Anthony Coleman / Guadalupe Salgado – Near to singularity unclear which side

Informazioni Evento

Luogo
THE FLAT - MASSIMO CARASI
Via Paolo Frisi 3, Milano, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al

da martedì a sabato > dalle 14:30 alle 19:30 o su appuntamento

Vernissage
30/01/2025

ore 18

Artisti
Anthony Coleman, Guadalupe Salgado
Generi
arte contemporanea, doppia personale

Attraverseremo i secoli, anzi i millenni con le sculture-Peluche dell'”Archeologia low-budget” di Guadalupe Salgado e decifreremo i disegni inequivocabilmente di Anthony Coleman. Nei due artisti la manualità è il tratto distintivo imprescindibile.

Comunicato stampa

“Near to singularity, unclear which side”…
*Ho sempre voluto scrivere una storia di sei parole. Eccola: “Near to singularity, unclear which side…” {"vicino alla singolarità; non è chiaro da che parte”.}
È uno dei primi tweet del 2025 di Sam Altman (CEO di OpenAI).
Il formato della storia in 6 parole è un giochino che è stato reso popolare dalla rivista Wired, invitando scrittori a sintetizzare una storia o un concetto in sole 6 parole, esaltando quindi creatività e brevità.
Il tema condensato da Altman è complesso e ruota attorno all'evoluzione dell'intelligenza artificiale. Si tratta di un gioco di parole sul concetto di Singolarità Tecnologica, un ipotetico momento futuro in cui l'Intelligenza Artificiale supererà l'Intelligenza Umana, portando a cambiamenti imprevedibili nella civiltà, come descritto dal futurista Ray Kurzweil nel suo libro "The Singularity Is Near". Questa Singolarità è spesso caratterizzata dalla fusione dell'Intelligenza Umana con l'intelligenza Artificiale, portando potenzialmente ad un aumento esponenziale delle capacità tecnologiche oltre l'attuale comprensione.
La frase "non è chiaro da che parte" suggerisce ambiguità e forse mette in dubbio se siamo ancora in grado di distinguere la differenza tra le due. Ciò riflette un tema comune nelle discussioni sull'AI, in cui il confine tra Intelligenza Umana e Intelligenza Artificiale diventa sempre più sfumato.
Stiamo entrando in un Limbo, o meglio, siamo già in una terra di mezzo di cui i più sono ignari, inconsapevoli dei rischi così come dei benefici e impauriti dagli sviluppi…la confusione è notevole come è tipico dei momenti topici della storia umana.
Prendo in prestito l’affermazione-quesito in 6 parole di Sam Altman per introdurre la mostra che mette in conversazione due artisti.
Non aspettatevi cyberart o profezie futuribili. Al contrario!
Sfrutto questo oracolo per antagonizzare ed enfatizzare la "Singolarità" Artistica, capace di sovvertire le aspettative, e quindi affermare -almeno in questo ambito- la superiorità dovuta all' imprevedibilità e straordinarietà del pensiero e dell'agire umano.
Incontreremo draghi, sirene e animali mitologici, pure invenzioni dell’uomo, e mostri dell'horror assieme a qualche attempata Pop Star.
Attraverseremo i secoli, anzi i millenni con le sculture-Peluche dell'"Archeologia low-budget" di Guadalupe Salgado e decifreremo i disegni inequivocabilmente di Anthony Coleman. Nei due artisti la manualità è il tratto distintivo imprescindibile. È il tramite che li rende identificabili ed autentici, in una parola UNICI.
La manualità come la calligrafia sono singolarità di ogni essere umano, sono una traduzione inconsapevole del proprio essere. Ma raramente si manifesta come immediata riconoscibilità e solo per alcuni artisti questa diventa cifra stilistica.
Anthony Coleman, artista autodidatta che si esprime tramite il disegno, è conosciuto in tutto il mondo grazie alla stravaganza nel tradurre i personaggi che popolano la sua quotidianità e nel reinterpretare la cultura pop.
È un artista con limitate capacità linguistiche, ma grandissime doti espressive nel momento in cui incontra i materiali chiave per la sua arte: carta e matite.
I ritratti di Anthony Coleman talvolta sono riferibili ad animali umanizzati dei fumetti, a clown o mostri usciti dalla penna di scrittori horror; tutti possono essere assimilabili ai miti dell’antichità o ne sono dei diretti discendenti: i soggetti sono sempre rappresentati frontalmente, come divinità egizie e sembrano emettere CAMPI DI FORZA. Presentano caratteristiche persistenti che ne dettano infine lo stile distintivo dell'artista:

