Antonio Della Guardia – La luce dell’inchiostro ottenebra
I modelli comportamentali legati ai mutamenti della società sono alla base della ricerca di Antonio Della Guardia, e negli ultimi anni si è concentrato sull’incidenza che i determinati schemi lavorativi hanno sulla vite dei singoli individui così come sulla collettività. Per raccontare tali dinamiche usa il disegno, la fotografia, il video, l’installazione.
Comunicato stampa
La galleria Tiziana Di Caro è felice di ospitare la prima mostra personale nei suoi spazi di Antonio Della Guardia (Salerno, 1990) intitolata La luce dell'inchiostro ottenebra, che inaugura venerdì 14 settembre 2018 alle ore 19:30.
I modelli comportamentali legati ai mutamenti della società sono alla base della ricerca di Antonio Della Guardia, e negli ultimi anni si è concentrato sull'incidenza che i determinati schemi lavorativi hanno sulla vite dei singoli individui così come sulla collettività. Per raccontare tali dinamiche usa il disegno, la fotografia, il video, l'installazione.
La luce dell'inchiostro ottenebra è un progetto pensato appositamente per la galleria Tiziana Di Caro e include opere realizzate nel 2018. Protagonista di questa serie è la grafologia, strumento utilizzato ai fini della selezione del personale, metodo piuttosto in voga nell'ultimo decennio.
Il titolo della mostra varia la frase "La luce del potere ottenebra" presente nel Trattato di saper vivere ad uso delle giovani generazioni di Raoul Vaneigem e sostituendo la parola potere con inchiostro, Della Guardia indica come dietro l'aspetto estetico della scrittura e quindi dell’inchiostro si nasconda la vera inquietudine della superiorità. La luce è intesa in quanto affermazione e scalata verso il successo, ma il verbo "ottenebrare" fa da contrasto, e rivela i lati oscuri di tale successo.
La mostra si costruisce in quattro momenti, il primo dei quali è definito dello "svelamento" che corrisponde a una scritta al neon composta da 26 grafemi, tutti diversi tra loro. Ognuno di essi appartiene alla firma di un personaggio politico e ne indica, sulla base delle regole della grafologia, delle caratteristiche inquietanti, che non sono riconoscibili, in quanto non sono associabili all'immagine pubblica che noi conosciamo. Le lettere de "L'Alfabeto del potere" sono difficili da decodificare, ma ci restituiscono, mettendo letteralmente in luce, gli aspetti reconditi di coloro i quali sono designati a governare il mondo.
Il secondo momento riguarda "le forme del potere" e ha a che fare con la messa in opera di alcuni principi della grafologia. Al centro della sala si colloca un'installazione video in cui si vedono due persone intente nella scrittura. Ciò che viene trascritta è la Divina Commedia resa attraverso i diversi grafemi dell'Alfabeto del Potere. La Divina Commedia, scelta per la sua missione etica e per l'enfasi con cui in essa è difesa la dignità morale, viene riprodotta come in un infinito esercizio calligrafico la cui testimonianza è data da un'altra installazione situata nel medesimo spazio. Essa si compone di una fitta geografia di fogli, quelli utilizzati per esercitarsi a scrivere con l'Alfabeto del potere, sforzandosi a fatica di mutuare la propria grafia. Tale grande composizione viene di tanto in tanto interrotta da grafici, in cui le ascisse e le ordinate indicano l'equilibrio perfetto delle tre aree attitudinali che la scrittura di un candidato deve avere. Questa sintesi avviene attraverso lo studio di caratteristiche come la spigolosità, la rotondità, la dimensione.
Sulla parete opposta invece si trova il Kit Manageriale che include tutte le caratteristiche tipiche del buon manager, quindi le attitudini, le abilità e gli atteggiamenti più opportuni.
La fase successiva della mostra è quella definita dell'applicazione del potere che si presenta in una serie di quattro fotografie, ognuna delle quali ritrae la penna di un imprenditore. Tali penne hanno la caratteristiche di raffigurare, attraverso incisioni oppure stampe, un determinato animale scelto dal proprietario perché attinente con la sua personalità. L'insieme delle foto crea una sorta di giungla che rappresenta l'estensione comportamentale degli imprenditori di riferimento.
La quarta e ultima fase della mostra è quella del Potere Supremo che viene descritto attraverso un'unica opera che inquadra la punta massima del potere. Quest'ultimo è rappresentato da una poltrona nera e squadrata, la cui natura viene alterata dalla sostituzione dei piedi con gli archi di una sedia a dondolo. Questa scultura è rivolta verso la finestra per cui è necessario girarci intorno per definirne le caratteristiche, ovvero la sofisticazione della forma: la poltrona d'ufficio si trasforma in una sedia a dondolo, ammorbidendo il rigore dell'autorità e la sua relativa applicazione.
