Antonio Giacomin – Ombre abbandonate
DoubleRoom arti visive presenta la videoinstallazione interattiva “Ombre abbandonate” dell’artista multimediale Antonio Giacomin. L’happening, introdotto dal curatore della mostra Massimo Premuda, rappresenta l’evento conclusivo di “HIC SUNT LEONES – i nuovi territori della mappatura”.
Comunicato stampa
Giovedì 2 maggio alle ore 18 DoubleRoom arti visive presenta la videoinstallazione interattiva “Ombre abbandonate” dell’artista multimediale Antonio Giacomin. L'happening, introdotto dal curatore della mostra Massimo Premuda, rappresenta l'evento conclusivo di “HIC SUNT LEONES - i nuovi territori della mappatura”, esposizione organizzata in collaborazione con Etrarte di Udine e il Gruppo78 di Trieste, che raccoglie venti progetti di artisti e architetti tutti accomunati da un rinnovato interesse per la città attraverso indagini sul territorio e pratiche di partecipazione dal basso.
Giacomin, artista multimediale impegnato da anni sul fronte della sperimentazione delle infinite declinazioni dei nuovi media, gioca spesso con le possibilità degli strumenti tecnologici di oggi per regalare opere interattive capaci di coinvolgere il pubblico in azioni dal forte impatto partecipativo. “Ombre abbandonate” è infatti una videoinstallazione interattiva site specific che insiste sul waterfront di Trieste stimolando il fruitore sulla ricostruzione dello skyline dei palazzi che popolano le Rive della città. Attraverso la memoria dei luoghi e la confidenza con gli oggetti d’uso quotidiano che mette a disposizione del pubblico, l’artista fa interagire lo spettatore-attore dell’azione invitandolo a riflettere sugli spazi sottoutilizzati di Trieste, e mettendolo in relazione concettuale e fisica con oggetti d’uso quotidiano abbandonati e i luoghi vissuti quotidianamente. Un vero e proprio work in progress da condividere con il pubblico, dalla prima fase di osservazione dei luoghi a una seconda fase operativo-creativa in cui divertirsi a riprodurre i palazzi del centro storico. Il riutilizzare oggetti gettati via per ricostruire il frontemare di Trieste assume dunque un significato molto profondo, un vero monito a non lasciar andare la propria città in uno stato di abbandono.
OMBRE ABBANDONATE
Ogni oggetto e ogni luogo hanno una loro storia intrinseca da cui è possibile ricostruire una sorta di memoria condivisa. Chi li ha usati? abitati? o vissuti? Da beni al centro di situazioni, a manufatti al centro dell’attenzione; quando abbandoniamo un oggetto o un luogo si perde immediatamente il suo significato primario assumendone in potenza molti altri, diversi, che prendono forma nell’osservatore e suo fruitore.
“Ombre abbandonate” è un’installazione dedicata alla memoria visiva dei luoghi riproponendo la silhouette di uno skyline, come il frontemare di Trieste, e riutilizzando le ombre di oggetti di uso quotidiano che non servono più, abbandonati, o semplicemente dimenticati. Questo parallelo tra oggetto e luogo, tra attenzione e situazione indica il legame strettissimo tra il vissuto e l’immaginario che ne deriva, permettendo di creare e recuperare la visione mnemonica di un luogo, della sua forma, del suo esistere attraverso semplici oggetti di uso comune.
L’iniziativa si inserisce nell’ambito della mostra "HIC SUNT LEONES - i nuovi territori della mappatura", un'ampia panoramica sui progetti più stimolanti realizzati negli ultimi anni per la città a partire da indagini sul campo ed esplorazioni tematiche. La mappatura, intesa come strumento di conoscenza, è sicuramente il primo veicolo per un approfondimento interdisciplinare capace di stimolare dal basso il tessuto urbano e tutto il territorio, educando la popolazione ad una riappropriazione consapevole dei luoghi vissuti quotidianamente attraverso il coinvolgimento e la partecipazione diretta. In mostra reportage fotografici, video documentazioni e progetti visivi che spaziano dal verde in città alle soluzioni abitative per gli animali, dalle ricerche storiche all'interesse per i nuovi cittadini e le nuove architetture, dagli spazi abbandonati alle questioni linguistiche, dai luoghi del divertimento ai percorsi urbani alternativi, per arrivare a visioni immaginifiche nutrite di letteratura, danza e teatro, nell'intento di costruire una vera e propria opera d'arte sociale condivisa. In esposizione molte delle idee ipotizzate nell'ambito del progetto d'arte pubblica "La Città Radiosa" del Gruppo78, ma anche ricerche proposte da fotografi indipendenti e gruppi di architetti, urbanisti e studenti. Il paesaggio urbano nella sua complessità viene così analizzato con diversi media dagli attori coinvolti restituendo al fruitore risultati spesso sorprendenti nella loro freschezza e articolazione.