzo risente in modo evidente del postcubismo e dell’influsso di Marino Marini, la cui lezione viene però declinata in termini originali dal giovane artista, specialmente attento alle relazioni fra forma piccola e forma grande, esplorate attraverso i temi della maternità e della figura femminile.
Nel 1955, a Panarea, la scoperta della pietra vulcanica cambia il suo approccio alla forma, che non è più imposta al materiale ma estratta o cercata nei blocchi stessi di lava contorti e alterati dagli agenti atmosferici. Con un approccio vagamente surrealista, Anselmo cerca qualcosa già presente, di naturale. Nel 1958, nello stesso modo, quasi casualmente, scopre la terracotta e si dedica con una specie di frenesia alla modellazione di vasi antropomorfi, definiti da Marco Valsecchi “le divinità pagane del nostro tempo”. Un terzo, significativo passaggio si dà negli anni successivi quando Anselmo, parallelamente a Pietro Consagra ma senza che fra i due ci siano contatti o rapporti, svuota il volume della scultura fino a renderla bidimensionale, piatta, un puro profilo sensibile alla luce e in guizzante movimento, il cui punto d’approdo è La via. In seguito, dopo anni di ritorno al volume astratto e di ricerca sulla pittura, nel 1982 torna alla scultura dal taglio quasi bidimensionale ma questa volta su grandi dimensioni, formando una serie di entità antropomorfe in legno, metà animali e metà vegetali, raccolte sotto il titolo emblematico di La selva.
Nel 1988 espone a Ravenna e al Museo di Bulle in Svizzera un’esaustiva mostra antologica, accompagnata da un catalogo con testo critico di Giorgio Seveso, delinea l’importanza del linguaggio elaborato dall’artista. Nel 1998 la Scoletta della Cattedrale di Padova e l’Europa Zentrum di Meissen in Germania espongono Il Massacro.
Dal 1996 al 2004, anno della morte, Anselmo Francesconi ha vissuto e lavorato a Milano.