Antonella Romano – Ricami

Informazioni Evento

Luogo
CHIESA SAN GIUSEPPE DELLE SCALZE
Salita Pontecorvo 65 , Napoli, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al
Vernissage
01/05/2016

ore 19

Artisti
Antonella Romano
Curatori
Carmen Vicinanza
Generi
arte contemporanea, personale

La mostra Ricami fa parte della Rassegna T-essere per la XXII edizione del “Maggio dei Monumenti” del Comune di Napoli.

Comunicato stampa

Antonella Romano, è un’artista a tutto tondo, proviene, infatti, dal teatro. Con un rituale lento e laborioso, una ripetizione quasi mantrica, forgia le sue sculture con il fil di ferro, intrecciandolo a mani nude. Uno stile inconfondibile, il suo. Leggere e pregne di significato, le sue installazioni, sono veri e propri ricami in ferro. Figure cariche di simbologia: la Grande Madre, L’Uomo Nuovo, la Ricapitolazione Sciamanica, la Sirena, I Pesci, rappresentano la summa dell’indagine poetica dell’artista partenopea. Seni, melograni, cuore anatomico, specchio, tutti elementi di spiccato simbolismo sono contenuti all’interno delle gabbie di ferro. Le tematiche principali dell’opera di Antonella Romano sono il ritorno all’essenza, all’istinto nella piena libertà di espressione e sentimenti. Figure leggere, trasparenti, ma forgiate con elementi duri quali il ferro, il piperno, a sottolineare la forza dei materiali, delle radici e per contrasto, l’anelito di affrancamento e il desiderio di volare via. Nel suo operato si evidenza il grande amore per la natura, per la vita, con tutte le sue contraddizioni e fragilità, ma prepotente è anche il rapporto con la morte, col dolore.

Ricami e simboli
Antonella Romano ricama a mani nude. Intreccia chilometri di fil di ferro in un minuzioso e certosino lavoro che forgia figure mitiche e straordinarie. Immagini delicate, leggere, dense di significati esignificanti. Uno stile unico, il suo. Un incessante tessere, ormai divenuto abile tecnica che le concilia la riflessione, che la mette più a contatto con pensiero e interiorità. Nelle sue trame, c’è il frutto della sua conoscenza, della sua esperienza di vita, del pensiero recondito e di quello forgiato dall’esterno. Le sue soavi sculture hanno percorso varie tappe dell’anima e del sapere. A cominciare dalle sue sfere, ispirate dalla ricapitolazione sciamanica, che implica l’enumerare e poi rimuovere gli effetti che si sono accumulati nel corso della vita, nel corpo fisico ed energetico. Bolle di ferro filato che contengono gli oggetti di transizione del suo vissuto, un cuore umano, il calco delle mani, lo specchio col quale sial’artista che lo spettatore è costretto a fare i conti. La sfera simboleggia la protezione, ma anche la gabbia, la morte da cui liberarsi e con la quale fare i conti, costantemente. Un omaggio toccante e raffinato è una sfera dedicata alle spose bambine di tutto il mondo. Al fenomeno di schiavitù velata o meno, alquale ancora oggi, troppe donne, sono costrette. I pesci, delicate figure sospese al soffitto, richiamano il male che facciamo costantemente al nostro pianeta, ai nostri mari, a noi stessi. Le bocche sono spalancate, non hanno un colore definito, tranne un solo esemplare, che vuole essere l’auspicio per un mondo migliore e una maggiore consapevolezza e rispetto della natura.
Un lavoro femminile e al femminile, quello di Antonella Romano. Tra le sue opere troviamo un potente omaggio alla Grande Madre, costituito da un busto di donna e tre grandi seni che contengono dei melograni, frutti che simboleggiano la vita e la morte, ma soprattutto la fertilità, il sangue, l’energia vitale. Una bellissima Sirena rappresenta la libertà, l’istinto, la fluidità, il femmineo. La consapevolezza che bisogna sentirsi liberi di andare per restare, in qualsiasi occasione. L’anelito a rapporti concreti, senza finzioni, che soltanto affrancandosi, divengono reali. L’artista segue e nutre il suo istinto senza reprimere alcun flusso che si trova a incontrare. L’ultima opera, quella a cui ha lavorato per oltre un anno, costituita da una trama talmente fina che pare impossibile sia stata intessuta a mani nude è L’Uomo Nuovo. Una scultura oblunga poggiata su un impiantito luminoso ricoperto di sampietrini, oggetti che Antonella Romano usa spesso come fondamenta per le sue sculture, nella contrapposizione materica della pietra con la leggerezza del fil di ferro. L’unico uomo presente nella mostra, rappresenta l’energia che viene dal basso, dalla terra, la luce che crea e rigenera, lo sprone alla vita, l’amore per la natura, sola condizione possibile, per l’artista, capace di rigenerare l’umanità e segnare un preciso cambiamento di svolta.
Sculture di trame contenenti profonde riflessioni che, seppur composte da un materiale forte quale il ferro, anelano a dare l’impressione di trasparenza, di effimero. Come la stessa Antonella, una roccia che abita una marea di fragilità e debolezze di cui non si vergogna, dalle quali, anzi, trae potenza, arte e bellezza.
Carmen Vicinanza

La mostra Ricami, che inaugura il giorno 1 maggio 2016 alle ore 19, è a cura di Carmen Vicinanza e fa parte della rassegna T-essere per la valorizzazione del Complesso di San Giuseppe delle Scalze, a cura di Archintorno con il coordinamento delle Scalze.

Il giorno 7 maggio con le visite guidate al monumento si potrà assistere anche allo spettacolo teatrale Cunto di Mare e Ferro, tratto da un romanzo di Andrea Camilleri con Rosario Sparno e la stessa Antonella Romano.
Le visite sono su appuntamento, prenotazioni al numero +39 3392255494 e via mail: [email protected]

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