Antonio Zappone – Conduit
Mostra Conduit, a cura di Antonio Zappone, già Noil Klune e già protagonista di un’altra personale, promossa dal Comune di Pescara presso il Museo Vittoria Colonna, dal titolo Passim che, con l’intallazione Post it, ha stregato migliaia di visitatori.
Comunicato stampa
Si inaugura domani, presso la storica galleria di Cesare Manzo, in Via Galilei a Pescara, la mostra Conduit, a cura di Antonio Zappone, già Noil Klune e già protagonista di un’altra personale, promossa dal Comune di Pescara presso il Museo Vittoria Colonna, dal titolo Passim che, con l’intallazione Post it, ha stregato migliaia di visitatori.
Un artista, Zappone, anche componente del collettivo Pepe, di natali calabresi che ha deciso di investire la sua arte nel territorio abruzzese, protagonista nel passato dell’arte contemporanea e che oggi, dopo aver riaperto i battenti di Fuori Uso, ha ricominciato a calcare gli scenari creativi nazionali e non solo.
Un legame, quello con Cesare Manzo, nato l’anno scorso, che si avvale per Conduit del prezioso contributo del curatore Giacinto Di Pietrantonio che di lui e dell’esposizione scrive:
“Per il senso comune il ritratto è una forma di rappresentazione che raffigura in termini realistici una persona, confermato dalla voce dell’enciclopedia come immagine bi o tridimensionale attraverso la quale è possibile riconoscere il rappresentato. Rappresentazione e riconoscimento sono due questioni centrali che occupano la ritrattistica e con il quale l’arte e la sua evoluzione hanno dovuto confrontarsi. Va da sé che riconoscibilità e rappresentazione giocano ruoli diversi a seconda se si è persona o personaggio. Dal ritratto di una persona ci si aspetta e tendiamo maggiormente a vedere la sua cifra principale in quella del riconoscimento, della somiglianza, mentre nel personaggio, colui il quale è ammantato di maggiori caratteristiche simboliche, la
ritrattistica può maggiormente sfuggire al realismo. Zappone sembra tenere in mente tutto ciò quando decide di fare le sue opere riguardanti i ritratti e di metterli in discussione decostruendoli nel processo che va dalla scultura alla pittura, passando per la fotografia. In queste sue opere intravediamo e intuiamo che si tratta di busti e dunque di ritratti di personaggi illustri, quindi di opere celebrative e quindi più vicine alla verità simbolica che a quella terrena da carta di identità in cui, tranne la legalità nessuno sembra riconoscersi. Difatti nelle fototessere non ci piacciamo mai, per prima e per primi siamo portati a dire ma quello non sono io. In questo discorso per la verità Zappone si inserisce con tre livelli di rappresentazione, partendo dal busto, plastica, che poi fotografa, realismo, e sul quale alla fine interviene con la pittura libera, l’informe. In questo processo tra simbolismo a percorso tra realtà e risignificazione la pittura è chiamata a dire l’ultima parola, decostruendo l’immagine di realtà-verità portata verso una dimensione altra.”
Apprezzatissima, anche, la collettiva, a cura del Collettivo Pepe, e con il contributo artistico sempre di Antonio Zappone, della mostra Diserta, che, dopo oltre un decennio, ha riaperto i battenti della storica Casa della Cultura in occasione dello Spoltore Ensemble.
Info: Collettivo Pepe 3291329297 - 3392448967