Armando Marrocco – Città immaginaria
L’arte, la creatività e la grande unicità di Armando Marrocco, uno dei più significativi maestri italiani del Novecento, arrivano nel cuore di Bari. La rassegna, dedicata alle storiche opere in metallo dell’artista salentino, dal titolo “La città immaginaria” approda nel capoluogo pugliese dopo il grande successo ottenuto a Torino, presso Spaziobianco, la nongalleria di Silvano Costanzo.
Comunicato stampa
L’arte, la creatività e la grande unicità di Armando Marrocco, uno dei più significativi maestri italiani del Novecento, arrivano nel cuore di Bari. La rassegna, dedicata alle storiche opere in metallo dell’artista salentino, dal titolo “La città immaginaria” approda nel capoluogo pugliese dopo il grande successo ottenuto a Torino, presso Spaziobianco, la nongalleria di Silvano Costanzo.
L’appuntamento espositivo sarà inaugurato sabato 30 marzo alle ore 18:30 nella galleria Formaquattro in via Argiro a Bari.
La mostra, a cura di Toti Carpentieri, rimarrà aperta fino al 4 maggio 2019 e rappresenta una summa ideologica della ricerca dell’artista.
«Tutti gli artisti sperimentano - spiega Silvano Costanzo, gallerista di Spaziobianco - alcuni lo fanno per periodi più o meno lunghi della loro vita. Altri, pochissimi, lo fanno per sempre. Armando Marrocco lo sta facendo da sessant’anni. Nessuno, come lui, è riuscito ad attraversare i decenni più travagliati della storia dell’arte mantenendo, costante, il coraggio di confrontarsi: con le idee, con le persone, con le tecniche e con i materiali».
Una rassegna “dura come il metallo” con le opere in ferro, bronzo e anticorodal che partono dai suoi infiniti accadimenti, dalle riflessioni del proprio percorso e riescono a mettere sempre insieme arte e scienza.
«Ecco, i materiali - continua il gallerista torinese - Armando Marrocco ha usato tutto nella sua lunga vita: il ferro, il marmo, la carta, la plastica, la tela, il gesso, l’oro, la luce, il fuoco, l’acqua, il suono, il legno, la pietra, le parole, perfino le formiche. E sé stesso. Non c’è idea artistica della seconda metà del ‘900 nella quale Marrocco non abbia posto un suo segno originale. È stato ed è uno scultore, un pittore, un fotografo, un designer, un poeta, un performer, un musicista, un architetto. Un artista vero, insomma. Un maestro».
L’opera storica che dà il titolo all’esposizione è stata realizzata nel 1976 ed era stata presentata per la prima volta nel 1980 negli spazi della prestigiosa galleria Il Milione a Milano.
«La mostra che Armando Marrocco ha ora deciso di presentare a Bari - conclude Costanzo - con la curatela di Toti Carpentieri, evidenzia uno dei filoni più significativi del suo lungo percorso creativo: quello della città utopica. Quella che ora viene presentata alla galleria Formaquattro, insieme ad altre opere “metalliche”, è dunque la madre di tutte le città utopiche sognate da Armando Marrocco. Pur essendo un sogno, è elegante e poetica, salda e forte come l’artista che l’ha realizzata.
L’ARTISTA
Armando Marrocco, ottant’anni nato a Galatina, è un artista che ha attraversato i decenni più travagliati della storia dell’arte mantenendo sempre costante il coraggio di confrontarsi con le idee, con le persone, con le tecniche e con i materiali. Nei suoi sessant’anni di carriera ha sempre cercato di sperimentare. Non esiste un’idea artistica della seconda metà del ‘900 nella quale Marrocco non abbia posto un suo segno originale.
Scultore, pittore, fotografo, designer, poeta, performer, musicista, architetto, esponente della corrente dell'arte comportamentale, un artista dalle variegate sfaccettature che ha fatto della sua arte la sua linfa vitale. Nella sua lunga vita ha usato il ferro, il marmo, la carta, la plastica, la tela, il gesso, l’oro, la luce, il fuoco, l’acqua, il suono, il legno, le pietre, le parole riuscendo ad arrivare nel profondo dell’animo umano. Nelle sue opere è sempre presente il legame con la sua terra, pur avendola lasciata nei primissimi anni Sessanta.
“Lucio Fontana fu uno dei primi ad acquistare le opere del maestro Armando Marrocco. Si conobbero a Milano, negli anni del fermento che gravitava intorno al quartiere Brera e divennero parte di uno dei gruppi artistici che fecero la storia dell’arte moderna italiana e mondiale” (dall’opera “Armando Marrocco io lo conosco” di Sara Fontana)
Il catalogo, con il testo di Toti Carpentieri, è disponibile in galleria.