Aris | Merlini | Nelio – Endless
L’uomo è un essere paradossale: consapevole e cosciente della propria limitatezza, egli cerca in continuazione di superarla, di escogitare strade alternative, svincolate da traiettorie prestabilite.
Comunicato stampa
Si dovrebbe andare oltre i limiti della normale sensibilità per influenzare profondamente le altre persone. JOSEPH CONRAD
MAGMA gallery è lieta di invitarvi all’inaugurazione della mostra Endless, sabato 22 aprile dalle ore 18.30.
Ogni uomo, fin dalla sua nascita, deve rapportarsi con il concetto di limite. Dinnanzi alla complessità del reale, la conoscenza umana risulta essere impotente, circoscritta entro i confini della sensibilità. Il limite sembra essere quindi una barriera insormontabile capace di frenare i nostri sogni, desideri e aspettative.
L’immaginazione, però, permette all’uomo di superare questo stato di cose, offrendogli la possibilità di pensarsi libero. Il limite quindi può essere re-inventato, ricreato nella mente dell’artista in grado di ridefinirne i canoni. Il concetto di confine, di frontiera, perde in questo modo la sua accezione comunemente negativa, costituendo i presupposti di una nuova, inesauribile potenzialità.
Endless: il ‘senza fine’, l’inesauribile, l’infinito. Questo sembra essere il filo conduttore che lega Aris, Martina Merlini e Nelio, i tre protagonisti coinvolti nel nuovo progetto espositivo di MAGMA gallery. Ognuno degli artisti elabora un linguaggio originale e innovativo, alla ricerca di sottili equilibri compostivi che sembrano muoversi secondo un percorso apparentemente senza fine. Trame fitte, figure sfumate, sovrapposizioni illusorie di forme invitano ad ‘andare oltre’, a non accontentarsi di quel che è ‘rinchiuso’ nella cornice. Le opere suggeriscono nuovi spazi immaginativi, stimolano lo spettatore a servirsi della propria fantasia, ad esplorare territori sconosciuti, indagando le inesauribili articolazioni della trama del reale.
Così, nelle opere di Aris le forme si amalgamano e confondono tra loro creando una dimensione ibrida e confusa, simile a quella del sogno. L’artista toscano elabora uno stile figurativo del tutto personale, in cui i rimandi al mondo fenomenico vengono solo vagamente evocati, per essere poi ‘ri-miscelati’ in surreali effetti ottici. Le fisionomie delle figure rappresentate sono duttili, prive di ogni rigore e costrizione, quasi create per essere modellate.
Anche nel caso del francese Nelio i rimandi allo sconfinamento sembrano essere costanti. Nel suo personalissimo percorso di ricerca, l’artista sembra trovare nell’astrazione la strada preferenziale per generare immaginari di forme. Grazie ad un moto continuo di giochi percettivi e rimandi illusionistici, lo spettatore si trova inconsapevolmente coinvolto in una realtà altra, dove sfondo e figure si ‘velano’ e ‘disvelano’ a vicenda.
Nella poetica di Martini Merlini, la nozione di limite viene indagata in maniera sottile e raffinata. Nelle sue opere l’astrazione geometrica diviene un espediente fondamentale per indagare la natura umana, perennemente in bilico tra razionalità e irrazionalità. Tratti pittorici fitti e simmetrici vengono inaspettatamente disarticolati dalla pulsione di nuove spinte che sembrano seguire impulsi naturali istintivi e primordiali.
L’uomo è un essere paradossale: consapevole e cosciente della propria limitatezza, egli cerca in continuazione di superarla, di escogitare strade alternative, svincolate da traiettorie prestabilite.
Martina Merlini (Bologna, 1986) vive e lavora a Milano.
Dall’illustrazione all’astrazione geometrica; un percorso che porta l’artista a sperimentare e conoscere sé stessa attraverso diversi contesti espressivi come, tra gli altri, muralismo ed installazioni. Materiali quali cera e smalti, applicati su supporti poveri come carta e legno, esprimono al meglio la ricerca costante di un silenzioso e potente equilibrio compositivo. Tratti pittorici fitti e simmetrici improvvisamente sono disarticolati da nuove spinte e forme che sembrano seguire pulsioni istintive e naturali. Numerose le esposizioni dedicatele, sia in Europa che in America. Tra i vari eventi e festival internazionali cui prende parte si ricordano Living Walls, primo festival di street art femminile tenutosi ad Atlanta (USA) nel 2012, ed il prestigioso Le Mur a Parigi, nel 2015.
Aris, nato nel 1978 in Toscana, inizia la sua attività nel 1993.
Le pareti dei vagoni ferroviari gli offrono la possibilità di creare e sperimentare, usando così il ferro o altri materiali poveri come sfondo alle sue opere.
Sviluppa da subito un personale lettering da cui, nel corso del tempo, si allontana per giungere progressivamente ad un particolare stile figurativo, in cui i riferimenti netti delle forme si confondono, si amalgamano gli uni agli altri creando surreali e complessi effetti ottici.
Il viaggio e la necessità di esplorare sono parti fondamentali della sua vita e del suo lavoro, portandolo a dipingere in varie nazioni, Spagna, Germania, Polonia, Russia e a realizzare numerose opere pubbliche in spazi non tradizionalmente votati all’arte. Aris è stato tra i protagonisti della mostra al PAC di Milano, “Street Art, Sweet Art” nel 2007, la prima in Italia a consacrare ufficialmente, all’interno di un’istituzione museale pubblica, gli street artist della scena milanese e bolognese.
Nelio, nato nel 1982 in Francia, sviluppa un approccio artistico unico, che combina simboli, lettere, paesaggio e forme geometriche. La sperimentazione astratta portata avanti dall’artista genera un immaginario di forme, colori vivaci ed elementi geometrici, dando vita a trame fitte ed articolate, un moto continuo fatto di giochi percettivi, elementi piatti e tridimensionali, in cui lo spettatore si ritrova coinvolto in una personale astrazione della forma. Numerose le opere pubbliche da lui realizzate in Europa ed esposizioni internazionali, presso importanti gallerie a San Francisco, Melbourne, Montreal, Berlino, Parigi.