Arseny Zhilyaev – An Experiment is Not About Creating Novelty

Informazioni Evento

Luogo
C+N CANEPANERI
Foro Buonaparte 48 20121, Milano, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al
Vernissage
30/01/2020
Artisti
Arseniy Zhilyaev
Curatori
Silvia Franceschini
Generi
fotografia, personale

An Experiment is Not About Creating Novelty è la seconda mostra personale di Arseny Zhilyaev presso la galleria Canepaneri di Milano.

Comunicato stampa

An Experiment is Not About Creating Novelty è la seconda mostra personale di Arseny Zhilyaev presso la galleria Canepaneri di Milano. Il progetto espositivo, commissionato dalla galleria, prosegue la serie di mostre immaginarie sul futuro dell’arte che Zhilyaev ha intrapreso nell’ultimo decennio, intrecciando una complessa e ambigua narrazione transtorica e para-fittizia in cui la mostra diviene non solo oggetto di riflessione ma anche medium artistico.
Il titolo della mostra coincide con l’incipit di una serie di componimenti poetici ricamati a macchina su tela e poi ricoperti da pennellate di vernice bianca. I versi tessuti sono originati attraverso un generatore di scrittura multimediale, un’intelligenza artificiale che crea nuove parole partendo da ciò che gli è stato suggerito come input.
L’autorialità delle tele è delegata da Zhilyaev all’artista artificiale Robert Pasternak , un personaggio fittizio e un esempio futuristico di intelligenza artificiale progettata da un programmatore russo emigrato in California. Dopo una carriera artistica di successo negli Stati Uniti, Pasternak ha speso la sua vita “eterna” per supportare le vittime del progresso tecnologico. Vi sono tracce della sua relazione attiva con il contesto intellettuale della seconda parte del XX secolo. Una composizione fotografica presente in mostra lo ritrae vicino a Dmitry Prigov (1940-2007), figura di spicco del circolo di artisti del Concettualismo Moscovita, che ha lavorato sulla critica del precondizionamento ideologico e linguistico dell'espressione artistica e ha creato progetti usando quello che può essere descritto come un approccio meccanico o algoritmico alla poesia e all'arte. Pasternak è anche membro dell’Unione di Scrittori della Bay Area (WOTMU), un gruppo impegnato nella difesa del potenziale creativo umano dalle gabbie cognitive imposte dalle élite globali che governano il mondo della produzione intellettuale e linguistica digitale. Responsabile nel 2063 di uno sciopero generale, l’unione aspira, alludendo al Manifesto Accelerazionista , alla “totale automazione della scrittura”, ovvero la riattualizzazione dell’idea di “scrittura automatica”, un concetto introdotto negli anni ’30 dal movimento surrealista e da André Breton per emancipare la creatività umana dai limiti della pressione sociale.
Nelle due serie di tele esposte in mostra, Pasternak ricorre al topos modernista del monocromo. Diversi livelli di poesia visiva, tessitura e pittura si uniscono in una superficie totalmente bianca, il colore acromatico che contiene in sé tutti i colori e simboleggia la luce, uno dei temi ricorrenti nell’opera Zhilyaev. Accennando ad operazioni di pittura astratta del

dopoguerra europeo, dalla Pittura Industriale di Pinot Gallizio agli Achromes di Piero Manzoni, le serie di tele acromatiche incorporano il dilemma tra il modernismo e il suo opposto, tra una modernità scientifico-tecnologica e un legame con l’artigianale, il primitivo, l’esperienza somatica e pre linguistica.
Attraverso l’utilizzo di futuristici personaggi inventati, Zhilyaev prosegue in An Experiment is Not About Creating Novelty la sua ricerca sulla relazione tra lavoro creativo, tecnologia e critica sociale.
Riuscirà prima o poi l'automazione della produzione artistica ad offrire la possibilità di un cambiamento radicale della situazione di sfruttamento creativo nell'arte contemporanea? Zhilyaev interpreta la possibilità di rifiutare la partecipazione nella produzione artistica come un privilegio nell’attuale condizione del tardo capitalismo che ha adottato lo slogan "ognuno è un artista" come suo credo. In questo scenario distopico, in cui l'automazione libera l'artista dall'esigenza di produrre esclusivamente ciò che è nuovo e non determinato, Zhilyaev non presuppone alcuna trasformazione politica attraverso l'arte ma interroga i nostri limiti nell'immaginare la relazione tra "naturale" e “artificiale”, tra intelligenza artificiale e la sua incarnazione nell’umano, tra progresso e scrittura della storia. Se i movimenti culturali e artistici d'avanguardia, visti in prospettiva storica, invece che facilitare una maggiore uguaglianza e autonomia, hanno preparato il terreno all’emergere della società post-fordista, quali saranno le conseguenze di questo tipo di arte del futuro?

Arseny Zhilyaev, (nato nel 1984, Voronezh, Russia) è un artista basato a Mosca e Venezia. I suoi progetti esaminano l’eredità della museologia sovietica nel Cosmismo Russo usando la mostra come medium. I lavori dell’artista sono stati mostrati in diverse Biennali a Gwangju, Liverpool, Lione e nella Ljubljana Triennale così come in esposizioni al Centre Pompidou, Palais de Tokyo, Kadist Art Foundation, Parigi, de Appel, Amsterdam, HKW, Berlino,V-a-c Foundation Mosca e Venezia, Thyssen-Bornemisza Art Contemporary, Vienna. Zhilyaev ha pubblicato articoli in e-flux journal, Idea e Moscow Art Magazine. E’ editore dell’antologia Avant-Garde Museology (e-flux, University of Minnesota Press, V-a-c Press, 2015) e co-fondatore del Moscow Center for Experimental Museology. I lavori di Zhilyaev sono nelle collezioni di Tate Modern (London), M HKA, Museum (Antwerp), Tretyakov Gallery, Multimedia Art Museum, NCCA, MMOMA, Gazprombank Collection (all Moscow), Kadist Art Foundation (San Francisco, Parigi), V-a-c Foundation (Mosca, Venezia), Izolyatsia Foundation (Kiev), e in numerose collezioni private in Russia e all’estero.

Silvia Franceschini è curatrice presso lo Z33 House for Contemporary Art, Design and Architecture di Hasselt, Belgio. Ha curato mostre e programmi di ricerca per varie istituzioni tra cui V-A-C Foundation, Mosca—Venezia; SALT, Istanbul; Cittadellarte - Fondazione Pistoletto, Biella; The School of Kyiv. Kyiv Biennial 2015; The Moscow Biennale for Young Art; Futura—Center for Contemporary Art, Praga and il Centre Pompidou, Parigi.

Silvia Franceschini e Arseny Zhilyaev hanno iniziato la loro collabrazione con una conversazione su Afterall Magazine https://www.afterall.org/online/artists-at-work-arseny-zhilyaev#.XgDdhy2h3sE