Antonio Catelani / Luca Pancrazzi – Doppio soggetto

Informazioni Evento

Luogo
RIZZUTO GALLERY
via Maletto, 5, Palermo, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al

Dal martedì al sabato, dalle 16 alle 20

Vernissage
14/04/2019

ore 12

Artisti
Luca Pancrazzi, Antonio Catelani
Generi
arte contemporanea, doppia personale

RizzutoGallery è lieta di presentare “doppio soggetto”, mostra bi-personale di Antonio Catelani (Firenze, 1962) e Luca Pancrazzi (Firenze, 1961), artisti attivi sulla scena nazionale e internazionale già da alcuni decenni.

Comunicato stampa

RizzutoGallery è lieta di presentare “doppio soggetto”, mostra bi-personale di Antonio Catelani (Firenze, 1962) e Luca Pancrazzi (Firenze, 1961), artisti attivi sulla scena nazionale e internazionale già da alcuni decenni. La mostra sarà inaugurata domenica 14 aprile alle ore 12, e resterà visitabile fino all’8 giugno, dal martedì al sabato, dalle 16 alle 20.

Antonio Catelani e Luca Pancrazzi datano il loro primo incontro e l'inizio di un fruttuoso rapporto di amicizia e intesa intellettuale sin dai tempi degli studi e dalle successive prime collettive di generazione che risalgono alla seconda metà degli anni Ottanta.

La mostra si struttura in due cicli distinti di opere inedite realizzate per l'occasione che andranno a collocarsi in parallelo negli ampi spazi della galleria. Questa esposizione evidenzia il modo in cui entrambi gli artisti, per mezzo di una linearità di ricerca condotta nel tempo con rigore e sempre rinnovata sperimentazione, abbiano mantenuto una coerenza rara che dimostra come nelle opere attuali siano sempre in atto i presupposti teorici fermamente perseguiti sin dalle prime opere di molti anni addietro.

Di Catelani saranno presenti in mostra una serie di sculture in gesso e in ceramica nera che, attraverso una intenzionale forzatura dei confini tra disegno e volume plastico, creano un cortocircuito tra ciò che è percepito dai sensi e la realtà dell'opera quale manufatto, imponendo all'osservatore un'ulteriore messa a fuoco cognitiva.

Ora come allora, cioè nelle sculture degli anni Ottanta, il disegno ed il piano divengono per Catelani elementi generatori di volume e forma.

Le piccole sculture qui esposte nascono da un processo di trasposizione e "materializzazione" di un disegno a silhouette precedentemente ricavato tracciando il profilo di una mano vera su di un cartoncino; la prima realizzata è stata la mano sinistra dello stesso artista, poi a seguire di numerosi altri, tra amici, colleghi, conoscenti. Il cartoncino ritagliato e piegato viene quindi colmato di un volume accessorio ed eccessivo che non tiene conto appieno della mano/modello naturale ma che quasi in opposizione ad essa si autorappresenta ed esalta come Volume autonomo, assurgendo al rango di "soggetto" esso stesso. Il classico processo di stampo a calco o a colaggio conferisce volume e texture alla forma finita che appare ora levigata e bianca, ora corrugata e nera.

La forma definitiva "tri-dimensionata" assunta dall'opera appare dunque incongruente, paradossale. Sottratta a qualsivoglia naturalismo descrittivo o copia del vero questa scultura deforma la comune immagine della mano così come tutti l'abbiamo in mente e diviene origine di immagini multiple e rimandi d'ogni genere. Ci appare così in foggia di sasso, scoglio, guantone, zampa, zolla, animale, bozza di pane; altresì si generano rimandi estetici multipli, di fattura primitiva, futurista, arcaicizzante o al contrario futuribile, robotica e meccanica di Golem smontato; fino a echi formali di solenne scultura italica, di "antigrazioso" novecentesco e massiccia scultura anni Venti, o di design da fumetto, tutti indistinti e compresenti.

Pancrazzi realizza le sue opere con un senso globale ciclico interpretabile attraverso le serie di opere che in maniera autonoma si intrecciano e si dipanano nel tempo e che individualmente sono protagoniste di una trama interpretativa più ampia. L’artista non dimentica mai l’immagine,

c’è sempre un’immagine di partenza o d’arrivo, pure nei processi più astratti e formali l’immagine viene sempre evocata e rimane comunque protagonista, anche delle opere che sono presentate in questa mostra.

