Antonio Agresti – Cicatrici
Quarto appuntamento del 2013 con la rassegna MAD ON PAPER fotografia incisione e pittura – su “la scala rossa de La Feltrinelli”, curata da Fabio D’Achille per MAD, con la mostra “Cicatrici” dell’architetto/pittore Antonio Agresti.
Comunicato stampa
Quarto appuntamento del 2013 con la rassegna MAD ON PAPER fotografia incisione e pittura – su “la scala rossa de La Feltrinelli”, curata da Fabio D’Achille per MAD, domenica 28 aprile alle ore 18,00, con la mostra “Cicatrici” dell’architetto/pittore Antonio Agresti.
“L’anima della poetica artistica di Antonio Agresti è quella di conferire nuova vita a ciò che comunemente viene dimenticato, rifiutato, gettato nei cassonetti della spazzatura perché considerato ormai obsoleto, fuori moda. Il modo più congeniale ad Antonio per effettuare questa operazione consiste nel creare dei collage di carte stratificate, giornali, manifesti trovati per strada che vengono incollati subendo così una corrosione cromatica attraverso un trattamento organico. Antonio preleva i materiali donati dalla natura urbana e li rielabora, li manipola dandogli una geometria costruita da lui. Ecco allora che prendono vita le sue “Cicatrici”, “cicatrici che non sanguinano”, come afferma l’artista, perché il materiale comune, materiale che potremmo definire fuori tempo, emarginato, viene trasformato dalla fantasia di Antonio, il quale crea degli strappi visibili che danno nuove e diverse direzioni al piano geometrico. Il progetto di Agresti ha una valenza collettiva, globale, democratica, trova realizzazione in un labirinto di immagini che evocano una presenza/assenza, vuole essere uno stimolo alla creatività insita in ognuno di noi e al recupero di una comunicazione autentica, corporea. L’artista, memore delle materiche chiazze cromatiche di Burri e della grafica dei manifesti strappati e ricomposti di Rotella, mostra rispetto per i doni della natura urbana, poiché le tracce della composizione originaria permangono e sono soggetti a una metamorfosi, come un taglio sulla pelle che viene ricucito e cicatrizzato, subendo così una rigenerazione, alla stregua di una fenice che risorge dalle proprie ceneri”.
Laura Cianfarani