Antonio De Luca – La natura del vuoto
Mostra personale di Antonio De Luca “La natura del vuoto”.
Comunicato stampa
La galleria d’arte il Vicolo presenta da giovedì 14 marzo, la mostra personale di Antonio De Luca “La natura del vuoto”.
L’artista, da sempre interessato a indagare le forme e l'essenza della figura femminile, negli ultimi anni ha incentrato parte del suo fare artistico sul tema della natura stessa.
In questa nuovo nucleo di opere torna su questi due argomenti unendoli, partendo da una ricerca introspettiva dove la figura umana dialoga con la natura rivelando intimamente i propri sentimenti.
Emerge forte il tema del doppio, di quella dualità con cui l’uomo convive e che cerca sempre di equilibrare. Le paure e le certezze, la forza e la fragilità, la gioia e la tristezza sono opposti che coesistono dentro ognuno di noi. La natura, in questo senso, ha anche una funzione di scudo, una forma di difesa che si riflette nel bisogno di tornare alle forme più intime e spontanee di se stessi.
Questa tematica prende vita nel lavoro di De Luca anche nell’abbinamento della tela con la ceramica, un binomio di materiali ormai consolidato nel suo modo di operare.
Le donne ritratte dall'artista, senza volto, sono apparentemente eteree, ma i colori che le rappresentano sono accesi e forti ed è la natura, più definita, a diventare spesso protagonista nelle sue opere.
Nella sua indagine artistica emerge sempre l’importanza del vuoto, del non delimitare le linee o dover riempire la tela, come a significare che la ricerca non si esaurisce nello spazio delimitato della tela, ma prosegue senza confini.
Dal testo scritto per questa occasione dal curatore e critico d’arte Carlo Pesce: “Quello di questo periodo è un De Luca ancora più meditativo, più attento al difficile rapporto tra uomo e natura. Nel suo lavoro, sia pittorico che ceramico, si colgono frammenti di altra poesia, riflessioni intime che ci avvertono del fatto che tutto possa sparire dissolvendosi in una diafanità cromatica simile al ricordo di una luce che ci ha abbagliati. Accostabili ad un idillio, le sue opere recenti ci invitano a non lasciarci sopraffare dai condizionamenti del nostro tempo, a rivolgerci ad una più marcata semplicità di vita, osservando maggiormente la nostra interiorità per assecondare ciò che siamo veramente.”
Biografia
Antonio De Luca dopo il conseguimento del diploma presso l’Istituto d’Arte “Benvenuto Cellini” di Valenza decide di seguire la sua inclinazione artistica frequentando le lezioni del corso di Scenografia presso l’Accademia di Belle Arti di Brera a Milano. Negli oltre vent’anni di attività la sua opera ha subito profonde mutazioni. Oggi lavora principalmente utilizzando la carta da spolvero, i colori a olio e la ceramica. Elementi distintivi della sua produzione sono le colature e gli aloni che la pittura a olio lascia sulla carta da spolvero, e la spazialità sospesa e mai definita entro cui si muovono i suoi soggetti. Nel suo lavoro la pittura a olio si unisce alla ceramica in opere che superano la mera pittura per assumere una dimensione ambientale di conquista dello spazio circostante. De Luca colloca sulla parete elementi tridimensionali in ceramica, le espansioni, assegnando in questo modo un valore di installazione al suo intervento. Lo spazio indefinito del dipinto si fa così tangibile e misurabile all’esterno della superficie pittorica. Vaghe figure femminili senza un volto ritratto, una fauna maestosa, fiori dall’elegante essenzialità e, infine, frammenti di statue antiche sono i soggetti che l’artista traccia sulla carta o riproduce sulla ceramica in opere che spaziano dalle grandi carte dipinte ai preziosi gioielli d’artista. Negli ultimi anni si è dedicato anche all’attività curatoriale come direttore artistico di mostre ed eventi.
Tra le mostre e i progetti dell’artista si segnalano Fragile bellezza. Arte per il corpo, a cura di Lia Lenti e Domenico Maria Papa, Palazzo Valentino, Valenza, (2021); CAOS l’equilibrio della pittura (2021) presso la Zaion Gallery di Biella; Il bosco di fuori, Artsite Residenze Reali, a cura di Domenico Maria Papa, Palazzina di Caccia di Stupinigi, (2019). Nel 2022 collabora con Glamora, brand di wallcovering, per l’ideazione di diverse carte da parati. Viene, inoltre, menzionato nell’Enciclopedia dell'Arte, edito da Zanichelli, a cura di Edigeo, in 900 Cento Anni di creatività in Piemonte, Silvana Editoriale, a cura di Marisa Vescovo e in Preziosa Opera, Capolavori d'arte e tradizione orafa a Valenza, Interlinea Edizioni, a cura di Domenica Maria Papa.
Con la galleria d’arte Il Vicolo: A macchia d’olio (Genova) 2011, Sweet lines (Genova) 2014, Delicate trame (Milano) 2015, Il profumo dei fiori di carta (Genova) 2018.
L’IMPALPABILITA’ DELLA NATURA
L’attività artistica di Antonio De Luca sembra essere pervasa di una sostanziale immobilità, immobilità che colloca la sua produzione in un non tempo nel quale temi e immagini paiono ripetersi con identica forza. Siamo quindi abituati ai suoi soggetti, tracciati con linee che si distendono sul supporto cartaceo, soggetti dei quali spesso si percepisce la totalità attraverso la memoria della nostra esperienza di vita. Eppure De Luca non ha mai smesso di operare con rigore una propria ricerca, procedendo per variazioni solo apparentemente contenute. Infatti, nell’ultima fase ella sua produzione le sue figure si fanno via via più evanescenti, con l’apparizione di particolari ricuciti in spazi autonomi da giustapporre a carte che recano raffigurazioni sempre più complesse, ma sempre più impalpabili. Quei particolari ruotano intorno a citazioni estrapolate direttamente dal mondo naturale. Si tratta di motivi vegetali, dei fiori soprattutto, dei quali risaltano i petali appena accennati, qualcosa che sembra sparire e dissolversi nel compatto monocromo del supporto. Quello di questo periodo è un De Luca ancora più meditativo, più attento al difficile rapporto tra uomo e natura. Nel suo lavoro, sia pittorico che ceramico, si colgono frammenti di altra poesia, riflessioni intime che ci avvertono del fatto che tutto possa sparire dissolvendosi in una diafanità cromatica simile al ricordo di una luce che ci ha abbagliati. Accostabili ad un idillio, le sue opere recenti ci invitano a non lasciarci sopraffarre dai condizionamenti del nostro tempo, a rivolgerci ad una più marcata semplicità di vita, osservando maggiormente la nostra interiorità per assecondare ciò che siamo veramente.
Carlo Pesce