Antonio Sormani – Perturbazioni
Confusione, turbamento, scompiglio. Questi sono i significati della parola latina dalla quale deriva, etimologicamente, il titolo delle opere dell’ultima ricerca di Antonio Sormani: Perturbazioni.
Comunicato stampa
Quintocortile
Viale Bligny 42 - 20136 Milano - tel. 338.800.7617 - e-mail: [email protected]
18 - 28 aprile 2023
Antonio Sormani
PERTURBAZIONI
a cura di Mavi Ferrando
testo in catalogo di Alessandra Milani
inaugurazione: martedì 18 aprile h18
finissage: venerdì 28 aprile h 18
orario: da mercoledì 19 a venerdì 21 aprile ore 16-19.
Poi su appuntamento tel. 338 800 7617
Ingresso libero
Alessandra Milani
Assenza di segnale
Confusione, turbamento, scompiglio. Questi sono i significati della parola latina dalla quale deriva, etimologicamente, il titolo delle opere dell’ultima ricerca di Antonio Sormani: Perturbazioni.
La scintilla all’origine di questo nuovo viaggio dell’artista è l’assenza di segnale. Sono state ispirazione per Sormani le immagini che si formano sul televisore al momento della mancata connessione; l’artista le ha raccolte, modulate, reinterpretate, fino ad arrivare alla creazione delle sue opere.
Con l’assenza di un segnale, la realtà dell’immagine che lo spettatore sta guardando alla televisione svanisce, smaterializzata da un’onda di pixel colorati e pestilenti. A volte il reale resiste, e si riescono a distinguere forme, gesti, situazioni al di là di questa interferenza. Altre volte, invece, esso non è neanche percepibile da quanto è stato dilaniato.
Le Perturbazioni sono opere che si allontanano dal normale andamento delle immagini iconiche; sono composizioni che perdono il segnale con la realtà nella quale sono state realizzate.
Forse perdendoci tra esse ci si potrebbe domandare che cosa sia ciò che si sta guardando, ovvero si cercherebbe di ricondurre il tutto a delle categorie conosciute, sicure, rassicuranti. Categorie che ci possano confermare che, tra quei colori e brandelli di immagini, esiste ancora la realtà che conosciamo. Questa reazione, forse, non è molto diversa da quella provata da coloro che per primi videro le opere cubiste di Picasso e Braque, e prima ancora gli esperimenti di Cézanne. E neppure dalle domande che si posero i fortunati osservatori delle opere futuriste: anche questi artisti nascosero allo sguardo la realtà come la conosciamo, per cercare di inserire, in un’arte bidimensionale per definizione, la quarta dimensione e la dinamicità della vita.
quindi, noi cosa stiamo guardando?
Una realtà che perde la sua logica, una realtà complessa, sfaccettata, a tratti nascosta. Perché il reale che noi sperimentiamo è solamente quello vicino, famigliare, tutto ciò al di fuori di questo ci risulta incomprensibile, a tratti non sappiamo neanche che esiste.
Noi, uomini e donne degli anni Venti del XXI secolo, abbiamo perso il segnale con il resto del mondo. Attraverso le Perturbazioni, Antonio Sormani rivela come l’uomo cerchi sempre di costruire intorno a sé un sistema senza zone grigie, senza nulla di ignoto. Così facendo, tuttavia, l’individuo stesso si isola dalla verità dell’esistenza, e, quando torna il segnale con essa, l’unico sentimento che può provare è il turbamento.
Le diverse perturbazioni espresse dalle opere ci invitano a ricercare e trovare la connessione con la realtà nella sua interezza.