La mostra si dispiega come una sorta di processo attraverso i quattro passaggi, dove ognuno è collegato all’altro formando, nell'insieme, una fluida unità tematica.
Press Release
title: La luce dell'inchiostro ottenebra [The Light of Ink Obscures]
artist: Antonio Della Guardia
exhibition opening: Friday, September 14, 2018 – h. 7.30 P.M.
location: Galleria Tiziana Di Caro
address: piazzetta Nilo, 7 - 80134, Napoli
info: +39 089 0815525526 - [email protected]
opening times: from Tuesday to Saturday, from 2:00 to 7:00 P.M. or by appointment
exhibition closing: Saturday, November 17, 2018
Tiziana Di Caro gallery is happy to host the first solo exhibition by Antonio Della Guardia (Salerno, 1990), entitled La luce dell'inchiostro ottenebra [The Light of Ink Obscures], which opens on Friday, September 14, 2018 at 19:30.
The behavioral models linked to the changes in society are central in Antonio Della Guardia's research, which in recent years has been focusing on the impact that certain working patterns have on the lives of individuals as well as on the community. To describe these dynamics he uses drawing, photography, video, installation.
La luce dell'inchiostro ottenebra is a project conceived specifically for the Tiziana Di Caro gallery and includes pieces created in 2018. The main element of this series is graphology, whose use in the selection of personnel has been in vogue in the last decade.
The title of the exhibition paraphrases the sentence "The Light of Power Obscures" found in Raoul Vaneigem's The Revolution of Everyday Life (in French Traité de savoir-vivre à l'usage des jeunes générations), replacing the word ‘power' with the word ‘ink'. Della Guardia suggests that behind the aesthetic aspect of writing, and therefore of ink, the true disquiet of superiority is concealed. The light is intended as affirmation and climb towards success, but the verb "to obscure" creates contrast, revealing the dark side of such success.
The exhibition consists of four moments, the first of which is defined as of the "unveiling" and corresponds to a neon sign featuring 26 graphemes, all different from each other. Each is part of the signature of a political figure and indicates, according to the rules of graphology, the disquieting characteristics of each character, which are not obvious because they are not immediately associable with the public image that we know. The letters of "The Alphabet of Power" are difficult to decode, but they reveal, literally bringing them to light, the hidden aspects of those who are designated to rule the world.
The second phase is about the "forms of power" and has to do with a few principles of graphology. In the middle of the room there is a video installation in which we see two people writing. What is being transcribed is the Divine Comedy, rendered through the various graphemes of the Alphabet of Power. The Divine Comedy, chosen for its ethical mission and for the emphasis with which it defends moral dignity, is reproduced as in an infinite calligraphic exercise whose testimony is given by another installation located in the same space. It consists of a dense geography of sheets, those used to practice writing with the Alphabet of Power trying to change one's handwriting. This larger composition is occasionally interrupted by graphs, in which the abscissas and the ordinates indicate the perfect balance of the three attitudinal areas that the writing of a candidate is supposed to have. This synthesis occurs through the study of characteristics such as angularity, roundness, size.
On the opposite wall, there instead is the Kit Manageriale [Managerial Kit], which includes all the typical features of a good manager, i.e. the most appropriate approaches, abilities and attitudes.
The next phase of the exhibition is the one defined as of the "application of power", which is presented in a series of four photographs, each depicting an entrepreneur's pen. These pens bear, either etched or printed, a specific animal chosen by each owner because related to their personality. The set of photos creates a sort of jungle that represents the behavioral extension of the reference entrepreneurs.
The fourth and final phase of the exhibition is that of the "Supreme Power", which is described through a single piece that focuses on the pinnacle of power. This is represented by a black and squared armchair, whose nature is altered by its feet having been replaced with the rockers of a rocking chair. This sculpture is turned towards the window for which it is necessary to go around it to detect its features, i.e. the sophistication of its form: the office armchair turns into a rocking chair, softening the rigor of authority and its application.
The exhibition unfolds as a sort of process through the four steps, each of which is connected to the other, forming a fluid thematic unit as a whole.
Cover: Antonio Della Guardia, Senza titolo / Untitled, 2018, stampa su carta cotonata / print on cotton paper, cm 27,5 x 19, courtesy l'artista e Galleria Tiziana Di Caro