Armando Casalino – MitoLogicaMente
La rassegna propone 21 foto di grande dimensione realizzate nel 2012 con tecnica digitale su supporto rigido.
Comunicato stampa
S’inaugura sabato 8 dicembre 2012 alle ore 18.30 all’Atelier WorkingART (Via del Trionfo 1) di Trieste, la mostra MitoLogicaMente dell’artista fotografo Armando Casalino, che sarà introdotta dall’architetto Marianna Accerboni. La rassegna propone 21 foto di grande dimensione realizzate nel 2012 con tecnica digitale su supporto rigido. Visitabile fino al 22 dicembre (orario: da lun a sab 10 · 12 e 16 · 19/ dom 10 · 12).
In un’epoca come quella contemporanea - scrive Accerboni - in cui il mito, nell’accezione culturale del termine viene trascurato o addirittura negletto, come appare chiaramente anche nell’acuto saggio “Nuovi riti nuovi miti” di Gillo Dorfles, il fotografo-artista Armando Casalino compie un’operazione originale, raffinata e giocosa, nel riproporre i protagonisti di questo nostro passato remotissimo e ancestrale, secondo una mise en scène sottesa da una forte vis passionale e da un cromatismo icastico ed essenziale: un lavoro, in cui, sullo sfondo nero della scena, risulta protagonista la luce, ottenuta attraverso led, che sottolinea e attualizza il pathos antico e spesso estremo, nella sua violenza e nelle sue passioni, del mondo mitologico, espresso attraverso colori essenziali e decisi, simbolici.
Un lavoro di arte visiva che s’intreccia al concetto di regia, poiché i protagonisti di questa pièce silenziosa e accattivante sono coordinati in tal modo da Casalino, fino a comporre, con la collaborazione di truccatori, parrucchieri e costumisti, venti affreschi di grande impatto emotivo, in cui risuonano i grandi temi tragici ed eterni della violenza, dell’invidia, della guerra, dell’amore, della morte, del mistero e dell’inganno…
E’ un’operazione di sapore pittorico-teatrale, in cui s’intrecciano, sotto il profilo critico, il linguaggio simbolista, il gusto per la performance, l’arte scenica e l’arte fotografica, intesa quest’ultima come una sorta di azione pittorica, che ci dona una visione contemporanea del mito classico, con la speranza che esso diventi interessante e affascinante motivo di curiosità e conoscenza anche per le giovani generazioni. Nel tema della luce s’inserisce il linguaggio severo e intenso del corpo, dall’attenta e intensa gestualità, accentuato dall’arte del trucco e dall’effetto eloquente dei tatuaggi eleganti, che scivolano nella body painting art.
Operazione coraggiosa, quella di Casalino, sostenuta da un impegno e da una professionalità molto alti e condotta dall’autore - in questo caso non solo fotografo, ma anche regista, sceneggiatore, scenografo e pittore - con molta misura e un equilibrio, tanto più difficile da raggiungere, in quanto espressione di valori e sentimenti forti, non a caso spesso rappresentati nella tragedia greca, sinonimo di tragedia per eccellenza.
Saffo, Atena, Eris, Medusa, Pandora, Caronte, Persefone, Selene, le Erinni, l’oracolo di Delfi e altri protagonisti del Mito - conclude Accerboni - si alternano e si susseguono in mostra nella luce e nel colore, traducendo in coinvolgente realtà, antiche e recondite pulsioni, che certamente stanno all’origine dell’intensa creatività di Casalino.
Armando Casalino, nato a Trieste nel 1963, inizia a fotografare appena decenne con la Ferrania 35mm del padre, poi con una Ferrania Eura 6×6 e negli anni ’70 con una Polaroid ZIP, approdando qualche anno dopo alla Olympus OM1. Sperimenta in camera oscura lo sviluppo e la stampa del 35mm b/n e diverse tecniche quali l’infrarosso, la foto notturna ecc. Nel ‘89 compie un viaggio di 3600 chilometri in jeep, durato 35 giorni, nelle città e nel deserto del Marocco, che successivamente traduce in un reportage su quelle splendide terre e genti. Lì nasce la sua passione per il ritratto, che cattura i momenti di vita del soggetto, immortalandolo in quegli attimi di gestualità quotidiana, che solo la fotografia è in grado di rilevare.
Nel ’96 acquista la prima macchina digitale compatta, poco dopo passa alle Reflex semiprofessionali, abbandona quindi definitivamente la Reflex 35mm e passa al digitale professionale. Inizia a fotografare saggi, spettacoli ecc. Partecipa a mostre collettive e concorsi fotografici di prestigio, classificandosi quasi sempre ai primi posti. “Un giorno” racconta Casalino “mentre fotografavo uno spettacolo teatrale di danza, iniziai a sentire qualcosa che non avevo mai notato: le figure che vedevo sul palco, mi davano qualcosa di più, di diverso, mi ispiravano e mi scatenavano emozioni che in precedenza avevo provato solo nell’ammirare le grandi opere d’arte dei maestri contemporanei. Da qui ebbi l’idea di mettermi in gioco con qualcosa di diverso, non più la fotografia come semplice ritrattistica delle scene di vita, ma di usare la fotografia come fosse un pennello e una tela dove incidere, scolpire le mie emozioni nell’intento di trasmetterle a chi guarda. Credo di non fare della fotografia, ma di usare il mezzo fotografico per trasmettere le mie emozioni attraverso la luce. Questo” conclude l’autore “è il mio modo di condividere con chi guarda le mie opere”.