Aron Demetz / Robert Pan

Informazioni Evento

Luogo
GALLERIA DORIS GHETTA
Pontives 8 - 39046 , Ortisei, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al
Vernissage
20/07/2016

ore 20

Artisti
Aron Demetz, Robert Pan
Generi
arte contemporanea, doppia personale

Una mostra, che raccoglie un complesso di opere che testimoniano in primis il valore attribuito dai due
artisti all’arte in generale e alle forme plastiche in particolare: filosofia e pensiero messi in forma.

Comunicato stampa

AUTARK.
ARON DEMETZ
ROBERT PAN
Vernissage, 20.07.2016 ore 20:00
21.07 – 15.10.2016
testo: Alessandro Romanini
AUTARK. ARON DEMETZ – ROBERT PAN
Dell’autonomia della materia e della disciplina del pensiero e della mano
In un panorama artistico spesso dominato da formule espressive preconfezionate per facilitare la
collocazione critica ed il compito di spettatori, collezionisti e addetti ai lavori, Aron Demetz e Robert Pan si
possono a pieno diritto inserire nel ristretto novero degli artisti che non possono prescindere dalla
sperimentazione continua e inesausta come motore primo della loro poetica e della loro prassi.
Sperimentazione che coinvolge tutti gli aspetti della creazione, dalla concezione alla progettazione fino ai
materiali e alle tecniche per realizzare le opere. Materiali, metodi e tecniche che eccedono la dimensione
meramente “oggettuale” e tecnologica per diventare veri e propri supporti e motori di scelte poetiche e
filosofiche, e che rappresentano il tema ed il fulcro della mostra ospitata presso la Galleria Doris Ghetta.
Una mostra, che raccoglie un complesso di opere che testimoniano in primis il valore attribuito dai due
artisti all’arte in generale e alle forme plastiche in particolare: filosofia e pensiero messi in forma.
I due artisti, nei rispettivi percorsi che li hanno portati ad esporre in molti spazi pubblici e privati a livello
internazionale, hanno sviluppato una maniacale ricerca espressiva, che ha visto i materiali e le tecniche
connesse combinarsi secondo innumerevoli e inedite dinamiche.
Dal legno, esperito in tutte le sue declinazioni formali, in tutte le sue potenzialità espressive (eroso,
scalfito, combusto...) e nelle ibridazioni significanti (resine, materiali organici naturali…), passando per il
bronzo senza disdegnare il marmo e derivati, applicando soluzioni tecniche mai completamente
ortodosse per quanto riguarda Aron Demetz.
Nella pittura di Robert Pan l’apparenza astratta è un mezzo per aggirare gli artifici della prospettiva ed il
facile sentimentalismo cromatico, per soffermarsi sulla materia e sui processi per renderla significante;
resine, processi di corrosione con gli acidi, placcature in rame e ossidazioni di ferro e altri procedimenti
funzionali all’ottenimento di determinate sfumature e all’amplificazione dell’espressione.
In entrambi è fondamentale la dimensione dialettica fra organico e tecnologia, natura e cultura e
soprattutto la sinergia fra concetto e lavoro manuale.
Il complesso di opere esposte in galleria rappresenta anche una nuova tappa - stazione in termini biblici...
- della ricerca espressiva di Aron Demetz e Robert Pan, accomunati da uno stesso approccio etico e
sperimentativo alla ricerca espressiva, pur mantenendo peculiarità stilistiche ben distinte.
Il titolo della mostra “Autark” assume nelle intenzioni degli artisti diverse accezioni.
La prima legata all’etimo, che ci riconduce al significato del termine mutuato dalla filosofia antica –
soprattutto quella cinica e stoica – una condizione cioè di autosufficienza dell’artista (e del saggio), che
basta a se stesso e si arroga il diritto (e tuttavia anche il dovere) di seguire delle regole autoimposte e
non assunte (subite) da altri, affrancandosi dalle influenze esterne (inclusi i cosiddetti –ismi del mondo
artistico). Quindi oltre che una scelta poetica è anche una scelta estetica a guidare Demetz e Pan in
questa comune avventura.
Galleria Doris Ghetta dorisghetta.com
