Ars Aevi in progress
Il progetto del nuovo Museo d’arte contemporanea da realizzare a Sarajevo sarà riproposto, dopo l’esposizione all’Arsenale di Venezia per la Biennale internazionale d’arte del 2013, al Museo Pecci di Milano.
Comunicato stampa
RIPARTE DAL MUSEO PECCI MILANO
IL PROGETTO PER IL MUSEO D'ARTE CONTEMPORANEA DI SARAJEVO
ARS AEVIIN PROGRESS
Opere di Vahram Aghasyan, Marco Bagnoli, Maja Bajevic, Bizhan Bassiri,
IRWIN, Dean Jokanovic Toumin, Joseph Kosuth, Jannis Kounellis,
Felice Levini, Michelangelo Pistoletto,Remo Salvadori, Ilija Soskic
Disegno di Renzo Piano per la nuova sededel Museo ARS AEVI a Sarajevo
MUSEO PECCI MILANO
Opening: giovedì 3 luglio 2014, ore 19
Mostra promossa da
Comune di Prato e Regione Toscana
Realizzata dal
Centro per l'arte contemporanea Luigi Pecci, Prato
In collaborazione con
Spazioborgogno
Sede espositiva
Ripa di Porta Ticinese 113 - Milano
mostra aperta fino al 13 settembre 2014
da martedì a sabato, ore 15-19 ingresso libero
chiuso domenica e festivi
Info
T. +39 0574 531828
www.centropecci.it
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Il progetto internazionale ARS AEVI /Museo d'arte contemporanea di Sarajevo, sostenuto dal Ministero degli Esteri e dall'Ambasciata italiana di Bosnia Erzegovina che ha favorito la recente riapertura dello straordinario deposito di opere donate da oltre 150 artisti di fama mondiale collocate all'interno del Centro Skenderija a Sarajevo, è riproposto al MUSEO PECCI MILANO dal 3 luglio al 13 settembre 2014, ad un anno di distanza dall'esposizione all'Arsenale di Venezia per la Biennale internazionale d'arte del 2013 e a vent'anni esatti dall'avvio dell'intero progetto inteso quale emblema universale di una ricostruzione culturale e di una convivenza pacifica delle differenze veicolate dall'arte contemporanea.
Condotto strenuamente da Enver Hadziomerspahic, il progetto è iniziato proprio a Milano nel 1994 presso il Centro d'arte contemporanea "Spazio Umano" diretto da Enrico Comi che l'ha sviluppato fino al 1999 con una serie di mostre personali: il primo artista ad aderire e donare la sua opera è stato Michelangelo Pistoletto. Trasferito in Toscana, nel 1996 il progetto è stato accolto dal Centro per l'arte contemporanea Luigi Pecci diretto da Bruno Corà, il primo museo ad organizzare una grande collettiva di artisti internazionali invitati a donare opere per Sarajevo.
Gli artisti - scriveva Corà, ideatore dell'anagramma ARS AEVI 2O00 - offrono il segno diretto di una loro libertà in pieno esercizio, non schierata, non servile, non retorica. Una libertà semplice, esercitata con premura verso l'uomo offrendosi come specchio per un'immagine a volte drammatica, a volte piena di promesse redentrici.
Al MUSEO PECCI MILANO le opere di Vahram Aghasyan, Marco Bagnoli, Maja Bajevic, Bizhan Bassiri, IRWIN, Dean Jokanovic Toumin, Joseph Kosuth, Jannis Kounellis,
Felice Levini, Michelangelo Pistoletto, Remo Salvadori, Ilija Soskic e il disegno di Renzo Piano per la nuova sede del Museo ARS AEVI a Sarajevo, compongono un nuovo capitolo della storia esaltante e travagliata di questa straordinaria impresa culturale, sviluppata sotto l'egida dell'UNESCO per risvegliare le coscienze e dare l'avvio ad una civiltà del confronto e del dialogo nella città simbolo di numerose guerre dei Balcani dall'inizio alla fine del XX secolo.
Nel 2014 si celebra infatti il centenario dello scoppio della Prima Guerra Mondiale che ebbe luogo a Sarajevo. Nel 1994-95 la città si trovava invece sotto assedio militare quando a Milano e a Prato partivano gli appelli e le iniziative organizzate dal Centro d'arte contemporanea "Spazio Umano" e dal Centro per l'arte contemporanea Luigi Pecci, seguite da mostre alla Moderna Galeria di Lubiana nel 1996, alla Fondazione Querini Stampalia di Venezia nel 1997, al Museo Stiftung Ludwig di Vienna nel 1998, e da progetti a Sarajevo dal 1999, all'ICC di Bolognano dal 1999 al 2003, al BM Contemporary Art Centre di Istanbul nel 2007, al CAC Montenegro di Podgorica nel 2012, alla Biennale di Venezia nel 2003 e 2013.
In seguito alla mostra ARS AEVI 2O00 del 1996,le città di Prato e di Sarajevo sonounite da un "patto di gemellaggio" che la nuova proposta espositiva del MUSEO PECCI MILANO intende rilanciare: l'arte contemporanea e i musei "in cantiere" a Prato così come a Sarajevo possono diventare i segni distintivi delle rispettive realtà culturali, una postindustriale e l'altra postbellica. Per le due città e i due musei l'anno 2014 appare decisivo, quello di un nuovo inizio: la conclusione della nuova ala museale a Prato con apertura prevista nella primavera 2015; la posa della prima pietra e l'avvio della costruzione del Museo d'arte contemporanea a Sarajevo.
La mostra ARS AEVIIN PROGRESS presenta al MUSEO PECCI MILANO i lavori significativi di artisti internazionali selezionati fra i numerosi che hanno donato opere a Sarajevo, con riferimenti a mostre per il Museo ARS AEVI realizzate a Milano, Prato, Lubiana, Venezia, Vienna, Sarajevo, Istanbul, Podgorica.Degli artisti invitati a Milano, alcuni hanno realizzato anche progetti speciali per Sarajevo: Michelangelo Pistoletto e Maja Bajevic alla Galleria Nazionale di Bosnia Erzegovina; Bizhan Bassiri, Joseph Kosuth e Dean Jokanović Toumin al Collegium Artisticum, IRWIN all'Accademia di Belle Arti; Jannis Kounellis alla Biblioteca Nazionale. Le loro installazioni per Sarajevo rappresentano, insieme alla ricostruzione della Biblioteca Nazionale e alla riapertura temporanea del deposito di ARS AEVI,una parte fondamentale della rinascita culturale della capitale bosniaca.
Vari artisti in mostra a Milano, come Marco Bagnoli, Michelangelo Pistoletto, Remo Salvadori e Jannis Kounellis sono rappresentati nella collezione del Centro Pecci e hanno tenuto importanti mostre a Prato. Bizhan Bassiri ha lasciato a Prato una scultura attualmente collocata nel cortile della biblioteca comunale Lazzerini. Vahram Aghasyan ha esposto e lasciato al Centro Pecci una parte della serie fotografica e video donata anche ad ARS AEVI. La mostra al MUSEO PECCI MILANO include infine lavori di Felice Levini e Ilija Soskic.
Completa l'esposizione ARS AEVI IN PROGRESS il progetto di Renzo Piano per il nuovo Museo d'arte contemporanea di Sarajevo, donato dell'architetto alla città bosniaca nel 1999 e finora in attesa di una realizzazione che appare sempre possibile e storicamente opportuna.