Informazioni Evento

Luogo
POLITECNICO - FACOLTA' DI ARCHITETTURA E SOCIETA'
Via Andrea Maria Ampere 2, Milano, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al
Vernissage
30/01/2024

ore 17,30

Artisti
Arrigo Arrighetti
Curatori
Marco Biraghi, Adriana Granato
Generi
architettura, fotografia

La figura di Arrigo Arrighetti è stata per lungo tempo ignorata dalla critica architettonica anche nella sua città d’origine, Milano, dove pure esistono tuttora moltissimi suoi edifici.

Comunicato stampa

Arrigo Arrighetti Architetto
Mostra a cura di Adriana Granato e Marco Biraghi
Fotografie di Sosthen Hennekam

La figura di Arrigo Arrighetti è stata per lungo tempo ignorata dalla critica architettonica anche nella sua città d’origine, Milano, dove pure esistono tuttora moltissimi suoi edifici. Silenziosi e laconici, ma al tempo stesso ingegnosi come il loro ideatore, questi edifici hanno fatto da sfondo alla storia recente di Milano, divenendone in alcuni casi dei simboli ben noti, per quanto spesso gli stessi milanesi ne ignorino l’autore. Pur intrecciando strette relazioni e avendo molto in comune con gli altri protagonisti dell’epoca d’oro dell’architettura milanese (come Gio Ponti, Franco Albini, Ignazio Gardella, Vico Magistretti, Luigi Caccia-Dominioni), Arrighetti non ne ha infatti raggiunto la medesima notorietà. Per molti anni è stato architetto responsabile dell’Ufficio Progetti Edilizi del Comune di Milano ruolo che gli ha consentito di realizzare un’enorme quantità di progetti, tra edifici residenziali popolari, biblioteche pubbliche, mercati, edifici scolastici di ogni ordine e grado, chiese, impianti sportivi, ecc., ma gli ha dato anche l’opportunità di mettere in opera soluzioni costruttive e tecnologiche perfettamente aggiornate agli esempi più avanzati dell’architettura internazionale.

L’idea di una mostra su Arrigo Arrighetti al Politecnico di Milano, dove Arrighetti si è laureato ed ha anche insegnato, nasce proprio dalla considerazione dell’indispensabilità di dare al lavoro di questo architetto una giusta collocazione storico-critica. In questo modo si intende offrire una panoramica allargata e al tempo stesso approfondita del suo lavoro, affrancandolo dalla duplice lettura che ne è stata data negli ultimi anni: di “semplice” architetto dell’Ufficio Tecnico del Comune di Milano, da un lato, e di autore di alcuni edifici soltanto (nella gran parte dei casi la Chiesa di San Giovanni Bono), nell’ambito di recuperi superficiali, puramente “alla moda”, dall’altro.

Biografia
Arrigo Arrighetti nasce nel 1922 a Milano. Nel 1947 si laurea in Architettura al Politecnico di Milano con una tesi sulla ricostruzione di Palazzo Sormani, biblioteca pubblica bombardata durante le Seconda Guerra Mondiale: sarà proprio questo progetto il primo che realizza in qualità di architetto incaricato del Comune di Milano. L’edificio del 1949 inaugura alcuni dei tratti che diverranno ricorrenti nella produzione di Arrighetti architetto, come l’uso della griglia quadrata di cemento armato o l’illuminazione zenitale di ampi ambienti pubblici.

La sua architettura dimostra una minuziosa ricerca di soluzioni strutturali originali e complesse che rivelano lo studio e l’ispirazione tratti da esempi internazionali.
Nei suoi primi anni di attività progetta complessi di case popolari dalla grande varietà tipologica, con una forte attenzione ai dettagli funzionali e compositivi degli elementi architettonici.
In questo periodo inizia anche a progettare le sue prime scuole, campo al quale dedicherà molte delle proprie energie.

Dal 1955 al 1961 dirige l’Ufficio Studi e Progetti del Comune di Milano portandolo a diventare una realtà vivace e all’avanguardia, costruendo più di 150 edifici e divenendo esempio per molte città italiane. Dal 1956 al 1959, diventa consulente della Società MM per la progettazione e l’arredamento delle stazioni e realizza una delle stazioni della metro rossa di Milano, Amendola Fiera, sviluppando un progetto cristallino sorprendente, con una copertura di resina poliestere rinforzata con fibre di vetro, precursore nell’uso della modularità strutturale di unità geometricamente complesse.
Degli stessi anni sono alcuni dei suoi progetti più interessanti, come la Colonia a Pietra Ligure (1958-59) e la piscina a Parco Solari (1960).
Dal 1961 al 1979 è direttore dell’Ufficio Urbanistico Comunale, dove si occupa di progetti di ampia scala urbana, come ad esempio nel Quartiere Sant’Ambrogio (1962-77). Tra le vette della sua produzione architettonica si possono annoverare edifici che sono frutto tanto di incarichi pubblici come la Chiesa di San Giovanni Bono (1962-64), quanto di incarichi privati, come l’abitazione in via Plinio (1962-70).
Muore nel 1989, all’età di 67 anni.