Nei Paesaggi Ciclici Variati, ciclo di foto-copie dipinte applicate su tela, tornano i paesaggi-archetipo che sin dai primi anni ’80 hanno sedimentato all’interno del fare e del pensare dell’artista. La novità è rappresentata dall’inserimento di inserti reticolari, piccole gabbie che condensano brandelli di immagini, sovrapposizioni cromatiche, sempre su quei toni dei bianchi e dei grigi che costellano la personale geografia dei luoghi tanto cara a Pancrazzi, luoghi reali che perdono però la loro connotazione propriamente geografica per divenire simboli di differenti spazialità; paesaggi meta-moderni ridotti ad immagine essenziale e filtrati dal metabolismo umano e meccanico, una folla di segni ritmici, che l’artista non cerca di decodificare ma di cogliere nella loro complessità e nelle infinite possibilità combinatorie, riconoscendosi nella bassa fedeltà della riproduzione. In questo senso, la fotocopiatrice diventa lo strumento ideale per abbassare la qualità patinata della fotografia autocelebrativa, scomponendola in retini semplificati.

Le immagini provengono dal continuo e prolifico processo di documentazione che l’artista costruisce attraverso molteplici mezzi a formare un vero e proprio archivio; una pratica quotidiana con cui l’artista documenta i paesaggi attraversati come sedimenti profondi, per immagini stampate non nella retina, ma nel fondo della memoria collettiva. Frequentemente nelle opere di Pancrazzi si viene a creare la condizione necessaria per determinare un cielo e una terra, un orizzonte dal quale emergono infrastrutture architettoniche. Nei Paesaggi Ciclici Variati l’immagine da fondo diviene fondante e la pittura costituisce la fusione col mondo della chimica e della fisica, spostando la nuova immagine finale verso un incidente creativo controllato.

Il difficile controllo dei processi messi in atto fa da contraltare alla serialità pro-creativa di queste nuove immagini che si sovrappongono in tutte le stratificazioni profonde archetipiche costruendo il loro rinnovato senso mitologico.

BIO

Antonio Catelani è nato a Firenze nel 1962. Si è diplomato in Scultura all'Accademia di Belle Arti di Firenze nel 1985. Nel 1995 gli è assegnata una borsa di studio con residenza di un anno presso l'Akademie Schloss Solitude di Stoccarda (D). Dal 2007 al 2017 ha vissuto e operato a Berlino, attualmente vive e lavora a Milano. Appartiene alla generazione di artisti che ha esordito sulla scena artistica nazionale nella metà degli anni Ottanta partecipando a numerose mostre in gallerie e istituzioni pubbliche, tra le quali in Italia: PAC- Padiglione d’Arte Contemporanea, Milano (1986, 1989, 1998). Biennale di Venezia (1988). Galleria d’Arte Moderna, Bologna (1988, 1989). Galleria Nazionale d’Arte Moderna, Roma (1995, 2001, 2016). Museo Pecci, Prato (1991,1998, 2000, 2002, 2003, 2012). X Biennale internazionale di Scultura di Carrara (2000). Quadriennale d’Arte di Roma (1996, 2008). Palazzo Fabroni Arti Visive, Pistoia, (2001, 2002, 2004). Galleria d’Arte Contemporanea, Trento (1993). Museo MAN, Nuoro (2005). Museo Archeologico, Firenze(1994). Museo Marino Marini, Firenze (2006). Polo Museale/Galleria dell’Accademia, Firenze (2012). Museo Novecento, Firenze (2014, 2018). E inoltre all'estero: Kölnischer Kunstverein, Colonia (1989). Frankfurter Kunstverein/Schirn Kunsthalle, Francoforte (1989). Kasseler Kunstverein, Kassel (1991). Museum Moderner Kunst -MUMOK- Vienna (1991). Berlinische Galerie/Martin Gropius-Bau, Berlin (1992). Skive Kunstmuseum, Skive (DK) (1992). Künstlerhaus Palais Thurn und Taxis, Bregenz (1997, 2005, 2013). Kunstverein, Bludenz (A) (2001, 2013). MoCA, Shanghai, Cina (2006). Botschaft der Italienischen Republik, Berlin (2010).Volkswagen Pavillon, Wolfsburg-Autostadt (2012). Haus der Kulturen der Welt, Berlin (2012). Sue opere sono presenti in numerose collezioni private e pubbliche, tra le quali: Galleria Nazionale d'Arte Moderna, Roma. Museum Moderner Kunst - MUMOK- Vienna. CIMAC/Palazzo Reale, Milano. Museo Pecci, Prato. Galleria d'Arte Moderna /GAM, Bologna. Collezione Banca Intesa Sanpaolo, Torino. Collezione Eni-Agip, Milano. Raccolta del Disegno/Galleria Civica, Modena. Fondazione Teseco, Pisa. Collezione Farnesina/Ministero degli Esteri, Roma. Museo Novecento, Firenze. Fondazione Domus, Verona. Santa Maria della Scala Contemporanea, Siena. E' stato fondatore di: BASE progetti per l’Arte a Firenze e Peninsula a Berlino. Si è nel tempo occupato di curatela di mostre sia in Italia che all'estero.

