Arte come rivelazione. Dalla collezione Luigi e Peppino Agrati
Arte come rivelazione. Dalla collezione Luigi e Peppino Agrati alle Gallerie d’Italia a Milano.
Comunicato stampa
Dal 16 maggio al 19 agosto 2018 apre alle Gallerie d’Italia – Piazza Scala la mostra Arte come rivelazione. Dalla collezione Luigi e Peppino Agrati, curata da Luca Massimo Barbero, che presenta al pubblico per la prima volta una selezione di opere della collezione Luigi e Peppino Agrati, una delle più importanti raccolte private di arte contemporanea, generosamente donata da Luigi Agrati a Intesa Sanpaolo.
Da un primo grande nucleo di sculture di Fausto Melotti, che fa perno all’esposizione, ad alcuni capolavori di Lucio Fontana, Alberto Burri, Yves Klein e Piero Manzoni, il percorso approfondisce la pittura di “nuova figurazione” italiana, con opere, tra gli altri, di Jannis Kounellis e Mario Schifano, per arrivare alle radici della nascente Arte Povera, esemplificate dalle ricerche di Piero Gilardi, Luciano Fabro, Mario Merz e Giulio Paolini.
Luigi e Peppino Agrati, grazie alla curiosità tipica del loro essere imprenditori e a una non comune capacità di approfondimento, hanno costruito una collezione che rappresenta le molteplicità di interessi del loro modo di vivere l’arte contemporanea. La scoperta dell’arte americana, approfondita in parallelo allo sviluppo di rapporti negli Stati Uniti, corrisponde all’acquisto di opere dei principali esponenti sia della corrente Pop – ne è icona Andy Warhol e il suo monumentale Triple Elvis – sia delle tendenze minimali, di cui è emblematico il grande neon di Dan Flavin dedicato a Peppino Agrati. In una sorta di costellazione plurima, accanto all’arte italiana entrano così nella raccolta le straordinarie opere di Robert Rauschenberg, collezionato ampiamente dalla fine degli anni sessanta agli anni ottanta, di Cy Twombly, originale mediatore tra cultura d’oltreoceano e cultura italiana, e di artisti concettuali come Bruce Nauman e Joseph Kosuth, le cui ricerche sul linguaggio sono messe in dialogo con quelle di Alighiero Boetti e Vincenzo Agnetti.
La mostra, presentando per la prima volta le opere al pubblico, rispecchia il modo di concepire la collezione proprio come una rivelazione, un arricchimento, come la condivisione di un mondo possibile di immagini che incarnino il vivere contemporaneo: l’intensità dell’amore per l’arte di Luigi e Peppino Agrati.