Antonio Brighenti
Una mostra dedicata alla produzione ritrattistica di uno dei pittori locali tra i piu’ attivi nel corso del XIX secolo. Fu illustratore fedele dei compaesani e instancabile decoratore al servizio del cattolicesimo del tempo.
Comunicato stampa
Il MAT - Museo Arte Tempo Città di Clusone dedica una mostra alla produzione ritrattistica di uno dei pittori locali tra i più attivi nel corso del XIX secolo: Antonio Brighenti.
Nato a Clusone nel 1810 ed ivi morto nel 1893, Antonio Brighenti appartenne ad una famiglia presente nel borgo fin dal XVIII secolo, attiva in campo artistico con la bottega pittorica, avviata ad una produzione intensa ed apprezzata dal padre Giovanni (1782-1861), ma anche nel campo musicale con gli organisti della cattedrale Elia (1835- 1880) e Aristide (1874-1949).
Pittori di solida e rigorosa educazione, Giovanni ed Antonio Brighenti, si formarono all’Accademia Carrara di Bergamo con Giuseppe Diotti, docente dal 1810 al 1844 alla scuola di pittura che contò in quegli anni allievi famosi quali il Piccio, lo Scuri, il Trécourt, il Coghetti.
L’attività dei Brighenti si applicò alla decorazione di soggetto religioso con pale d’altare e affreschi, per i quali intervenne frequentemente il “collaudo” del maestro Diotti, estendendosi dal borgo natale alle valli del Serio, di Scalve e alla Valcamonica, raggiungendo anche i territori del lecchese e del milanese.
Nella più vasta attività della bottega dei Brighenti, la produzione ritrattistica di Antonio, alla quale è dedicato l’evento espositivo, si segnala per qualità e per la singolare abilità nel raffigurare realisticamente personaggi del contesto locale: i baradelli con il termine di antica tradizione usato nel borgo.
La mostra presenta i gradevolissimi autoritratti di stampo ironicamente teatrale, i benefattori della Congregazione della Carità in rigida posa, i borghesi rivolti ad un pubblico famigliare, i parroci con il breviario in mano. Tra i benefattori Antonio ebbe l’opportunità di raffigurare personaggi importanti e famosi della Clusone del suo tempo, come il letterato Pier Antonio Brasi, il nobile Giovanni Sant’Andrea e la moglie Laura Gallizioli. Nella vasta produzione delle immagini dei religiosi, oltre ai parroci di cui perpetuò la memoria nelle effigi delle sagrestie, Antonio rappresentò ecclesiastici più importanti come il vescovo Speranza, molto attivo per la comunità clusonese, il santo vescovo Gregorio Barbarigo, assai venerato nel territorio bergamasco e Pio IX, pontefice ai tempi della Clusone dei Brighenti.
Oltre ai ritratti già conservati al MAT, numerosi altri provenienti da case private e sagrestie del territorio circostante, intendono promuovere la conoscenza della storia e dell’arte locale del XIX secolo con il tramite di un pittore che fu illustratore fedele dei compaesani con indubbia capacità di cogliere caratteri e temperamenti ed instancabile decoratore al servizio del sentito cattolicesimo del tempo.
Comitato scientifico
Dott.ssa Luisa Tognoli Bardin, già docente di storia dell'arte presso il Liceo classico "Cesare Beccaria" di Milano e collaboratore esterno presso l'Istituto di Storia dell'Arte dell'Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano
Giacomo Scandella, storico dell’arte
Don Nicola Morali, storico dell’arte
Eugenio Ferrari, fotografo
Coordinamento del progetto e Segreteria organizzativa Dott.ssa Sonia Trussardi