Pontives Sud 8 [email protected]
39046 Ortisei, Val Gardena +39 39 39 32 39 27
Ampliando quest’accezione, i due artisti hanno scelto uno schema guida per la realizzazione delle opere
esposte, che vede i materiali assurgere a una dimensione di autonomia espressiva e funzione coautoriale.
Una dialogo con la materia che “suggerisce” i percorsi della forma e le tecniche per realizzarla, per
liberarla dalla dimensione originale e che al tempo stesso guida gli artisti in un percorso di autoanalisi dei
processi creativi adottati. Percorso che è anche di natura filosofica, e vede gli artisti affidarsi ad una
“struttura aperta”, non predeterminata, non definita a priori, se non nelle macrostruttura poetica, che si
sviluppa secondo processi auto (in)formativi - quasi frattalici.
Una struttura aperta in cui la materia, con la sua resistenza e imprevedibilità organica (connessa
all’incertezza esistenziale caratteristica del pensiero orientale) deraglia dall’ortodossia tecnica definendo
inedite dinamiche con l’artista, in un dialogo costante, elaborando in forma congiunta l’esito finale.
Materia e tecnica diventano (assieme al tempo processuale e alla connessa casualità ontologica del
processo creativo) co-autori, e come tali esposte allo sguardo dello spettatore nelle loro varie componenti
e stadi.
Un processo metalinguistico, che costringe gli artisti ad analizzare i propri principi poetici e la loro prassi
artistica mentre è in sviluppo, in azione. In questo contesto, gli artisti attribuiscono un valore analogo al
processo e al prodotto artistico. Un “learning by doing” che amplia la dialettica al concetto di opera d’arte
come lavoro, faticosa contrapposizione energetica fra homo faber e materia.
Alcune opere di Demetz testimoniano come sia lo stesso processo tecnico-produttivo della scultura a
suggerire all’artista la dimensione formale, quindi significato e significante. Allo stesso modo Robert Pan
realizza le sue opere (plastiche e pittoriche) per strati successivi, lasciando che i precedenti suggeriscano
i successivi .
Entrambi gli artisti, in una sorta di autodisciplina, disvelano ( o nascondono alludendoli, rendendoli così
ancora più visibili e pregnanti) i processi narrativi e produttivi nel loro farsi, mettendo a nudo la struttura e
il percorso, il pensiero e l’azione, che in questa specifica procedura si inseguono senza gerarchia, in uno
sviluppo che li vede alimentarsi reciprocamente senza soluzione di continuità. Un processo che afferma
che solo attraverso l’incessante lavoro certosino si genera sapere, che certifica allo stesso tempo che
solo l’unione fra pensiero e mano possono far depositare conoscenza.
Una conoscenza frutto dello scontro-dialogo fra l’energia organica della mano e quella inorganica delle
materie, alimentata da attrazione e aggressività, in lotta comune contro l’inerzia immanente dell’entropia e
dell’indifferenza (sinonimo di decorativismo).
La mostra testimonia anche l’approccio etico alla creazione artistica di Aron Demetz e Robert Pan, una
sorta di lotta alla pervasiva pioggia di immagini che caratterizza la nostra civiltà e lo Zeitgeist, nel tentativo
di realizzare immagini “pregnanti”, pensiero e riflessione messo in forma.
Questo approccio si estende alla strategia che costringe lo spettatore ad un atteggiamento attivointerpretativo,
affrancandolo dalla passività contemplativa (o al necessario pre-testo illustrativo) a cui ci ha
abituato molta arte contemporanea.
Le opere racchiudono nella forma sia la dimensione espressiva che quella processuale-realizzativa,
chiedendo allo spettatore un confronto “fisico” e la strutturazione di un percorso percettivo-soggettivo.
I due artisti, come testimoniano gli elaborati esposti, mantengono con opere una dimensione rituale e quel
sentore primordiale di contatto materico, che fonde l’ancestrale passato titanico con la memoria collettiva,
l’idea e il suo farsi in maniera sinergica.