Antonio Ligabue
Un percorso di 60 opere, tra tigri, i leoni, i galli, autoritratti, riempiranno di magia le sale del museo.
Comunicato stampa
La vita e l’opera di Ligabue, l’uomo che fece della sua arte il riscatto della sua stessa esistenza, sono indagate in una mostra ospitata, a partire dal 25 marzo 2023, al Polo Museale Castello Conversano a Bari.
Un uomo sfortunato e folle, pieno di talento e poesia
Nato a Zurigo nel 1889 da madre di origine bellunese e da padre ignoto, Antonio Ligabue viene dato subito in adozione ad una famiglia svizzera. Già dall’adolescenza manifesta alcuni problemi psichiatrici che lo portano, nel 1913, a un primo internamento presso un collegio per ragazzi affetti da disabilità.
Nel 1917 viene ricoverato in una clinica psichiatrica, dopo un’aggressione nei confronti della madre affidataria Elise Hanselmann che, dopo varie vicissitudini, deciderà di denunciarlo ottenendo l’espulsione di Antonio dalla Svizzera il 15 maggio del 1919 e il suo invio a Gualtieri, il comune d’origine del patrigno (il marito della madre naturale, che odierà sempre).
Ligabue non parlava l’italiano, era incline alla collera e incompreso dai suoi contemporanei, veniva soprannominato “el Matt” dagli abitanti di Gualtieri che ne rifiutavano i dipinti e il valore artistico, costringendolo a prediligere la via dell’alienazione e della solitudine.