Arte contro la corruzione
Il progetto “arte CONTRO la corruzione”, dopo il ciclo di incontri al Teatro Franco Parenti propone una mostra insolita e sorprendente a Casa Testori, a Novate Milanese.
Comunicato stampa
Il progetto “arte CONTRO la corruzione”, dopo il ciclo di incontri al Teatro Franco Parenti propone una mostra insolita e sorprendente a Casa Testori, a Novate Milanese. Sono 29 gli artisti che hanno accolto l’invito ad affrontare questo tema che è di grande portata civile ma ha anche risvolti profondi, di carattere filosofico e morale: tra loro anche nomi di primo piano, come Mimmo Paladino ed Emilio Isgrò (presente con il ciclo della Costituzione cancellata). Nel percorso che occupa tutta la casa si incontrano diverse modalità di approcciarsi al tema: in alcuni casi l’approccio è diretto e frontale. In altri casi è più meditato e riflessivo. L’orizzonte affrontato non è solo quello italiano, perché si è voluto dare rilievo ad alcune
esperienze esemplari in cui le sfide alla corruzione, al malaffare e alla violenza politica che ne deriva, hanno visto gli artisti scendere in campo, assumendosi responsabilità e rischi in prima persona, come nel caso del cinese Zhang Bingjian, che ha fatto dipingere i ritratti di 1600 funzionari pubblici cinesi responsabili di casi di corruzione, e di Regina Josè Galindo, l’artista guatemalteca che ha messo in gioco il suo corpo, per denunciare i soprusi del regime che controlla il suo paese. Non mancano le presenze a sorpresa, come quella di Antonio Marras, stilista e artista, che porta a Casa Testori un’opera emblematica già nel titolo: “Malelingue”, rappresentazione della doppiezza che sta sempre alla base di ogni fenomeno di corruzione.
La mostra inevitabilmente incrocia temi di bruciante attualità, come quello delle migrazioni. I migranti sono ostaggio dei meccanismi crudeli e vessatori della corruzione, che molte volte vengono pagati a prezzo della vita: a documentare le loro drammatiche traversie ci sono i lavori di un maestro come Corrado Levi, e di un artista delle nuove generazioni come Tindar. Il percorso della mostra riserva anche la sorpresa delle più grandi opere realizzate dal duo Bertozzi&Casoni, due enormi teche realizzate, come consueto, completamente in ceramica e che fanno parte di un ciclo dedicate ai sette vizi capitali; con loro si confronta un altro giovane, Filippo Berta che porta un video di straordinaria forza, “Homo homini lupus”, nel quale un branco di lupi si disputa una bandiera italiana. Ci sono artisti che non si sottraggono dal sogno di una protesta pubblica contro il malaffare, come Marco Cingolani, che porta in mostra uno striscione da manifestazione. L’artista brasiliana Deborah Hirsch è presente con un ciclo di 22 installazioni realizzate su acetato, in cui analizza, con sottile ironia, le ambiguità dei social su temi come ad esempio la corruzione.
Il percorso della mostra prevede anche una serie di incontri con gli artisti. Il primo si terrà domenica 9 aprile alle ore 17.00 e vedrà protagonista Zhang Bingjian, film maker cinese, che ha fatto della lotta alla corruzione nel suo paese l’oggetto della sua riflessione e produzione artistica. Al termine dell’incontro, alle ore 18.00 visita guidata alla mostra con i curatori.
Questi gli artisti in mostra:
Yazmany Arboleda, Stefano Arienti, ArtLords, Letizia Battaglia, Filippo Berta, Bertozzi & Casoni, Andrea Bianconi, Adele Ceraudo, Marco Cingolani, Gianni Dessì, Marica Fasoli, Francesco Fossati, Regina Josè Galindo, Giovanni Hänninen, Debora Hirsch, Massimo Kaufmann, Emilio Isgrò, Corrado Levi, Antonio Marras, Elena Monzo, Katja Noppes, Mimmo Paladino, Luca Pignatelli, Annalisa Pirovano, Alessandro Roma, Pietro Ruffo, Tindar, Bingjian Zhang.