Approdi
Radici che si incontrano, linguaggi e approcci dissimili che cercano di ritrovarsi in un terreno comune, quello delle sale di un maniero antico arroccato saldamente nella terra rossa del Salento, all’interno di un borgo fascinoso come Acaya.
Comunicato stampa
Radici che si incontrano, linguaggi e approcci dissimili che cercano di ritrovarsi in un terreno comune, quello delle sale di un maniero antico arroccato saldamente nella terra rossa del Salento, all’interno di un borgo fascinoso come Acaya. Spazi carichi di memorie ataviche, architetture connotate, sinergie già avviate e in progress. E poi uno scontro tra titani, quelli scolpiti e dipinti, naturalmente, nel segno di un confronto fecondo di sollecitazioni, nel nome di Eva Caridi e Bogumil Ksiazek, i due artisti protagonisti di un percorso espositivo corale, frutto di lunghi dialoghi tra il Salento e Atene, Corfù e Cracovia, in una dimensione dialogica che certamente proseguirà nei progetti futuri già in cantiere.
“Approdi” è la doppia personale degli artisti Eva Caridi e Bogumil Ksiazek, accompagnata da un’installazione site-specific di Olga Gulandris. La mostra, a cura di Lorenzo Madaro, si svolgerà nella magica cornice del Castello di Acaya (Vernole, Puglia), dal prossimo 6 luglio fino al 30 settembre.
“Approdi” è questo e tanto altro ancora. Una parola che si presta a letture multiple, così come sfaccettate sono le visioni che s’intervallano in questo continuo rincorrersi di generi, temi, concept e dialoghi tra gli artisti. Un termine ormai integrato al mondo della cronaca giornalistica e quindi nel lessico adottato nella quotidianità di tutti noi, ma anche una parola foriera di immaginari che si moltiplicano senza soluzione di continuità nel maniero tra terra e cielo e con uno sguardo verso il mare. Eva e Bogumil, rispettivamente con i linguaggi della scultura e della pittura, intervallati da installazioni sonore concepite ad hoc per questo progetto, rifletteranno sulle connotazioni contemporanee di alcuni simboli provenienti anche dal mondo della mitologia e della filosofia della Grecia antica.
La mostra è promossa dall’Istituto di Culture Mediterranee della Provincia di Lecce, in collaborazione con l’associazione culturale no profit A100Gallery, l’associazione Neos Kiklos Kostantinoupoliton e il museo Museo Kastritio di Atene.
Interverranno all’inaugurazione: Simona Manca, assessore alla Cultura della Provincia di Lecce; Luigi De Luca, Istituto di culture mediterranee della Provincia di Lecce; Nunzia Perrone, associazione culturale A100Gallery, Anna Kesisoglou, associazione culturale Neos Kiklos Kostantinoupoliton e Lorenzo Madaro, curatore della mostra.
La mostra sarà accompagnata da un catalogo, curato da Lorenzo Madaro che proporrà testi critici, apparati biografici e fotografie delle opere in mostra e dell’allestimento.
Progetto collaterale: installazione site-specific di Olga Goulandris
In mostra un ciclo recente di sfere e pannelli minimalisti realizzati con l’antica tecnica del mosaico, riattualizzata però in chiave contemporanea.
Olga Goulandris preleva da un’antica tradizione artistica l’uso del mosaico, non solo come tecnica millenaria, ma anche come approccio esistenziale che rende viva l’arte stessa. Il lento lavoro manuale altro non è che un esercizio dapprima spirituale e poi propriamente artistico e concettuale. Dai mosaici orientali alle straordinarie visioni dell’eroico periodo ravennate, per poi giungere agli splendori della Sicilia medievale e, naturalmente in Puglia – un esempio tra tutti: il mosaico pavimentale di Otranto, naturalmente –, in un viaggio visionario tra iconografie e geografie dello spirito, che tralascia le coordinate spazio-temporali per approcciarsi con disinvoltura alla materia e alle sue visioni.
L’approdo di Olga in Salento non è casuale: è una sorta di ricongiungimento ricercato con una terra intrinsecamente legata al mondo orientale, da cui idealmente proviene la sua stessa indagine artistica. Le sfere e i pannelli minimalisti scelti per questo progetto entrano così in relazione con la storia secolare del maniero di Gian Giacomo dell’Acaya; i profili delle installazioni si confrontano dialetticamente con le fenditure che le vite di chi l’ha abitato hanno partorito, più o meno consapevolmente, sulle pareti cariche di memorie e storie.
La location:
Il castello di Acaya, gestito dall’Istituto di Culture Mediterranee della Provincia di Lecce, sorge nel luogo dove sorgeva il piccolo insediamento medievale di Segine. Nel 1294 Carlo II D'Angiò donò Segine a Gervaso di Acaya, valoroso capitano, la cui famiglia la possedette per tre secoli. Nel 1506 Alfonso di Acaya costruì il nucleo più antico del Castello. Passò poi indenne attraverso il barocco conservando la sua struttura tipica di rocca rinascimentale costruita secondo i dettami dell'architettura militare. Il 25 gennaio 2001, durante gli scavi a pochi metri dalle mura, in prossimità delle scuderie, sono state riportate alla luce una serie di tombe, fosse comuni e cunicoli. Nel 2008 è stato scelto come sede del Forum Mediterraneo per la Pace.
Si ringraziano per la fattiva collaborazione:
dott.ssa Oronzina Malecore
Ioannis Andriotis (musiche), Alexandrox Tsouvelas (voci), Thodoris Ecomou (musiche) e Echo Art.