Armin Boehm – Et les yeux pour me dire
Mostra personale.
Comunicato stampa
La luce della luna sagoma corpi colmi di tristezza e desiderio, delinea il fusto degli alberi che compongono la fitta selva in cui le anime decidono di addentrarsi per confondersi. Gli occhi parlano di perdita e passione, le parole non possono essere d’aiuto nel cuore dell’oscurità.
Al calar delle tenebre, dall’interno di ogni appartamento atomizzato, la folla solitaria e frammentata guarda all’esterno delle mura con timore. Il fuori è caos, paure e incertezze. Ma, a chi sa ascoltare, la penombra del plenilunio sussurra libertà e convergenze. Da soli non ci può essere salvezza.
La grande città, con le sue strade battute e la luce artificiale, elimina ogni imprevisto, non conosce né l’infinto né il buio. E l’impossibilità di perdersi in essa è la chiave del suo decadimento. L’ignoto esiste solo per ricordarci che comprendere non può essere la soluzione, il tempo non sarebbe mai abbastanza. Nessuno è capace di catturare l’intero orizzonte con un solo sguardo.
E se dal litorale sembra quasi di potersi spingere sino al confine tra il cielo e la terra, anche sapendo che non vi si giungerà mai, non bisognerebbe comunque smettere di provare a raggiungerlo. Come non è giusto rinunciare ad un mazzo di fiori solo perché prima o poi appassirà.
Ridurre la vita alla sola componente biologica finisce sempre per sacrificare tutto ciò che ci rende pienamente umani. In balia dei calcoli e delle parole, del potere e della scienza, non usare la voce, dimmelo con gli occhi.
Francesco Scalas
Armin Boehm è nato nel 1972 ad Aquisgrana e vive e lavora a Berlino. Per la quarta mostra personale da Francesca Minini presenta una selezione di opere dall’atmosfera notturna e solitaria. Momenti personali che sembrano senza tempo, nature morte e scene sulla spiaggia, istanti in grado di evocare allo stesso tempo intimità e alienazione.
Per i suoi lavori su tela Armin Boehm si serve della tecnica del collage, combinando tracce pittoriche a frammenti di tessuto, per far emergere i suoi soggetti scultoreamente nello spazio. Un approccio profondamente emotivo, che rivela le energie che pulsano tra le persone, gli oggetti e l’ambiente.
Armin Boehm ha studiato alla Staatliche Kunstakademie Düsseldorf con Konrad Klapheck e Jörg Immendorff. Il suo lavoro è stato esposto in diverse mostre collettive, tra cui Me Collectors Room, Stiftung Olbricht, Berlino (2018); Städel Museum, Francoforte (2012); Schirn Kunsthalle, Francoforte (2011) e K21, Kunstsammlung NRW, Düsseldorf (2010). Vincitore del premio Folkwang Essen, Tiemann prize (2023).