Antonello Ghezzi – Via libera per volare
Via libera per volare, è un progetto del duo artistico bolognese formato da Nadia Antonello e Paolo Ghezzi – in arte Antonello Ghezzi – che si aprirà al Museo Davia Bargellini.
Comunicato stampa
Via libera per volare
Un progetto di Antonello Ghezzi, con la partecipazione di Luigi Mainolfi
A cura di Manuela Valentini e Olivia Spatola
Dal 21 gennaio all’1 marzo 2020
Inaugurazione
martedì 21 gennaio, ore 17.30, Museo Davia Bargellini
Palazzo Davia Bargellini
Palazzo d'Accursio
Aeroporto G. Marconi
Policlinico Sant’Orsola, reparto di pediatria
Casa delle Culture, Casalecchio sul Reno
Evento promosso da Legati al Filo - Festival per l'innovazione sociale
In collaborazione con
Chiara Belliti, Silvia Evangelisti e Galleria ME Vannucci di Pistoia
e con
Istituzione Bologna Musei | MAMbo | Museo Davia Bargellini, nell'ambito dei Main project ART CITY Bologna 2020 in occasione di Arte Fiera
Grazie a
La Semaforica S.r.l., Datalogic S.p.A, Threestones Capital e Vetreria San Martino
....Prima di spegnersi il semaforo blu fece in tempo a pensare:
“Poveretti! Io avevo dato il segnale “via libera” per il cielo.
Se mi avessero capito, ora tutti saprebbero volare. Ma forse gli è mancato il coraggio”.
Gianni Rodari, Il semaforo blu
Abbiamo un infinito bisogno di sognare.
Abbiamo così tanto bisogno di arte che ci aiuti a farlo, perché spesso ce ne manca il coraggio.
Il centenario della nascita di Gianni Rodari sembra arrivare esattamente per ricordarci questa necessità dell'uomo. Via libera per volare, è un progetto del duo artistico bolognese formato da Nadia Antonello e Paolo Ghezzi – in arte Antonello Ghezzi – che si aprirà al Museo Davia Bargellini il 21 gennaio alle ore 17,30 - e a seguire nelle altre sedi diffuse della mostra - durante l'ottava edizione di ART CITY Bologna - il programma istituzionale di mostre, eventi e iniziative speciali promosso dal Comune di Bologna, in collaborazione con BolognaFiere in occasione di Arte Fiera (dal 24 al 26 gennaio).
Via libera per volare si avvale anche della collaborazione di Chiara Belliti, Silvia Evangelisti e della Galleria ME Vannucci di Pistoia.
Il progetto è a cura di Manuela Valentini e Olivia Spatola in collaborazione con Istituzione Bologna Musei | MAMbo | Museo Davia Bargellini, nell'ambito dei Main project ART CITY Bologna 2020 ( in occasione di Arte Fiera) e con l’Associazione Culturale Legati al Filo e con la Casa delle Culture di Casalecchio sul Reno; il progetto si avvale del prezioso supporto di La Semaforica, Datalogic S.r.l, Threestones Capital e Vetreria San Martino.
Semafori blu sparsi in città, saranno immaginifiche postazioni di volo, satelliti del cuore della mostra di Palazzo Davia Bargellini dove il semaforo per sognare sarà in dialogo con la collezione permanente del museo e con l’opera del maestro post-concettuale Luigi Mainolfi "Per quelli che volano".
Inoltre, i magici semafori blu verranno dislocati in punti nevralgici del centro di Bologna creando delle vere e proprie “postazioni di volo”: tra queste, non poteva mancare l’Aeroporto Guglielmo Marconi, Palazzo d’Accursio, cuore della vita economica e culturale cittadina, Palazzo Davia Bargellini, il Policlinico di Sant’Orsola grazie alla collaborazione con la Fondazione Policlinico Sant’Orsola, e la Casa delle Culture di Casalecchio sul Reno.
L’allestimento nel museo di Strada Maggiore è inteso dagli artisti come un susseguirsi di indizi che piano piano svelano il segreto della loro essenza: specchi che mandano segnali, nuvole leggere sospese tra cornici antiche e ridondanti, luci blu come il colore del cielo.
Finché a palesarsi è l’intento auspicato dal semaforo di Gianni Rodari: “prestare” alle persone gli occhi per vedere i segnali che l’arte cerca di trasmetterci.
Chi crede nelle favole, non è ancorato all’asfalto della strada, ma è capace di volare con la fantasia. L’insegnamento di Rodari viene preso alla lettera dagli artisti. Il valore della fantasia, che il cielo rappresenta, e per loro forma di realtà.
Il sogno rende la vita migliore e la capacità di volare è un privilegio che gli adulti spesso perdono e che gli artisti invitano a perseguire, aiutati dal loro lavoro, quale vettore per un oltre della mente e della fantasia.