Luca Pancrazzi nasce a Figline Valdarno (Firenze) nel 1961. Dopo gli studi liceali e accademici a Firenze, nella seconda metà degli anni Ottanta viaggia negli Stati Uniti, dove lavora presso Jo Watanabe studio alla realizzazione di grafiche e wall drawings di Sol Lewitt e poi a Roma nello studio di Alighiero Boetti. Dagli anni Novanta è autore di una ricerca basata sull’analisi del medium artistico, sulle sue ramificazioni, sulle possibilità creative dell’errore e dell’uso composito di tecniche e materiali. Lo spazio metropolitano e il paesaggio, nella loro continuità con lo sguardo antropico che li definisce, sono i temi trattati con più assiduità. Si esprime attraverso la pittura, il disegno, la fotografia, il video, l’installazione ambientale, la scultura, azioni in condivisione con altri artisti e progetti editoriali. Tra i progetti che lo vedono fondatore ricordiamo: Importé d’Italie (1982), ABCDEFGHIJKLMNOPQRSTUVWXYZ (1993), De-ABC (2002), dal 2010 Madeinfilandia e dal 2015 Spazio C.O.S.M.O. a Milano. Inizia a esporre dalla metà degli anni Ottanta e dal 1996 viene invitato a partecipare ad una serie di esposizioni internazionali tra cui la Biennale di Venezia (1997), la Triennale di New Dehli (1997), Biennal of Cetinje (1997), Triennale di Vilnius (2000), Whitney Museum of American Art at Champion (1998), Biennal of Valencia (2001), Moscow Biennal of Contemporary Art (2007), Quadriennale di Roma (2008). Alcune tra i numerosi spazi pubblici che hanno presentato il suo lavoro: P.S.1 Contemporary Art Center (1999), Galleria Civica di Modena (1999), Museo Marino Marini (2000), Palazzo delle Papesse (2001), Museo Revoltella (2001), Galerie Lenbachhaus und Kunstbau (2001), GAMEC (2001), Museo Cantonale d’Arte di Lugano (2002), Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci (2002), Zentrum Fur Kunst und Medientechnologie (2003), PAC (2004), MAN (2004), MART Trento e Rovereto (2005), MAMbo (2006), Macro (2007), Vietnam National Museum of Fine Arts (2007), Fondazione Pomodoro (2010), Museo per Bambini di Siena (2010), Palazzo Te,(2016). Sue opere sono presenti in numerose collezioni private e pubbliche, tra le quali: UBS, Zurich. Findomestic, firenze. Unicredit, Milano. Collezione Farnesina, Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, Roma. MAMBO, Bologna. Centre Pompidou, Paris. Padula Contemporanea, Certosa di San Lorenzo, Padula, Ministero dei Beni e delle attività culturali e del turismo, Polo Museale della Campania. Isola Art Center, Milano. Assab One, Milano. Fondazione Teseco, Pisa. Museo per Bambini Santa Maria della Scala, Siena. Sammlung Goetz collection, München. Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemp., Torino. Museo d’Arte Paolo Pini, Milano. M.O.M.A., artist book collection, New York. Museum of Contemporary Art, Chicago. Institute of Contemporary Art, Boston. Vive e lavora tra la Filandia e Milano.