Apparizioni a San Michele Arcangelo
Ogni artista intrattiene un dialogo con le opere presenti e con lo spazio che le circonda, attraverso un gioco di rimandi incoraggiato dalla specularità degli altari e amplificato dalla ricchezza dei segni di un passato più o meno remoto.
Comunicato stampa
Dal 25 agosto nell’antica chiesa di San Michele Arcangelo (per un breve periodo così intitolata, oggi sconsacrata), situata all’interno del Castello di Pissignano, si svolgerà la seconda edizione della mostra dal titolo APPARIZIONI A SAN MICHELE ARCANGELO. SEGNI INCUBI VISIONI.
L’iniziativa si colloca nell’ambito della manifestazione TRA ARTE MUSICA E VIDEO voluta e organizzata dall’Associazione La Fortezza e promossa dalla Regione Umbria, dal Comune di Campello sul Clitunno e dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Spoleto.
Il titolo si riferisce sia al luogo che ospita la mostra sia alla figura di S. Michele Arcangelo, che nelle sue molteplici rappresentazioni per molti anni ha ispirato l’opera di Afranio Metelli. Ad aver in particolare interessato l’artista sono state le due versioni proposte rispettivamente nella tela secentesca un tempo collocata sull’altare maggiore della chiesa di Pissignano (oggi nella Parrocchiale) e nell’affresco del XV secolo nella controfacciata della chiesa di San Domenico di Spoleto, pubblicato da Bruno Toscano dopo il recente restauro.
Oltre al dipinto di Metelli, sugli altari laterali della chiesa sono esposte per la prima volta opere di Maurizio Cancelli, Jeffrey Isaac, Maria Teresa Romitelli.
Ogni artista intrattiene un dialogo con le opere presenti e con lo spazio che le circonda, attraverso un gioco di rimandi incoraggiato dalla specularità degli altari e amplificato dalla ricchezza dei segni di un passato più o meno remoto.
Una chiesa sconsacrata appare come il luogo deputato ad accogliere le secolari polarizzazioni tra sacro e profano, tra bene e male, tra sublime e terreno, tra sogno e realtà, tra vita e morte, suggerite implicitamente dal tema della mostra; ma rappresenta anche il luogo dove si possono innescare cortocircuiti di cui le opere si fanno infine interpreti ideali.
Il risultato di questa tensione dialettica si può cogliere nell’epifania tra ludico e ossequioso della galleria “High Definition” di figure in divisa, in maschera, in abiti da parata o da processione, proposta nella installazione di Isaac (audio a cura di Nyla van Ingen). O nella lotta tra bene e male messa in scena da Romitelli, che si risolve, attraverso la costruzione di un’opera composita dall’andamento labirintico e ascendente, nella rarefazione della materia fino all’astrazione del segno. E ancora, nelle forze contrapposte che agiscono lungo l’asse verticale della struttura architettonica lanciforme dipinta da Cancelli, sublimandone l’aberrazione prospettica. E infine nel S. Michele Arcangelo di Metelli, che di ognuna delle altre opere riflette un tratto saliente.