nasi come becchi allungati, volti spigolosi, sfondi dai colori piatti ma sgargianti, tonalità tipici delle mascotte dei marchi commerciali.
Al primo sguardo appaiono come disegni infantili, ma risulta imprescindibile l'autenticità del tratto. Si possono non conoscere i personaggi ma è impossibile non riconoscere un suo disegno.
È palpabile la genuinità e la dedizione con cui l'artista di Philadelphia persegue il compito di esprimersi e di lasciare un segno tramite la sua arte: per dirla con le parole di Whitney Mallet nell'articolo apparso sulla rivista Carhartt WIP #10, Anthony Coleman è un artista che non sta cercando di essere nessun altro se non sé stesso.
Guadalupe Salgado si tuffa nella Storia e con un approccio quasi sociologico sottolinea i tratti fondanti dell'uomo e della "civiltà": prima disegna scene che prendono successivamente forma scultorea - installativa. Rievoca culture distanti, occidentali così come mesoamericane (maya, aztechi, toltechi, indios), e mette in evidenza le aggressioni, le sopraffazioni ma anche la necessità dei Miti o delle religioni. L'artista messicana frulla, interpreta e critica la storia dell'Umanità, attraverso la rivisitazione in chiave ludica, talvolta pop, di reperti archeologici. Crea scene che mettono in luce le idiosincrasie dell’essere umano, costanti nei secoli, anzi nei millenni. Incontriamo quindi riti sacrificali, statuette votive, animali mitici, benedizioni e maledizioni che in tutte le parti del globo hanno segnato le civiltà. Beffardamente trasla i millenni in soffici peluche di lana punzonata, scardinando la pregnanza tipica dei reperti archeologici arrivati a noi come vestigia di umanità trascorse. Guadalupe copia la "Venere di Willendorf", riproduce il "Serpente a due teste", scultura azteca conservata al British Museum e se ne appropria restituendo sculture leggere, prive di peso, che sovvertono le aspettative e ci trascinano con sguardo insolito sul passato, sullo stato di rovina, stagionale e di sistema e ci mostra la satira nella tragedia, nello stile distintivo dell'artista.
"Ogni artista ruba. Ma forse sono solo i veri grandi artisti che non possono fare a meno di fare qualcosa di proprio quando lo copiano. Qualcosa nel processo fa sì che la cosa originale venga tradotta lungo il percorso, intrisa di un gesto o di una qualità che solo quell'artista avrebbe potuto darle. Per quanto io cerchi di resistere alle grandi affermazioni sull'arte, credo in questa. E perdonatemi se tiro fuori l'intelligenza artificiale, ma man mano che gli strumenti di apprendimento automatico diventano più bravi a imitare ciò che possiamo fare, in tutti i media, questa ineffabile qualità idiosincratica ha sempre più valore. Non sono sicuro che i grandi artisti siano più unici del resto di noi. Sembra più corretto dire che hanno trovato un modo per incanalare con successo la loro frequenza individuale. Se credi che ognuno di noi sia un fiocco di neve speciale, allora la grande arte potrebbe essere qualcuno che parla con una voce autentica per ciò che è (invece di cercare di essere qualcosa che non è)." (cit. Whitney Mallett, Wip Magazine #10, 2024)
L’intelligenza artificiale sicuramente crea già prodotti artistici, ma come saranno riconoscibili e unici? Ad oggi, “le macchine” copiano o “creano” su input assegnati dall’uomo. La creazione di immagini di AI nasce dall'impulso del suo creatore in carne ed ossa. Ma non sembra ancora in grado di generare un pensiero autonomo, tanto meno un pensiero dirompente. Questo appare per il momento come un tratto unico dell'umano. Ciò che, per ora, manca alla macchina è l'urgenza, la necessità fisica e mentale del fare tipico dell'artista, E il modus operandi del tutto personale che implica un’anomalia del pensiero e dell'interpretare il mondo.
Daniela Barbieri