Arte moderna e contemporanea. Antologia scelta 2019
Tornabuoni Arte propone anche quest’anno il consueto appuntamento con la mostra antologica della sua collezione, come sempre con una doppia inaugurazione nelle sue sedi di Firenze e di Milano.
Comunicato stampa
Tornabuoni Arte propone anche quest’anno il consueto appuntamento con la mostra antologica della sua collezione, come sempre con una doppia inaugurazione nelle sue sedi di Firenze e di Milano. Arte moderna e contemporanea. Antologia scelta 2019, aprirà giovedì 6 dicembre alle ore 18.00 nella galleria fiorentina in lungarno Benvenuto Cellini 3 e giovedì 13 dicembre, alle ore 17.30, presso la sede milanese di via Fatebenefratelli, 36.
Questa preziosa antologica, documenta il complesso lavoro di ricerca e di studio che Tornabuoni Arte persegue con passione da sempre, attraverso il significativo circuito espositivo e culturale che ha attivato sia in Italia che all’estero, coinvolgendo istituzioni pubbliche e private, con una programmazione internazionale, realizzata grazie al rapporto consolidato con critici d’arte, curatori e collezionisti. La raccolta di opere moderne e contemporanee, esposta in parte nelle due sedi italiane, è uno strumento importante dedicato a un pubblico attento ed esigente allo stesso tempo, ma anche ai numerosi addetti ai lavori.
L’Antologia 2019 propone opere dagli anni Venti del Novecento ad oggi e si sviluppa in ordine alfabetico. L’arte sia italiana che internazionale è ben rappresentata da oltre un centinaio di artisti e dai capolavori da loro prodotti. La copertina del volume è un omaggio ad Alberto Savinio, Le prisonniers, dipinto nel 1931, legato al ciclo dei Giocattoli, al tema dell’infanzia, ricorrente e fondamentale nelle sue opere.
Partendo dalla A, apriamo con due donne, la prima è Marina Abramović, madre della performance contemporanea, di cui troviamo una foto del 2005, Banging the skull, tratta dalla serie Balkan Erotic Epic. La seconda è una grande interprete dell’astrattismo in Italia, a partire dalla fine degli anni Quaranta, Carla Accardi, con uno dei suoi sicofoil, Oro arancio, del 1967, che tanto hanno contribuito a renderla celebre. Seguono Adami, Afro, Agnetti, Arcangeli e Giacomo Balla con la grande tela Ballalucecolormare, del 1924, e Fiori + Spazio; Motivo decorativo floreale, del ’25, dove si accentuano alcuni dei temi della sua sperimentazione ovvero “la linea della velocità”, la scomposizione spaziale, la compenetrazione di forze e di forme.
Di Alighiero Boetti ci sono ben cinque opere: due carte intelate del 1980 e del 1990, due ricami su tessuto, un Tutto del 1988-89 e un ricamo, Talvolta sole talvolta luna, la persona e il personaggio…, inoltre un ricercatissimo Lavoro postale (Permutazione), sempre dell’89, formato da 20 buste affrancate e timbrate accompagnate da 20 fogli con calligrammi. Ricordiamo che Tornabuoni Arte ha collaborato nel 2017, alla realizzazione della mostra Alighiero Boetti: Minimum/Maximum, a cura di Luca Massimo Barbero, presso la Fondazione Giorgio Cini a Venezia, a testimonianza della continua attenzione verso la ricerca e l’offerta culturale, così come ha promosso la pubblicazione del volume Burri-Plastiche, a cura di Bruno Corà, presentato ad Art Basel nel 2018. Qui, nell’antologia scelta, Alberto Burri sono presenti quattro opere, tra cui Catrame, 1950, e Muffa, 1951, che rappresentano “l’ebrezza materica” dell’artista di Città di Castello.
Insieme a Burri, Tornabuoni Arte, ci mostra un gruppo di artisti come Lucio Fontana, Paolo Scheggi, Enrico Castellani e Agostino Bonalumi che hanno condiviso l’esperienza della XXXIII Biennale di Venezia del 1966. Quattro bellissimi Concetti spaziali, dal 1957 al 1959, e Attesa, essenziale taglio su tela bianca del 1964, per Fontana. Una rara superficie blu, 1963, per Enrico Castellani. Per Bonalumi, due tele estroflesse, Blu, 1972, e Grigio, 1981. Di Scheggi, a cui la galleria ha riservato una considerazione particolare negli ultimi anni, ci saranno invece, tre opere: Intersuperficie curva bianca e Intersuperficie curva dall’azzurro, rispettivamente del 1964 e del 1966, insieme a Zone riflesse, 1964.
Anche a Piero Dorazio, Tornabuoni Arte ha dedicato una bellissima pubblicazione e una mostra con 10 suoi capolavori, in corso presso la sede di Milano fino al 10 dicembre, e che ha, in questo volume, ben sei dipinti.
L’antologia tiene conto anche dei Movimenti e Gruppi che hanno determinato il panorama artistico dal secondo Novecento come il Nouveau Rèalisme, teorizzato da Pierre Restany nei primi anni Sessanta con opere di Arman, Christo, Mimmo Rotella. Come anche la Scuola di Piazza del Popolo a Roma che ha qui alcuni dei lavori più significativi di Tano Festa, Mambor, Pino Pascali. L’Arte Povera, oltre al già citato Boetti, è rappresentata da Pierpaolo Calzolari, Ceroli, Jannis Kounellis, Giulio Paolini, Pistoletto e Giuseppe Penone con un’opera del 2000, Respirare l’ombra. Non mancano anche alcuni dei capolavori della Transavanguardia, da Nicola De Maria a Sandro Chia e Mimmo Paladino.
Questa incredibile raccolta, selezionata per il 2019, si chiude con uno sguardo sulle ricerche più contemporanee di artisti quali Gilbert & George, Anish Kapoor, Günther Ueker, Antonie Tàpies e Andy Warhol con il ritratto di Karen Lerner del 1972.