Arianna Giorgi – Mar Donatello
Lo studio dell’artista è una sosta che interrompe internet e social. La libertà di rendere pubblico uno spazio personale è una proposta politica e lo studio di un’artista non ha bisogno di investiture, è quindi disponibile per allestire una mostra.
Comunicato stampa
Quando sono andata in studio da Arianna Giorgi, le conchiglie del Lido di Venezia, i “peoci”, il sale, le foto delle Canarie mi hanno trasportato lungo le coste del Mar Donatello, dal quale salpano le sue sculture. Ho immaginato una piccola flotta per navigare tra le figure di Arianna. Lo studio dell’artista è una sosta che interrompe internet e social. La libertà di rendere pubblico uno spazio personale è una proposta politica e lo studio di un’artista non ha bisogno di investiture, è quindi disponibile per allestire una mostra.
Abbiamo scelto opere con un legame, non sempre diretto, ma che potevano riunire la flotta.
Lilith (1998), come un serpente, si snoda a terra su uno strato di sale rosa, le scaglie di conchiglie del Lido di Venezia richiamano il disegno della pelle e della muta. Trasformano qualcosa che c’è (la conchiglia, il sale rosa) in una figura discontinua del mito di Lilith. Il fluire del mare è un’immagine dell’infinito, il manto di conchiglie di Lilith lo evoca, e allo stesso tempo rappresenta il fluire e l’infrangersi di riti e archetipi, come le onde. Sulle spiagge di oggi, oltre alle conchiglie, arrivano i conflitti culturali e cultuali di cui Lilith è un simbolo. Cambiare pelle alle disparità è molto difficile, perché i conflitti non sono mai lontani dalla propria pelle.La Conchiglia (1994): dei chiodi s’insinuano nelle venature del ventaglio, come dire, bisogna sempre costruire. Pietra malata (1998-99): su un parallelepipedo di marmo poggia un piccolo monte di pietra. E’ ricoperto da minutissime protuberanze, formate con centinaia di conchigliette rosa che lo ammalano e lo colorano. Perché? Perché ciò che ci ammala si attacca al corpo e ne trattiene i colori. Accanto ad opere precedenti, sul Mar Donatello approdano le ultime, tra le quali le fotografie delle Canarie, in cui il bianco e nero restituisce l’essenza dell’acqua marina in movimento, Fotomorfosi (2017). E due vecchie stoffe, provenienti da una sua casa, intaccate dalla muffa: Transumanza (sindone) e Transumanza (liberty) (2017). Ricordano un po’ i test di Rorschach, ma soprattutto i viraggi che trasformano la materia e la luce. Un’estensione della muta di Lilith? Forse. Io ho visto la figura di microrganismi sentimentali che trasformano la vita, anche quando ammuffiscono.