Antonio Sofianopulo – All’incirca tra Zenith e Nadir
I suoi dipinti ci rivelano quelle immagini che inevitabilmente sopravvengono conseguentemente a memorie, esperienze felici o traumatiche, conoscenze scolastiche o fantasie, eros e paure.
Comunicato stampa
La pittura ad olio è la più consueta delle tecniche pittoriche, la stesura del colore è priva di qualsiasi particolare artifizio, le immagini sono quelle a noi più consuete. Ciò che rende particolare la pittura di Sofianopulo è la disposizione degli elementi che non seguono le regole della prospettiva rinascimentale o di una ricerca di verosimiglianza con l’immagine della natura , bensì si dispongono con un ordine che risulta da processi mentali, da sequenze logiche o spesso illogiche che intervengono perennemente nella nostra percezione.
I suoi dipinti ci rivelano quelle immagini che inevitabilmente sopravvengono conseguentemente a memorie, esperienze felici o traumatiche, conoscenze scolastiche o fantasie, eros e paure.Tramite tutto ciò evochiamo continuamente altre immagini “accessorie” che costituiscono quella che è la nostra vera e profonda conoscenza del mondo.
Ma tale processo può, nei dipinti del pittore triestino di origine greca, spaziare da un innocente uccellino posato su di una mela in sovrapposizione ad un paesaggio solare, conseguenza della facile deduzione che nel paesaggio ci sono gli alberi, sugli alberi le mele e gli uccellini. Ad altri abbinamenti che ci trasportano in un gioco di sensuali o inquietanti metafore e simbologie .