Arte in Tavola – Elisa Desortes
Secondo appuntamento con Elisa Desortes e il progetto FAS ET NEFAS, costituita da una installazione interattiva e un video.
Comunicato stampa
Inaugurata da Alberto Marci con il progetto site specific “Come le cose si sono disfatte”, la rassegna d’arte contemporanea ARTE IN TAVOLA ideata e curata da Anna Oggiano e Roberta Vanali per KuKo, elegante spazio privato attrezzato per incontri conviviali, inaugura il secondo appuntamento con Elisa Desortes e il progetto FAS ET NEFAS, costituita da una installazione interattiva e un video. Scrivono le curatrici:
Il galateo è un esercizio che dura tutta la vita.
Lo applichiamo per convenienza, per opportunità, per piacere, per principio.
Ne siamo schiavi e complici al punto da permettere che diventi la nostra prima pelle e perdoniamo più volentieri un’infrazione alla legge e alla morale che una distrazione o una grossolanità mondana.
Solo di fronte a nuove regole e comportamenti ci interroghiamo sulla reale funzione di una etichetta.
E in effetti cosa hanno in comune e di differente il galateo, la morale, la legge ed l’etica?
Sono tutti argomenti afferenti esclusivamente alla sfera del sociale cioè presuppongono, per esistere, che esistano almeno due individui che ne condividano i dettami.
Se la legge, l’etica e la morale sono poste a salvaguardia della convivenza e quindi osservate come regole necessarie per l’esistenza, il galateo viceversa è scelto: è il marchio di appartenenza ad una classe sociale, il passe-partout che ci introduce in ogni ambiente e situazione, è il bon ton, il must, l’abito che ci fa riconoscere dai nostri simili.
Ma se i due individui provengono da culture ed esperienze diverse le regole proprie osservate da ciascuno si infrangono davanti alle diversità dell’altro.
In “FAS ET NEFAS” Elisa Desortes indaga sulla valenza del riconoscimento/disconoscimento (se non disapprovazione) delle regole del galateo proponendo, in una installazione essenziale ed ironica, situazioni in/out. Punto d’incontro per eccellenza è la tavola: apparecchiata con sei coperti che riproducono atteggiamenti “giusti” o “sbagliati” lo spettatore viene coinvolto nel gioco delle regole e, piuttosto che ad una fruizione passiva, viene invitato ad esprimere e/o stigmatizzare, nel menù presente a tavola, le sue situazioni in/out. (Anna Oggiano)
“L’eleganza del comportamento è conseguenza di un sereno dominio delle inclinazioni naturali”, scrive nel XVI secolo Giovanni della Casa, artefice del primo manuale di galateo, rigido trattato di buone maniere che si oppone a qualsiasi forma di libertà individuale, focalizzando una serie di regole comportamentali con l’obiettivo di affrancare la società dalle rozze abitudini dell’epoca. Norme in parte ancora attuali per adottare uno stile di vita improntato sul rispetto degli altri. Un modo di apparire, di essere e di saper vivere in società misurandosi con la libertà altrui ad iniziare dal bon ton a tavola, luogo intimo in cui si possono intuire carattere, posizione sociale ed educazione. Pertanto nulla può essere lasciato al caso: ambiente, biancheria, disposizione dei posti, apparecchiatura, servizio, fino agli argomenti di conversazione oltre al tipo di vivande da servire, dal momento che anche quella del mangiare è innegabilmente un’arte.
Origina da questi presupposti il progetto di Elisa Desortes “Fas et Nefas”, ovvero ciò che è lecito e ciò che non lo è, cosa si può fare e cosa non si può fare a tavola. Una serie di pillole di bon ton, un piccolo vademecum - talvolta ironico - di suggerimenti per una buona educazione nel nuovo millennio rispolverando le regole del buon costume, perché rispetto e buone maniere sono fondamentali per vivere civilmente, soprattutto in questa controversa società contemporanea, con la prerogativa che oggi è possibile scegliere.
In questo frangente il tentativo dell’artista è quello di indagare come nel corso del tempo siano cambiati i codici estetici e del buon gusto e insieme a loro le abitudini alimentari e comportamentali, pertanto la tavola apparecchiata diventa il mezzo per l’incontro, per l’interazione e lo scambio tra più persone. Allestita con una serie di piatti stampati graficamente in bianco e nero con ciò che è consentito e non e un video che ne documenta la realizzazione, il pubblico è invitato a interagire modificando un menù prestabilito messo a disposizione, perché se è vero che dobbiamo recuperare le buone abitudini è anche vero che il galateo va di pari passo coi tempi. (Roberta Vanali)
Ad ogni artista invitato a partecipare è stato chiesto un progetto site specific che indaghi il sempre attuale rapporto tra arte e cibo. Si susseguiranno nel corso dell’anno Josephine Sassu, Francesca Randi, Roberto Falchi, Elisabetta Falqui, Antonello Sedda, Veronica Paretta, Franco Casu, Igino Panzino, Zaza Calzia, Silvia Corda, Monica Lugas, Raffaello Ugo.