Antonio Della Guardia – Si è intrappolato il gattino di Mattei
La Galleria Tiziana Di Caro è orgogliosa di ospitare un’installazione di Antonio Della Guardia (Pagani, SA, 1990) intitolata Si è intrappolato il gattino di Mattei.
Comunicato stampa
La Galleria Tiziana Di Caro è orgogliosa di ospitare un'installazione di Antonio Della Guardia (Pagani, SA, 1990) intitolata Si è intrappolato il gattino di Mattei, che si inaugura sabato 11 ottobre 2014 alle ore 19:30, in occasione della X Giornata del Contemporaneo.
L'installazione di Antonio Della Guardia è stata progettata appositamente per gli spazi del cortile antistante la galleria, e si compone di un muro di libri che si sviluppa in altezza. Questi sono i cataloghi delle mostre pubblicati dal MMMAC, Museo Materiali Minimi Arte Contemporanea che ha avuto sede a Paestum (SA). Nel 2008 il museo è stato chiuso, e al di là di alcuni ricordi e profonde memorie, ciò che ne rimane sono le centinaia di copie di cataloghi, che sono conservati in una casa abbandonata.
Con Si è intrappolato il gattino di Mattei, Antonio Della Guardia costruisce un monolite che si impone per la sua altezza, complicando l'ingresso in galleria. Attraverso il gesto dell'impilare l'artista compie un pesante sforzo fisico, per poi azionare un meccanismo di rimandi e metafore, sia politiche che sociali, sia storiche che legate al presente: sebbene riesca a vedere i nomi degli autori, e i relativi titoli, il visitatore viene privato della possibilità di fruire dei più di tremila libri che sono organizzati per gruppi in pellicole di cellophane. Ne recepisce solo la presenza, l'ingombro, il peso che grava nello spazio esterno, ma anche interno della galleria. Nell'approssimarsi a questo monolite, si ascolta il miagolio di un gatto. Un gatto che sembra essere intrappolato nel cumulo di libri. Questo verso è volto ad evocare la parabola del gattino di Enrico Mattei relativa all'impossibilità di crescere, dovuta alla tendenza dei più forti a non farci mangiare ciò di cui abbiamo bisogno per fortificarci. Fino a quando ci sarà un animale più grande ad impedirci di mangiare, non avremo nessuna possibilità di trasformarci da gattini in tigri.
Si è intrappolato il gattino di Mattei è un'esortazione, un'opera che riguarda l'attitudine della nostra società a non prestare attenzione all'importanza del ruolo dei musei, a dimenticare il ruolo della cultura, a non imparare dalla storia, che attraverso corsi e ricorsi si ripete trascinandoci sempre più spesso nell'oblio. Quello che Antonio Della Guardia denuncia è il fallimento di un sistema, dovuto alla riluttanza a pensare ad una rivoluzione, ad un cambiamento e al relativo sforzo di modificare l'andamento dei fatti che caratterizza un paese che con costanza continua a “sopprimere la sua crescita” (cit. dell'artista).
L'installazione è accompagnata da una serie di quattro lavori che documentano il concepimento dell'idea che ha dato vita a Si è intrappolato il gattino di Mattei, che saranno visibili all'interno della galleria.
Una foto che documenta il ritrovamento dei libri, collocati in una casa abbandonata. Tre disegni che mostrano quello stesso luogo, i suoi percorsi e le presenze/assenze che popolano i suoi spazi, e che diventano pretesto per parlare di un'inquietudine ampia, che riguarda vari e tanti altri segmenti della vita umana, la cui degenerazione inaridisce sempre più profondamente.
Si ringrazia Pietro Lista, il MMMAC - Museo Materiali Minimi Arte Contemporanea e Maria Adele Del Vecchio.
Galleria Tiziana Di Caro is proud to host an installation by Antonio Della Guardia (Pagani, Salerno, 1990) entitled Si è intrappolato il gattino di Mattei [Mattei’s Kitten Got Trapped], opening Saturday 11 October 2014 at 7.30 for the 10th edition of the Day of the Contemporary.
The installation was specifically designed for the gallery courtyard, and consists of a high wall of books. These are exhibition catalogs published by the MMMAC - Museo Materiali Minimi Arte Contemporanea [Museum of Contemporary Art Minimal Materials] which used to be in Paestum (Salerno). In 2008 the museum was closed, and apart from a few recollections and strong memories, what remains are the hundreds of copies of catalogs, piled in an abandoned house.
With Si è intrappolato il gattino di Mattei, Antonio Della Guardia builds a monolith that stands out for its height, partially obstructing the access to the gallery. The act of piling is physically demanding for the artist, who thus activates a system of references and metaphors which are political and social, related to the past and the present: though a visitor can read the names of the authors and titles on the catalog spines, he/she is not given of the chance to peak inside the over three thousand books, which are arranged in cellophane-wrapped blocks. One can only perceive their presence, size, weight outside but also inside the gallery. As we approach this monolith, we hear the mewing of a cat. A cat that seems to be trapped in the pile of books. This mewing is meant to evoke Enrico Mattei’s kitten anecdote on its inability to grow, due to the practice of the strongest not to let the weakest eat what it needs to become stronger. As long as there is a bigger animal preventing us from eating, we will have no chance to transform ourselves from kittens into tigers.
Si è intrappolato il gattino di Mattei is an incitement, a work that relates to the attitude of our society which does not pay attention to the importance of the role of museums, forgets about the role of culture, does not learn from history, whose reiterating events end up dragging us into oblivion. Thus Antonio Della Guardia reveals the failure of a system, connected with the unwillingness to start a revolution, a change, and the related effort to alter the course of events, in a fashion typical of a country that consistently continues to “quash its own growth” (artist quote).
The installation is complemented by a series of four papers, placed inside in the gallery, documenting the conception of the idea which gave birth to Si è intrappolato il gattino di Mattei.
A photo testifies to the finding of the books in the abandoned house. Three drawings showing the same house, its pathways, and the presence/absence that inhabit its spaces, and which become an excuse to talk about a wider-spread uneasiness covering many other and different aspects of human life, whose deterioration is withering more and more deeply.
We would like to thank Pietro Lista, the MMMAC - Museo Materiali Minimi Arte Contemporanea and Maria Adele Del Vecchio.