Appocundria
Casa Testori presenta Appocundria, una mostra ideata e curata da Marta Cereda, che accoglie 24 artisti da 22 nazioni per parlare di identità, di memoria, della costruzione di nuove case e nuove vite.
Comunicato stampa
Esattamente dieci anni fa (2009) Casa Testori esordiva nel panorama culturale contemporaneo aprendo le porte a 22 artisti nella prima mostra, Giorni Felici. Con le proprie opere giovani interpreti insieme a maestri storici dell’arte invasero le stanze della dimora di Giovanni Testori dando vita a una contaminazione reciproca, facendo i conti con questo luogo suggestivo alle porte di Milano. Da allora oltre 200 artisti sono passati da Casa Testori esponendo le proprie opere e interagendo direttamente con il pubblico che qui può trovare un dialogo aperto al futuro, un centro innovativo per l’arte contemporanea.
Dieci anni dopo (2019) Casa Testori propone una nuova grande mostra che segna la definitiva apertura di questa casa al mondo, per raccontare e raccontarsi.
Casa Testori presenta così, Appocundria, una mostra ideata e curata da Marta Cereda, che accoglie 24 artisti da 22 nazioni per parlare di identità, di memoria, della costruzione di nuove case e nuove vite. La mostra prende il titolo dalla “traduzione” napoletana di saudade, la celebre nostalgia e malinconia dell’anima, difficilmente definibile e altrimenti intraducibile.
A raccontare la propria appocundria sono 24 artisti emigrati in Italia dal loro Paese d’origine per scelte differenti, per motivi di studio o di lavoro, per ragioni personali, politiche, economiche, sociali o familiari. 22 le nazioni di provenienza, a testimonianza dell’ampiezza, della portata culturale dell’esposizione e della sua valenza sociale: Felipe Aguila Cile, 1977 - Cláudia Alexandrino Portogallo, 1989 - Margaux Bricler Francia, 1985 - T Yong Chung Sud Corea, 1977 - Oscar Contreras Rojas Messico, 1986 - Enej Gala Slovenia, 1990 - Adi Haxhiaj Albania, 1989 - Délio Jasse Angola, 1980 - Mohamed Keita Costa d’Avorio, 1993 - Iva Lulashi Albania, 1988 - Saba Masoumian Iran, 1982 - Stefan Milosavljevic Serbia, 1992 - Alek O. Argentina, 1981 - Maki Ochoa Venezuela, 1991 - Barbara Prenka Kosovo, 1990 - Agne Raceviciute Lituania, 1988 - Olga Schigal Russia, 1980 - Caterina Erica Shanta Germania, 1986 - Hsing–Chun Shih Arabia Saudita, 1986 - Agnese Skuijna Lettonia, 1985 - Natalia Trejbalova Slovacchia, 1989 - Gosia Turzenecka Polonia, 1974 - Nicolas Vamvouklis Grecia, 1990 - Aleksander Veliscek Slovenia, 1982.
Nel progetto ideato a partire dalla funzione originaria di Casa Testori come abitazione, l’idea di Appocundria si lega inevitabilmente alla nozione di casa e alla necessità o alla scelta di costruire in un Paese lontano da quello dove si è nati la propria casa. In che modo si porta con sé la propria storia? Cosa si porta, cosa si lascia? Come si crea una nuova memoria, che modifica anche il passato? Come presentare questa dimensione in un contesto espositivo che, a sua volta, è stato casa di altre persone?
Domande che hanno un risvolto anche di grande attualità, nel dibattito sulle migrazioni e in tempi di Brexit.
Ma Appocundria non è solo una mostra a Casa Testori e non poteva che aprirsi alla Città di Milano e alla sua storia recente e passata di accoglienza e di casa.
È così che tre appartamenti ALER nella zona di Piazzale Selinunte e Abbazia di Mirasole, spazi simbolo di forme di accoglienza diverse, vengono uniti dal filo rosso dell’arte contemporanea.
Nel mese di APRILE 2019, grazie alla collaborazione del Laboratorio di Quartiere San Siro un servizio del Comune di Milano che ha coinvolto gli abitanti della zona, Giovanni Hänninen presenterà Senegal/Sicily, un cortometraggio e una mostra fotografica ospitati proprio in tre appartamenti ALER nelle vicinanze di Piazzale Selinunte, per riflettere sull’esperienza di casa vissuta in Europa e Africa, in collaborazione con Josef and Anni Albers Foundation.
Nel mese di MAGGIO 2019 si svolgerà una residenza d’artista presso l’Abbazia di Mirasole (Opera), realizzata grazie all’ospitalità di Fondazione Progetto Arca Onlus e Progetto Mirasole Impresa Sociale e alla collaborazione di Adrian Paci. Due giovani artisti, nati all’estero e operanti in Italia, trascorreranno due settimane nei suggestivi ambienti del complesso abbaziale duecentesco, ora luogo di accoglienza di famiglie in momentanea emergenza abitativa e di nuclei mamma-bambino che vivono un disagio sociale, abitativo e lavorativo. Gli artisti avranno la possibilità di entrare in contatto con chi oggi vive questi luoghi e di realizzare un progetto che sarà presentato al pubblico nel mese di giugno 2019, con una festa che coinvolgerà operatori, ospiti e abitanti del territorio.