Informazioni Evento

Luogo
SPAZIO BRENTANO
Via Brentano 14 , Milano, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al

Mattina ore 11,00 – 13,00 - Pomeriggio 16,30 – 20,00

Vernissage
24/02/2016

ore 18,30

Generi
arte contemporanea, collettiva

La mostra dal titolo Aporie segue quella dedicata a Maurice Blanchot dal titolo “Per sottrazione” presso lo Spazio Brentano a Milano.

Comunicato stampa

APORIE
a cura di ZONE

Artisti invitati: MICHELA BALDI, PIERLUIGI CALIGNANO, CALIXTO RAMIREZ CORREA, ELEONORA CHIESA, PIETRO FINELLI, PAUL HUNTER, AURÉLIEN MAUPLOT, JUAN ZHAO

La mostra dal titolo Aporie segue quella dedicata a Maurice Blanchot dal titolo “Per sottrazione” presso lo Spazio Brentano a Milano. Entrambe hanno come linea di riferimento la riflessione su un libro che ha tracciato un’impronta sulle vicende dell’arte contemporanea. In particolare Aporie si riferisce a un libro di Jacques Derrida sul concetto di Finis, di un attendersi ai limiti della verità. Il libro, nonostante la sua importanza sia da un punto di vista filosofico, sia da quello del pensiero sull’arte, non è stato più ripubblicato. Nel segnalarlo come riferimento e argomento di una mostra è intenzione di ZONE di riportarlo non solo alla memoria ma di trovare una linea di congiunzione con quel pensiero di Derrida. Il pensiero secondo l’aporia, ci dice Derrida, è un pensiero paziente che non sa dove andare, sa però dove sostare in quell’assenza di passaggio che nasce dallo sfilacciarsi dei confini e dalla indistinzione che ciò comporta. Questo sostare in un confine poroso si mostra come un sostare inquieto, come l’impossibilità stessa di stare nella sicurezza dell’evidenza. Aporie, oltre ad essere il titolo di questa mostra, è dunque una riflessione sul concetto di instabilità che pervade tutta l’arte moderna e contemporanea, ma anche sul concetto confinario di limite nella sua doppia opposizione di apertura e chiusura.
La mostra è stata pensata dunque come una disgiunzione, dubbio quasi insolubile, ostacolo insuperabile che blocca il ragionamento, quasi un conflitto fra linguaggi. Ed in effetti la scelta degli artisti ha proprio questo senso del dubbio e del conflitto ma anche del rimando costante ad una possibilità di disseminazione. Essi sono stati invitati più per le loro esperienze differenti e non per un procedere comune.
Nel non poter risolvere l’aporia sta anche l’inaccessibile ma là volano anche le farfalle che fra le vette degli alberi muovono i pensieri degli uomini che le osservano.

La mostra è accompagnata da un testo di Francesco Correggia.