Antonio De Luca
Per l’artista ‘Cover’ e’ uno dei momenti creativi che, a flussi temporali, coinvolge la sua produzione pittorica con personali rivisitazioni di opere d’arte di altri autori ai quali si sente particolarmente legato da tutta una serie di affinita’ elettive.
Comunicato stampa
Cherasco apre la stagione espositiva 2013 con la personale di Antonio De Luca, vincitore dell'ultima edizione del premio Romano Reviglio. Nella location seicentesca di Palazzo Salmatoris inaugurerà a partire dal 10 Febbraio una mostra che esporrà il percorso creativo degli ultimi anni dell'artista per giungere fino al tema che da il titolo all'esposizione stessa: “COVER”. “COVER” in musica significa reinterpretazione o rifacimento di un brano musicale conosciuto e riconoscibile, eseguito da un soggetto diverso da quello che ne è l’autore originale. “COVER” in pittura potrebbe essere l’impiego di opere d’arte realizzate da altri autori, sulle quali realizzare degli interventi o reinventarle con inserimenti cromatici e formali.
Per Antonio De Luca “COVER” è uno dei momenti creativi che, a flussi temporali, coinvolge la sua produzione pittorica con personali rivisitazioni di opere d’arte di altri autori ai quali si sente particolarmente legato da tutta una serie di affinità elettive. Già in passato si è cimentato sul tema e sicuramente altre interpretazioni saranno fonte di ispirazione per suoi lavori futuri. In occasione di questa mostra personale a Palazzo Salmatoris di Cherasco le opere-icona da cui ha attinto, con improvvisazioni segniche e cromatiche, derivano da dipinti realizzati nella prima metà del secolo scorso da Klimt, Picasso e Matisse.
Il nero è il colore della sua grafia con la quale realizza il disegno, il profilo, la sagoma del tema base del dipinto prescelto attorno al quale si dipanano pochi colori e suggestive variazioni per creare un mondo nuovo e diverso, per favoleggiare con delle improvvisazioni ricche di fantasia e immaginazione, nel procedere secondo un impulso che obbedisce a un sentimento poetico. Al segno nero che percorre la figura si contrappongono bande orizzontali, fasce ritmate da sinusoidi, dispersioni di segni ottenuti con colori allusivi di immaginari paesaggi terrestri o marini. Una singolare improvvisazione di segni e accordi, di macchie cromatiche e dispersioni che, per usare le parole di Matisse riferite per l’occasione ai lavori di De Luca, rappresentano “un accordo di colori viventi, una armonia analoga a una composizione musicale”.
Antonio De Luca (Pompei,l977. Vive e lavora a Valenza) vanta nel suo curriculum importanti esposizioni. Ricordiamo nel 2012 Daegu Artfair (Daegu, Corea), A Macchia d'Olio (Galleria Il Vicolo, Genova); nel 2011 Senza Parole (Zaion Gallery, Biella); nel 2010 Luci e Ombre (Istituto Italiano di Cultura, Passagen Fair, Colonia), Espansioni Rarefatte (Casa d’Arte Via dei Mercati e Studio Dieci, Vercelli); nel 2009 Segni Liquidi (Studio Lucio Fontana, Albissola, Savona), Chi e perché (Globart Gallery, Acqui Terme), Madre (Nowhere Gallery, Milano), 900 anni di creatività in Piemonte (Palazzo Cuttica, Alessandria); nel 2008 Cartefatti (Galleria Studiolegale,Roma) Olio su carta (Sala Comunale Esperide, Alessandria); infine nel 2003 Jerk (Christies Education, Parigi).