Armando Perna – Un paesaggio instabile. Calabria 1783/2018

Informazioni Evento

Luogo
LIBRERIA LEPORELLO
Via del Pigneto 162/e, 00176 , Roma, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al
Vernissage
22/11/2018

ore 19

Artisti
Armando Perna
Curatori
Emilia Giorgi
Generi
fotografia, personale

Dopo la prima recente presentazione a CAMERA Centro Italiano per la Fotografia di Torino all’interno della mostra collettiva Futures, il progetto in progress di Armando Perna Un paesaggio instabile. Calabria 1783/2018 prende nuove forme e si evolve in una composizione pensata per gli spazi di Leporello

Comunicato stampa

Leporello

photobooks et al.

Armando Perna

Un paesaggio instabile. Calabria 1783/2018

a cura di Emilia Giorgi

Opening e talk: giovedì 22 novembre, ore 19

22 novembre - 22 dicembre 2018

Leporello, via del Pigneto 162, Roma

Testo di Emilia Giorgi

Dopo la prima recente presentazione a CAMERA Centro Italiano per la Fotografia di Torino all’interno della mostra collettiva Futures, il progetto in progress di Armando Perna Un paesaggio instabile. Calabria 1783/2018 prende nuove forme e si evolve in una composizione pensata per gli spazi di Leporello, in cui l’indagine fotografica avviata da Perna attraverso i territori della Calabria, si associa, fino ad arrivare a fondersi, con immagini e materiali di archivio, tratti dal volume settecentesco “Istoria de’ fenomeni del tremoto avvenuto nelle Calabrie e nel Valdemone nell’anno 1783”. Questa celebre pubblicazione, commissionata dalla Reale Accademia di Napoli e curata da Michele Sarconi con un prestigioso gruppo di studiosi, architetti e disegnatori, contiene un importante apparato iconografico di incisioni prodotte a seguito della prima campagna scientifica italiana, promossa per documentare un evento sismico.

Perna percorre la Calabria per rintracciare i luoghi rappresentati dalle incisioni settecentesche, e mettere a confronto porzioni di paesaggio, attraverso l’obiettivo fotografico. Il progetto si sviluppa a partire dal terremoto del 1783, una catastrofe epocale che ha comportato la morte di più di 30.000 persone e la distruzione di centri abitati e parti di territorio, tanto da ridisegnare la stessa costa calabra. L’evento, considerato dagli scienziati per la straordinaria intensità uno spartiacque nello studio dei sismi, ha avviato il superamento di concezioni obsolete che vedevano il terremoto come punizione divina, in favore di una visione illuministica della natura e della sismogenesi moderna.

Ma è il concetto stesso di catastrofe, ricorrente nella ricerca del fotografo negli anni, a indirizzare la sua analisi nei confronti di un paesaggio materiale e immateriale al contempo. Le composizioni di immagini e gli studi che Perna sta conducendo rievocano la catastrofe da un punto di vista antropologico, per analizzare con un approccio artistico gli effetti che la precarietà e il ripetersi di fenomeni traumatici comportano sulle comunità, modificandone i tratti identitari. In particolare è la “melanconia da catastrofe” teorizzata dall’antropologo Vito Teti ad accompagnare e ispirare Perna, ossia quel "sentimento di precarietà ed indefinitezza, di incompiutezza e provvisorietà, di mancanza di fiducia nel domani, di melanconia che permane e segna una sorta di lutto che non passa".

D’altra parte, il complesso territorio della regione Calabria, in cui Perna nasce e vive fino ai 20 anni, è da sempre oggetto di attenzione dell’autore sin dai viaggi con la famiglia nell’infanzia. L’interesse nelle trasformazioni del paesaggio cresce nel tempo, la Calabria diventa il primo banco di prova della sua ricerca fotografica fino a prendere forma nel progetto A3, Salerno-Reggio Calabria (2011-2016), in cui il cantiere di una delle più rilevanti infrastrutture italiane è il pretesto per documentare le porzioni di paesaggio attraversate. Il lavoro è finalista dell’European Architectural Photography Prize architekturbild 2013 (catalogo Im Brennpunkt | Focus Of Attention) e si evolve fino ad entrare a far parte della campagna The Third Island, promossa da Planar, i cui esisti sono stati esposti a La Triennale di Milano (2015) e all’Istituto Centrale per la Grafica di Roma (2016).

Nelle lunghe e profonde ricerche condotte da Perna, che abbiano come oggetto la Calabria o la città di Beirut - in cui è ancora in atto un progetto fotografico pluriennale per studiarne le aree marginali - la fotografia è una pratica di responsabilità che riafferma il ruolo civile dell’artista. Lo sguardo laterale e intenso nei confronti delle realtà percorse permea il lavoro di Armando fin dagli inizi, così come la consapevolezza che l’artista debba avere il coraggio di posizionarsi sull’orlo del precipizio e guardare l’abisso, per osservare e portare alla luce, con la propria opera, i temi più complessi e nascosti.

Biografia

Armando Perna (Reggio Calabria, 1981) è un fotografo documentarista. A partire dal 2013 si occupa con continuità della realtà libanese con particolare attenzione alla crisi dei migranti generata dalla guerra in Siria. Nel 2014 Dahiye, un progetto di libro sulla periferia meridionale di Beirut, è finalista ai Dummy Award Kassel al Fotobookfestival in Germania. Con un progetto fotografico sulla Salerno-Reggio Calabria, nel 2015 partecipa alla mostra The Third Island presso La Triennale di Milano e nel 2016 alla mostra Verso il Mediterraneo. Sezioni del paesaggio da Salerno Reggio Calabria, presso l’Istituto Centrale per la Grafica di Roma, in collaborazione con il museo MAXXI. La Fondazione Museo Pino Pascali (BA) nel 2017 presenta la mostra monografica Dahiye: The Southern Suburbs of Beirut. Nel 2018, con il progetto Shatila. The Twilight World, prende parte alla mostra Relics of Now, curata da Emilia Giorgi in occasione della Milano Arch Week, presso La Triennale di Milano. Con il progetto Un paesaggio instabile. Calabria 1783/2018, partecipa alla fiera Unseen Amsterdam 2018 e all’esposizione collettiva Futures 2018, curata da Giangavino Pazzola a CAMERA Centro Italiano per la Fotografia di Torino.