Antonello Morsillo – La vertigine della memoria

Informazioni Evento

Luogo
FONDAZIONE DEI MONTI UNITI
via Arpi 152 , Foggia, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al

La mostra sarà visitabile fino a sabato 8 febbraio 2020, tutti i giorni esclusi i festivi, dalle ore 10 alle 13 e dalle 17 alle 20.

Vernissage
27/01/2020
Biglietti

ingresso libero

Artisti
Antonello Morsillo
Generi
arte contemporanea, serata - evento, personale

In Fondazione le musiche di Kropinski e l’arte Suridealista di Antonello Morsillo per celebrare il Giorno della Memoria.

Comunicato stampa

Lunedì 27 gennaio 2020, la Fondazione dei Monti Uniti di Foggia celebrerà il Giorno della Memoria con due eventi che si terrano presso la sede di via Arpi 152.
A partire dalle ore 18:00, in sala “Rosa del Vento”, si terrà un concerto di musica concentrazionaria, sulle melodie di Josef Kropinski, eseguite dal vivo dal Quartetto della Fondazione Musicalia (Oraziantonio Sarcina, Violino; Marcello De Francesco, Violino; Edoardo Caiazza, Viola; Daniele Miatto, Violoncello). Il programma prevede l’esecuzione del canto tradizionale “Hèvènu Shalom Alèchem” di J. Kropinsky, e dei brani: Tesknota, Oberek "Kazik", Zal!, Polka Zygmund, Mazurek Wojtus, Mazurek Jurek.
A seguire, il presidente e il vice presidente della Fondazione, Aldo Ligustro e Gaetano Cristino, inaugureranno la personale di Antonello Morsillo intitolata “La vertigine della memoria. L’arte come urgenza etica”, che resterà in allestimento fino al prossimo 8 febbraio 2020.
“Lo scorso anno la Fondazione decise di partecipare con una propria iniziativa alle celebrazioni indette per la ricorrenza del Giorno della memoria – spiega il presidente Ligustro -. A tale decisione ci spinse la constatazione che, a vent’anni dall’istituzione di tale ricorrenza l’auspicio in essa espresso non solo tardasse a penetrare la coscienza collettiva, ma venisse nei fatti disatteso da comportamenti che lasciavano intravedere la sia pur remota possibilità che ciò che era stato potesse ripetersi. A distanza di un anno, la situazione sembra addirittura peggiorata, se una delle vittime delle leggi razziali, la senatrice Liliana Segre, testimone dell’Olocausto, è costretta a vivere sotto tutela perché insultata e minacciata di morte. Ecco allora che creare momenti e occasioni di confronto per non dimenticare, affinché la memoria venga ravvivata di testimonianze, risulta ancora indispensabile”.
“Quest’anno la narrazione e la riflessione su ciò che è stato – conclude il presidente della Fondazione - si avvarrà dell’arte di Antonello Morsillo, un artista definito dalla critica suridealista perché pone al centro della sua opera l’attenzione a temi come il pregiudizio, il razzismo, l’ingiustizia sociale, la crudeltà umana, ma anche la capacità dell’uomo, una volta liberatosi della benda dell’ignoranza, di compiere gesti altruistici, di sacrificare anche la propria vita per garantire la vita ad altri”.
A proprosito della mostra, il curatore Gaetano Cristino ha spiegato nell’introduzione al catalogo che “per Morsillo l’arte deve avere un senso, deve essere strumento di conoscenza della realtà sociale ed esistenziale. E da alcuni anni ormai ha dato una svolta alla sua arte ponendo in primo piano la necessità di tener viva la memoria dei martiri di ogni tipo di violenza. Questa mostra ne è un saggio. Essa contiene opere presentate in precedenti allestimenti, da Shoah, i risvolti del pregiudizio a Svestiti di carne, i martiri del pensiero a Suridealista, l’arte come urgenza etica, ma anche opere presentate per la prima volta, come Fiabe perdute, in ricordo di tutti i bambini uccisi nei campi di concentramento, che chiude la sezione dedicata ai martiri della Shoah. Un’opera essenziale e struggente, lirica e drammatica: un palloncino rosso, trattenuto da un filo spinato, con dentro una figura disperata, e tutt’intorno la deflagrazione, “l’esplosione di geni – come dice l’Autore - che avrebbero meritato un mondo diverso mentre urlano la vita”.
“Questo ci dice Morsillo anche con la galleria di personaggi che compongono la seconda sezione di questa mostra, che idealmente si ricollega, per più di un aspetto, alla prima. Eretici, visionari, libertari, pacifisti, democratici – conclude Cristino -, non hanno avuto vita facile nel corso dei secoli, come insegnano, tra le altre, le vicende esemplari di Giordano Bruno, Gandhi, Marat, Marielle Franco: martiri del pensiero e della democrazia”.